Visualizzazione post con etichetta Utopia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Utopia. Mostra tutti i post

lunedì 26 maggio 2014

Vittorie, sconfitte e stili

Alla fine ce l'ha fatta Renzi e il suo partito a prendere la maggioranza dei voti in Italia per il parlamento europeo. Non essendomi informato bene, non parlo delle regioni e dei comuni per non sbagliare.

C'è qualcosa da dire in merito? Da parte mia no. Né congratulazioni né troppo entusiasmo. Una notevole attenzione però e un sicuro incoraggiamento a mettere le cose in moto. E' questo il compito del governo e dei politici: affrontare dal loro punto decisionale le problematiche di tutti e dare delle risposte. Tenere svegli i cervelli e spingere in ogni direzione per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. E andare da qualche parte, magari non verso un precipizio, ma andare dove serve alle persone.

E' questo il senso che bisognerebbe dare ai risultati elettorali. Mi è piaciuto che ci sia stato un messaggio per dire che ci si rimetteva in moto subito con l'attività di governo. E' un'assunzione di responsabilità senza lodarsi per non sbrodarsi. E' un segno dell'urgenza che vive l'Italia, in attesa da troppo che la politica smetta di parlare di se stessa e si dedichi al suo lavoro di servizio della cittadinanza. Stilisticamente io mi ritrovo in questo approccio che dopo un esame inizia a prepararne un altro. Resta un condizionale d'obbligo, ma anche la speranza.

E' invece uno spettacolo poco edificante quello di chi non ha ottenuto l'affermazione che sperava, e masticando amaro ritiene sia sensato considerare stupidi tutti quelli che a maggioranza hanno fatto una scelta diversa. Non è più tempo di misere ripicche e di parole al vento. E' il caso di assumere la responsabilità di essere vigili e di portare veramente avanti le istanze di cambiamento che sono giuste con dei modi civili e collaborando.

Per fare una casa nuova, si fa prima e meglio dando una mano a mettere i mattoni al loro posto. Se ci si accorge che qualcosa non è come ci piace, è importante dirlo e discutere. Oppure contribuire facendo al massimo quello che si può dove si ha accesso. Ma bisogna sporcarsi un po' le mani di calce e cemento, perché se si sta solo a guardare come gli altri costruiscono male, non ci sarà un tetto per nessuno.

E' tempo di cambiare stile e mentalità e per tutti di dire come vogliono aiutare l'Italia a non sprofondare ancora più giù. Ma ancora una volta è un sogno...

martedì 20 maggio 2014

Le Elezioni Europee in Italia e la mia Utopia





In quelle poche occasioni in cui riesco a seguire la TV e le discussioni di politica, resto quest'anno veramente confuso sui temi. A ripensarci bene questa non è una sorpresa: negli ultimi vent'anni (e forse anche prima, ma vallo a ricordare...) non si discute più di temi reali, ma ogni occasione è buona per fare da un lato teatro, e dall'altra per dire quello che gli altri non fanno, non hanno fatto e non faranno. E' veramente irrituale che si vada a parlare di quello che il proprio partito e magari addirittura la propria persona in qualità di rappresentante andrà a fare ovunque ci siano le elezioni.


Tutto questo è ovviamente demoralizzante, ma ha in sé il germe della disfatta. Se da un lato per recuperare da una situazione difficile si deve avere il coraggio di riconoscere i problemi reali, dall'altro il disfattismo è un segno di abbandono della speranza che non porta da nessuna parte. Essere seduti in poltrona a fare gli allenatori della Nazionale, quelli che sanno sputare sentenze sulle scelte riuscendo però facilmente poi a lavarsi le mani della responsabilità di decidere alcunché, è internazionale e interculturale. Tuttavia è uno spirito che si è radicato profondamente nella cultura italiana. Non so dire se il vittimismo di Berlusconi e gli infiniti anni della sinistra siano stati gli autori di questo copione, ma di certo per quanto mi riguarda, il movimento 5 stelle ha assorbito questo atteggiamento. Grillo è poi un maestro della comunicazione e sa adattarsi meravigliosamente alle situazioni più disparate sfruttando a suo piacimento giornali e telegiornali affamati di infamie e raggirati senza posa. Bravo a lui e ai suoi che vedo avvicinarsi sempre più al loro modello e alla sua capacità di abbattere gli avversari in maniera raramente fine ma di certo efficace.

