venerdì 22 aprile 2011

Pasqua, Pasquetta e tutti gli affini


Oggi è iniziato qui in Svizzera il weekend di Pasqua. In una terra non molto prodiga di feste comandate e di ferie, è un momento importante che segna lo spartiacque tra il triste inverno, invero inviso anche ai montanari originari, e il periodo dell'aria aperta.

Climaticamente speciale quest'anno, da qualche settimana fa già un caldo che neanche nelle più rosee previsioni di una terra generalmente squassata da un freddo assassino... E Pasqua sembra che almeno come temperature non deluderà. Forse pioggia domenica, secondo le funeree previsioni, ma tutto sommato non c'è Pasqua che ricordi in cui almeno un giorno non siano cadute almeno due gocce.

Cosa fanno qui per Pasqua? Se non si parte alla volta della terra d'origine, ci si addormenta in una abnorme tranquillità visto che tutti i negozi sono chiusi. Al massimo ci sta uno di quei giri pigri nel sole o in prossimità del lago. Ma questa sarebbe una visione troppo italiana. Ho avuto più volte modo di dire che Svizzeri e Tedeschi, quando hanno del tempo libero dal lavoro, passano in modalità "Divertirsi come lavoro". Cioè via a esperienze estreme. Assoluta abolizione dell'epicureo relax riflessivo. E ecco tutti impegnati in mille e non più mille attività più o meno rischiose che comportano inevitabilmente il sopraggiungere di una stanchezza molesta.

Bisognerebbe a mio modo di vedere che qualcuno gli insegnasse cos'è l'ozio preventivo. E' quella bellissima sensazione di dormiveglia in cui il cervello si rallenta pian piano nelle sue funzioni di pensiero fino a focalizzarsi su intuizioni a velocità ridotta del tipo: guarda che bel sole, come si sta comodi qui, zzzzzz... Anche queste operazioni infatti producono il risultato di sentirsi spossati, ma la goduria rispetto alle scariche adrenaliniche, è che il corpo ha assunto un morbida temperatura di relax durante il giorno che verrà confermata da una buona notte di sonno a temperatura di cottura sotto coperta...

In ogni caso, è Pasqua anche qui. Mancherà la frittata di maccheroni della Pasquetta probabilmente, ma non mi lamento di questi quattro giorni iniziati con pigrizia e riflessione. In fondo forse la morale profonda dell'ozio non è la paternità dei vizi (tra l'altro non del tutto deprecabile), quanto il rallentare. A correre sempre si fa presto ad arrivare, ma la domanda è dove? E se non fosse che si arriva prima al capolinea?

Buona giornata e buona Pasqua a tutti!

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