mercoledì 6 aprile 2011

Faccio tutto io

E un altro periodo é iniziato. Domenica con appendice lunedì ho deciso per la svolta. Però a meglio guardare indietro, anche l'ingresso nel rumoroso tunnel dell'insoddisfazione era stato almeno in buona parte una mia scelta. Ecco perché gli indizi portano ad un unico e universale colpevole.
Ma più in generale mi viene da riflettere che troppe volte facciamo tutto noi, in tutti i campi. Nell'accumulare lo stress senza dotarci di valvole di decompressione fino ad esplodere, c'é un che di maligno e autolesionistico spirito di sofferenza... C'é anche chi riesce poi a rimanere a rotolarsi nel fango con un boccone addentato in stile coccodrillo. Sono quelli che tutto sommato sono solo affamati e non hanno bisogno del gusto delle cose. Sono in fondo una minoranza, ma spesso mi convinco non una così piccola minoranza...
Dipende da noi il decidere quando é troppo. In una certa misura, se si sta bene e se si ha l'energia e forse anche un pò di coraggio, ci si dà una spinta verso l'alto. E se la spinta é abbastanza forte, si può arrivare all'orlo della buca e spingersi fuori lasciando la propria pelle di coccodrillo lì.
Il problema é riuscire a non scivolare indietro. Perché a cadere ci si fa poi parecchio male. Ma anche qui, facciamo troppo noi. Ci convinciamo di cose che non sappiamo per certo. Ci ammaliamo di dubbi e di paure. Tutto ciò rende la risalita scivolosa, e braccia e gambe non possono tutto risolvere.
Alla fine il messaggio di questo post é però che contro noi stessi possiamo vincere o perdere, e per ognuno di noi vittoria e sconfitta si identificano con significati diversi. Ebbene io preferisco vincere. E per me significa essere un pò felice ed allegro. E forse crederò alla bugia che mi racconto che basti deciderlo per esserlo. E allora avrò vinto...
In carrozza!

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