Ma il problema Elezioni Europee resta ed è pesante. Quegli illusi che pensano che la nostra economia sarebbe in grado di svincolarsi dal giogo sovranazionale, a cosa mirano andando in Europa? Quelli che vogliono liberarci dall'Euro, che cosa andranno a dire a Bruxelles? Gli altri che invece vogliono ottenere politicamente di più, che cosa contano di fare nel parlamento?

Nessuno parla di quello che realmente si vuole ottenere. Nessuno ha una visione che riesca a superare l'arco alpino. Mentre dovrebbero tutti capire cosa può venire all'Italia dal Nord, girando anche magari gli occhi a Est, Ovest e Sud, la concentrazione è sempre verso Roma e il governo. Abbatterlo lo scopo di vaste aree del parlamento. Vivacchiarci lo scopo di troppi altri.

Il punto critico è la mentalità: si pensa solo egoisticamente a come trarre un beneficio senza sporcarsi troppo le mani e tenendo in tavola non un piatto di spaghetti al pomodoro, ma delle linguine agli scampi. E questa deviazione dell'ottica si è talmente distribuita che rimboccarsi le maniche e pensare ad azioni concrete rischia di diventare un'anomalia contraria a ogni ragionevolezza.

Io non so se il governo stia facendo qualcosa di quello che ha promesso. A volte mi sembra ci siano scelte che andrebbero un pò approfondite. In altri casi però ho l'impressione che in un disperato tentativo, ci sia dietro a Renzi un gruppo di persone che delle cose le vuole fare. Ho già detto in passato che bisogna tentare e correggere quando non si è sicuri. Confermo che ci deve essere spazio per degli esperimenti che abbiano i migliori presupposti di riuscita. Se si rivelassero errati, se fatti in buona fede, la ruota girerebbe dando spazio al prossimo concorrente. Ma non riesco più a sopportare chi critica a 360 gradi perchè non è in grado di riconoscere altro che i rischi e mai le opportunità. Ancor peggio coloro che sono oltre il pessimismo cosmico e che sanno solo dire che andrà male. Ma a chiedergli cosa migliorare si trincerano dietro un temibile non lo so...

Nell'ottica di un futuro possibile, bisogna accendere la luce in una stanza che è avvolta dalle tenebre del tramonto, e anche se si è stanchi e scoraggiati, bisogna mettersi a lavorare fino a tardi per far rinascere un sentimento di speranza. 

A me piacerebbe tornare in Italia per lavorare come faccio qui, a volte fino allo sfinimento. Lo faccio per lo stipendio, certo, ma anche perché sento che sto mirando a ottenere qualcosa che sia valido per una organizzazione di persone che hanno l'obiettivo di continuare a mangiare. Ingigantendo la cosa, chiunque lavora per lo stato deve farlo affinché lui e tutti gli altri cittadini possano continuare a mangiare, sorridere, avere figli e godersi anche la vita quando possibile. Con un cambio di mentalità, con una scrollata forte e una svegliata a chi ormai si è spiaggiato, l'Italia deve ricominciare a nuotare e stare in una delle corsie della piscina di una finale olimpica. Non importa essere sul podio, ma basta tuffarsi in quell'acqua e dare tutto.

Incomincino i governanti, gli imprenditori e tutti quelli che hanno dei bottoni da premere, ma poi continuino tutti per proprio conto, perché dopo la comprensibile delusione di una serie lunghissima di disastri e di scelte orribili, si deve provare il tutto per tutto. Insieme, per chi può...

sabato 23 febbraio 2013

Libertà, uguaglianza, fratellanza e moralità

La morale è un discorso soggettivo. Si potrebbe pensare di contestare questa frase, ma ci sono esempi che parlano secondo me in questa direzione. Il primo è che in alcune parti del mondo, è moralmente inaccettabile il tradimento coniugale, ma poi è perfettamente possibile lapidare una donna. In altri luoghi, si condanna a morte chi ha ucciso, commettendo di fatto un omicidio. E la lista potrebbe continuare all'infinito...

Tutto però va ricondotto secondo me alla decisione più o meno consapevole che troppi fanno, di rinunciare a vivere secondo dei principi ispiratori che siano di guida nelle scelte difficili. Le regole del vivere comune, del fare il bene piuttosto che il male definendo quest'ultimo in base ai principi stessi, vengono continuamente infrante. Individualismo e sopraffazione restano a governare in tutti gli strati morali e in modi sempre diversi... La moralità può essere generalizzata solo se viene a prendere origine da una filosofia fondamentale che sarà in grado anche di dire cosa sia giusto e rispettoso di regole non scritte e cosa non lo sia.

