venerdì 8 febbraio 2013

Battaglie perse

E' da qualche anno che lavoro qui con una certa soddisfazione. I periodi sono stati alterni ovviamente, ma in quale lavoro non lo sono? Probabilmente un segno di malattia nei confronti di una professione è la durata del periodo no: se supera i 12 mesi continuativi, il mio consiglio è non di guardarsi semplicemente intorno, ma di fare una scelta radicale di cambiamento, foss'anche in una direzione incerta. Ci sarebbe poco da perdere...

Tuttavia il motivo di questo post è un altro e la premessa ha solo in parte a che vedere con il lavoro fatto... La mia battaglia persa è infatti non quella di non essere riuscito a essere felice dove sono stato e dove sono, ma di non essere in 5 anni riuscito a far capire la differenza che passa tra un ingegnere elettrico e uno elettronico.

La confusione nasce certamente dalla separazione che solo due lettere non riescono a produrre nella mente di tanti. Se è vero che l'elettricità è dovuta a un passaggio di elettroni e che tanti dispositivi per la trasmissione di potenza cadono nel campo dell'elettronica, la differenza è sostanziale. 

All'università, ai miei tempi, Ingegneria Elettrica faceva parte del ramo industriale, mentre Ingegneria ElettrONica era nel ramo informazione. Questo perchè l'Elettronica è alla base di tutte quelle meraviglie dell'era moderna che hanno preso spunto e quotidianamente si cibano fameliche di transistor e affini. Ne segue che computer, cellulari, schermi TV e tutte le cose che rendono la nostra vita molto tecnologica, hanno al loro interno un cuore di silicio che pulsa al ritmo di elettroni in movimento. Sono questi dispositivi a fornire il supporto su cui far viaggiare l'informazione delle reti di telecomunicazioni e dell'informatica, e il legame tra queste discipline è talmente intimo che l'una non può vivere senza le altre... Sono esse le tre sorelle del settore hard e soft della facoltà piu' tecnica che ci sia... L'elettrica è invece quell'ingegneria che si occupa di produrre, trasferire e rendere fruibile l'energia elettrica di cui il mondo sembra non smette di essere affamato. La sua natura infrastrutturale la rende complice di tanti rami industriali come l'ingegneria civile, edile, ambientale e cosi' via fino alla punta delle foglie...

Tanti anni fa, appena uscito dal liceo, decisi per ingegneria. Ci avevo pensato bene. Negli ultimi 3 anni ero stato a quelle fiere informative per la scelta dell'università e sapevo che se fossi andato a fare fisica, la mia prima scelta, mi sarei bruciato i neuroni. La scienza mi avrebbe risucchiato in un mondo oscuro, dove tutto era ricercare soluzioni magnifiche a incognite enormi. A quel punto decisi che volevo "risolvere i problemi" (questa la definizione che ancora ricordo di uno dei professori che presentava), ma quelli concreti e vicini. Volevo fare e non tanto piu' studiare, e forse anche avere una possibilità maggiore sul mercato del lavoro...

Ebbene la storia è che mi confusi. Andai a Ingegneria Elettronica. Il corso era annuale e iniziava dopo quelli semestrali. Ma la mia prima scelta era stata Ingegneria Elettrica perchè avrei voluto poi prendere l'indirizzo Elettrofisica in memoria di quella scienza che amavo... Poi pero' mi appassionai a quel mondo dei computer che ancora mi dice tanto. Al software come all'hardware e al capire come funzionassero tutte quelle cose che ci circondano con un fascino irresistibile. E non cambiai mai piu' la mia via, anche perchè a pensarci un attimo, l'informazione è oggi la cosa piu' preziosa che c'è...

Felice di quella scelta, mi ritrovo oggi a leggere la job description ispirata alla mia posizione e trovo: Electrical Engineer.

Ho perso la mia battaglia, ma la guerra no. E volto pagina verso altro, rimanendo sempre un ingegnere elettronico, ma diventando meno tecnico. In un mondo dove quelle piccole cariche negative restano a scorrere veloci e mai distanti...

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