giovedì 23 giugno 2011

Un grazie

Stasera mi sento di scrivere due righe qui al computer. E' tardi, ma domani non si lavora nella Svizzera stakanovista (che poi tanto stakanovista non è).

Tra le varie cose di questo inizio di settimana, c'è stato il trasloco dal mio ufficio storico verso il nuovo impianto. E' sempre strano trasferirsi. Mi è già capitato ormai diverse volte di cambiare postazione di lavoro e mi è sempre piu' o meno andata bene con un miglioramento di "location". Questa volta la cosa è un po' discutibile. Mi sono spostato in un ufficio dove lo spazio è risicato, fa un caldo infernale e i cellulari non hanno segnale. In piu', il mio tavolo, è vecchio e abbastanza rovinato da far pensare a un banco di scuola, quelli incisi con le penne nel lungo tempo del liceo... Ma mi consola la finestra con la luce naturale che ho direttamente di fianco a me. Dopo anni di finestra si', ma con muro proprio di fronte, vivo la cosa con un misto di serenità e relax. Una buona combinazione... E devo ringraziare il mio capo, perchè mi ha fatto avere questo posto, che credo sia uno dei migliori dell'ufficio. Nel peggioramento, almeno un livello accettabile...

E un secondo grazie va al collega/amico che ha invitato me e gli altri a cena stasera. E' arrivato da noi in modo semplice, riuscendo pero' a integrarsi bene e a trascorrere parecchi mesi di ottimo contributo. E' una persona molto in gamba. Uno che stimo profondamente, perchè in grado di gestire le piu' svariate situazioni con calma e professionalità, senza lasciarsi andare. Esperienza e competenza. Le parole magiche di uno che sappia lavorare bene. E se ci si mette insieme anche un saperci fare e saper stare in compagnia, allora si parla di una persona con la P. E stasera ha detto una cosa che mi ha reso orgoglioso. Ha detto che sono una persona su cui contare, e che metterebbe la sua vita nelle mie mani perchè sono un tipo responsabile e di fiducia, e perchè sono onesto. Oltre a sentirmi orgoglioso di questo, lo ringrazio per la fiducia e per il mio ego nutrito a dismisura. E saremmo a due grazie.

Ma in realtà, dopo tutto, devo fare un ringraziamento immodesto a me. Devo ringraziarmi di essere come sono. Di diventare qualcuno per gli altri, foss'anche qualcuno solo responsabile, o simpatico o idiota. Nel mio tirarmi fuori da tutte quelle insicurezze che solo una storia finita male possono creare, sono per un attimo felice della sensazione di avere un significato per un po' di persone. Non mi importa se queste avranno un ruolo futuro nella mia vita. Cio' che stasera mi basta, è sapere di aver creato qualcosa in questa Svizzera piovosa. Qualcosa e qualcuno... E' un nuovo inizio forse. Con la speranza che la strada ferrata si raddrizzi al punto di farmi correre di nuovo...

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