Se guardiamo ai principi della rivoluzione francese, diventa immorale agire contro gli altri limitando la loro libertà di vivere e scegliere, tentando di sopraffarli e di renderli meno uguali di fronte alle opportunità e con la malizia di fare del male. Diviene immorale costringere una persona a non avere una vita perché gli altri la abbiano, specialmente quando un'alternativa c'è. Ovviamente posso riconoscere che bisogna agire in una democrazia seguendo il principio di maggioranza. Ma questa maggioranza, se va in danno di qualcuno, deve sentirsi moralmente obbligata a riparare il torto che quella minoranza sta subendo, facendo entrate in gioco quel principio di fratellanza universale che significa dare una mano a tutti, finanche agli ultimi. Uno stato, un'azienda, una organizzazione all'inizio guardano i grandi numeri,  ma poi devono riuscire a reagire occupandosi anche di quelli che restano tagliati fuori o sono penalizzati da una qualsiasi decisione contingente. Ovvio che le lamentele devono essere anche giustificate, ma se lo sono, bisogna correggere perché sia rispettato il valore della convivenza di uguali con uguali diritti e uguali doveri.

Non è immorale solo commettere un'ingiustizia, ma lo è altrettanto riconoscerne una e non fare niente perché conviene così. E se la nostra società viaggia sparata verso soluzioni che accontentino molti, ma danneggino anche alcuni senza pensare a come risolvere il problema, è una società moralmente malata, e forse addirittura priva di moralità.

Ogni giorno mi capita di sentire di persone che vogliono sopraffare altri e che non si fanno scrupoli di usare ogni mezzo per ottenere ciò che vogliono. Non si fermano a pensare di fronte alle proteste, ma piuttosto le ignorano guidati dal proprio interesse. Questo comportamento viola quei principi che si identificano nei sentimenti più nobili che l'umanità sia riuscita a sviluppare dopo essere uscita dalle caverne. Ci si disinteressa troppo di libertà, uguaglianza e fratellanza, e a quel punto non c'è alcuna morale che non sia quella distorta del proprio bene. L'essere guidati dal nostro vantaggio ha in comune con il discorso morale solo ed esclusivamente la soggettività della prima frase di questo post.

Scegliere un percorso senza principi porta all'assenza di una coscienza morale che sappia identificare il bene e il male nelle azioni. E senza morale ecco che la giustizia diviene un accessorio non riconosciuto come un dovere, ma solo come un ostacolo.

Nel non aver sentito da troppe parti nelle forze politiche italiane discorsi di libertà, uguaglianza e fratellanza, ho paura che il declino in atto del vivere comune sia irrecuperabile. Gesù, che un politico in senso stretto non era, ma che di principi, visti i contatti in alto che aveva, ne sapeva qualcosa, ha detto una cosa straordinaria che sembra tutti dimentichiamo: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. Senza necessariamente rifarsi in questo alla Chiesa Cattolica, se anche in politica ci si ispirasse a massime che hanno questo tipo di logica e che potrebbero indicare una strada nelle dispute più aspre, forse si ricomincerebbe a camminare insieme verso una vita serena non guidata dalla sopraffazione.

Nel nostro passaggio su questa terra c'è spazio per l'aiuto reciproco molto più che per il male. Non è vittoria quella di chi non ha cercato il dialogo ma ha solo saputo dire senza ascoltare. Non è nell'ognuno per sé e Dio per tutti un futuro possibile in un mondo sempre più piccolo e stretto. E' nello stare vicini seguendo delle regole comuni ispirate da principi elevati che risiede il progresso dell'umanità. Aiutandosi a diventare la Terra un luogo dove la serenità diventi un virus distribuibile. E se questa è una inutile utopia, meglio sognare quella che il balenare di una luce sulla prossima lama di coltello che ti colpisce alle spalle...

Note per Viaggiatori Occasionali...

Questo blog attualmente non contiene pubblicità esplicita e se ce ne è di occulta non lo sappiamo neanche noi che siamo gli autori... Per il copyright, esso è di chiunque lo reclami e possa dimostrare che le sue pretese hanno un minimo fondo di verità. Se inavvertitamente qualcosa coperto da proprietà intellettuali varie è stato usato, vi preghiamo di segnalarcelo, perchè provvederemo a riparare alla disattenzione che nessun vantaggio economico e morale ci porterà...

Capotreno e Viaggiatori