mercoledì 2 ottobre 2013

Poetica del chiudere in bellezza

C'è qualcosa di macabro nella danza della politica italiana di questi ultimi giorni. C'è una incommensurabile tristezza da film già girato ma montato male. Le scene hanno quindi perso ogni legame con le successive e tutto sembra un asincrono collage di eventi slegati eppure tragici e rumorosi.

La contrazione delle visceri deriva da un lato dell'orrore e dall'altro da quella rabbia impotente di fronte a convinti attori di ignobili farse.

Se Berlusconi ancora dirige l'orchestra,  la sua incoerenza e l'evidenza di un uso distorto del palazzo e del suo esercito di deputati prezzolati hanno raggiunto vette ancora inesplorate.

Ma sembra che anche per questo novello Cesare i coltelli stiano all'improvviso luccicando in senato. Tu quoque Angelino forse risuonerà, ma non è detto che l'attentato riesca.

Quello che è certo è che l'Italia sta perdendo la sua ennesima battaglia per non essere seppellita da se stessa e dalla sua anima incomprensibile e autodistruttiva. Si ricorderanno questi giorni? Permettetemi di dubitarne visto il mare magnum di scempi già perpetrati. Ma almeno che la guerra finisca con una resa di tutto e tutti per ricominciare. Non so che altro augurarmi...

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