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giovedì 27 gennaio 2011

Le attese fanno schifo

Stasera è una di quelle in cui mi è difficile prendere sonno e addormentarmi. Sono nervoso, al di là del mio controllo. Il mio pensiero è confuso, lontano, vicinissimo eppure sfuggente.
Mi sono anche complicato la vita da solo, bisogna ammetterlo, cercando un posto che non c'è. Ma nel complesso, sarebbe stato già tutto abbastanza difficile, per cui ho aggiunto un carico alla trave che non ha altra scelta che reggere, e adesso devo godermi una pressione combinata di cui farei volentieri a meno.
Aspettare domani, con quello che porterà. E' sempre stata una cosa difficile per me. Vorrei poter risolvere sempre le cose subito, foss'anche quando non sono pronto a farlo al 100% o il da farsi non è maturo. I miei fallimenti sono forse dovuti anche a questo. Ad un tempismo che sulle cose che per me contano veramente non riesco a controllare. Ma in generale dormire e attendere gli eventi con la massima energia, non sono riuscito a farlo mai.
Ricordo che all'università camminavo fino a sfinirmi per tutta la città l'ultimo giorno prima dell'esame. Lo facevo perchè nelle ultime ore avevo la consapevolezza di non riuscire a imparare niente di più di quello che non avessi assorbito prima. E la mia prima notte in Svizzera con l'attesa di una luce nuova, fu insonne. E le partenze, qualche ritorno, qualche conversazione molto desiderata, sono sempre fonte di un piccolo dolore.
Odio le attese. E vorrei adesso che fosse già domani sera. Che tutto fosse passato. Che non avessi sullo stomaco quel peso che mi toglie il fiato pieno. Avere fiducia che tutto vada bene e si risolva, non mi aiuta. L'ostacolo lì davanti dovrò mettermelo alle spalle, e a parte la difficoltà di farlo, sarà costellato da una lunga e delirante attesa.
E' un momento importante. Devo guardare negli occhi anche la paura, e sfuggo al suo sguardo. Nel non voler rimanere pietrificato dalla Medusa, non posso che sognare di tagliarle la testa con l'aiuto degli altri sensi, con il cuore. Il coraggio che proviene da lì, lo dovrò usare tutto, buttando via le scorie di altro per cui non serve spirito, ma solo volontà e un filo di fortuna.
E ora è il caso di dormire. Sognando anche i mostri, ma con in mano saldo quello spirito che altre volte mi ha guidato lontano...

lunedì 22 settembre 2008

Qualche attimo in meno...


A volte si realizzano nella vita quelle scene da film che si vivono al rallentatore... Eccone una...

Davanti a me mia cugina con sua figlia in braccio, conversa tranquillamente di paesaggi, luoghi e amenità varie. Ecco che la cinepresa si fissa sulla sua schiena e la sequenza parte:

dettaglio della punta del piede che sbatte sul marciapiede, sbilanciamento improvviso dovuto al peso in avanti costituito dai 10kg di pargola... Inizio di una caduta inarrestabile... Le mie mani si muovono con ritardo tentando una presa disperata, mentre lei impatta al suolo preoccupandosi subito della piccola... Sul suo volto uno sguardo terrorizzato stile "Urlo" e una totale inconsapevolezza spazio temporale. 3 secondi o 3 centesimi. Poi si ritorna alla realtà con le due distese a terra sulle strisce pedonali, una auto in attesa di farci attraversare che è ora diventata possibile ambulanza, e l'inizio del disperatissimo pianto giustificato. Pianto di paura, di adrenalina e di preoccupazione per la mamma, fortunatamente non pianto di dolore...

Poi la corsa a casa di cui non ricordo altro che il passeggino vuoto e i lacrimoni di bambina...

Quegli attimi di vita sono stati lunghissimi eppure completamente persi. Meno male che li ho potuti già cancellare!

Note per Viaggiatori Occasionali...

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