venerdì 17 giugno 2011

Referendum. Diamogli un significato.

I referendum hanno avuto un successo insperato. Lo sforzo governativo di vanificare ancora una volta una consultazione popolare non ha avuto esito. É questo secondo me un punto serio, su cui l'Italia intera potrebbe produttivamente riflettere.
Dopo circa 16 anni, il quorum viene raggiunto, a distanza di poco tempo dalle consultazioni amministrative, anch'esse piuttosto indicative di un umore negativo nei confronti del potere.
Intendiamoci: io ho idea che l'Italia stia ovviamente dando un segnale di insofferenza alla politica inconsistente e personalizzata di quel popolo della libertà (di fare il caxxo che ci piace). Ma la mia impressione é che tutto sia un voto di protesta contro, non a favore di... Sì, perché dall'altra parte della barricata, non c'é alcun piano che dica cosa fare, che sappia convincere. Non viene trasmesso alcun entusiasmo per un programma chiaro. Non si riesce a riassumere in una parola un pensiero perché questo pensiero non c'é. Nel tentativo di fare equilibrismi per conciliare spiriti che poco hanno in comune, si sfocano tutti i messaggi, dicendo alla fine tutto e il suo contrario.
Ora ci vorrebbe una riorganizzazione della società civile in una struttura comunitaria, ma snella e rapida a consultarsi. Una sorta di Social Network dove si potesse cooperare con continuità. É infatti inutile pensare di nutrire fiducia in rappresentanti che sappiano interpretare i desideri di un popolo storicamente litigioso e presuntuoso. Da sempre convinti di saperne più dell'allenatore della nazionale, gli italiani hanno difficoltà ad interfacciarsi con il potere quasi quanta ne hanno ad assumersi delle responsabilità. Essendo uno di loro, posso dirlo. É solo quando il denaro o il narcisismo ci si mette di mezzo che ci si lancia in prima persona in imprese sempre a rischio limitato e dove il ritorno sull'investimento é molto più che pagante. L'esempio del blog di Grillo é solo przialmente convincente. Certo c'é un seguito di indignati e le polemiche sono nella maggior parte dei casi documentate e significative. Di contro, il movimento non sembra troppo convincente in un approccio più generale legato a questioni in cui non é più il solo effetto pratico a essere importante, quanto la filosofia che c'é dietro, che di per sé ha ricadute più generali.
In un momento di maturità estrema, mi piacerebbe non essere all'estero per potermi impegnare direttamente per l'Italia. Mi piacerebbe creare un gruppo di studio e di analisi delle spese pubbliche per capire in quali rivoli si vanno a pardere i milioni si euro di tasse che cercano inutilmente di colmare il debito pubblico. Il fine sarebbe cercare insieme a tanti altri, magari esperti tecnici in campi specifici delle soluzioni valide che permettano di ottimizzare. Troppe volte l'impressione é che le persone negli enti pubblici o al governo, non abbiano alcuna competenza specifica e quindi non possano essere guida di nessuno. É uno spettacolo desolante di slogan che non portano da nessuna parte. I pool di esperti, troppe volte si basano sull'amicizia, e questo é decisamente controproduttivo. Un atteggiamento un pò più severo e improntato al merito, alla capacità e alle qualifiche, potrebbe non essere così dannoso. Ma l'insidia di invischiarsi in discorsi del genere é che una volta assaggiato il buon boccone della convinzione di essere bravi e di avere delle soluzioni, si diventi superbi, arroganti e presuntuosi. Fortunatamente il mondo é pieno di persone molto più capaci di noi, e questo dovrebbe sempre riportarci con i piedi per terra...
In ogni caso, il messaggio é che bisogna fare di più in prima persona, ed é un messaggio valido anche quando chi scrive, in prima persona fa ben poco per l'Italia. Senza scuse e attenuanti, una teoria fisica non é meno valida se a dimostrarla ci si mettono i fisici sperimentali invece dei teorici... Ragione per cui, mi sentirei di dire un armiamoci e partite, ma con il cuore gonfio di invidia...

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