giovedì 13 ottobre 2011

RIP - Storie di persone

Rest in peace o Riposa in Pace. La stessa forma abbreviata. Non so in altre lingue, ma questa sorta di comunicazione universale di un concetto mi ha colpito.
Ne scrivo a qualche giorno di distanza dalla scomparsa del fondatore e motore di una delle aziende più dinamiche degli ultimi anni. Steve Jobs, un uomo sicuramente interessante, specialmente dal punto di vista professionale. Uno che di se stesso ha fatto molto parlare, e che ha prodotto svariati oggetti che rimarranno per certi versi storici.
Certo, e mi dissocio in questo da tanti che vedono in lui un profeta dell'high tech, il suo contributo allo sviluppo tecnologico, almeno negli ultimi anni non lo vedo tanto chiaro. L'estetica di iPod, iPhone e del relativo parco macchine non è un punto che discuto. Sono oggetti belli, ma tecnologicamente non particolarmente nuovi. Hanno creato un bisogno, hanno avuto la capacità di cavalcare un'onda e si semplificare la vita a tutta una serie di persone non interessate a quello che c'è sotto il cofano. Poi con l'apple store tutto è diventato commercialmente un risultato straordinario. Una buona filosofia di marketing ha quindi fatto il boom e il successo. Che lui ci abbia messo le mani e la faccia, è indubitabile. Ma proprio per questo penso sia giusto additarlo più come un ottimo capitano d'industria che come il genio tecnico che molti gli hanno attribuito.
Purtuttavia resta valido il suo contributo in altro senso. Steve Jobs ha infatti sdoganato il mondo dell'elettronica da quella apparenza sfigata da smanettoni dalle scarse doti sociali. Sono passati di moda i computer o i telefonini tristi, e il concetto di elettronica di consumo che diventa parte dell'arredamento o del tuo vestire come accessorio, ha cambiato le cose in modo radicale. Se oggi il mio cellulare è un oggetto che sembra uscito da una delle migliori pagine del design tecnico, è anche perchè c'è stato un iPhone e molti iPod che hanno guidato un trend nuovo e fondamentalmente piacevole...

Al di là comunque di questi discorsi, penso che la perdita di Steve Jobs sia per Apple un punto critico per il discorso immagine. Tecnicamente sono certo ci siano tante persone che sanno e sapranno fare, ma comunicativamente chissà. Umanamente mi ha intristito pensare che a 56 anni sia scomparso uno che aveva ancora la capacità di stupire. E ancor più devo dire di aver ammirato quel suo attaccamento alla vita testimoniato dal fare anche da malato. In questo mondo brutale e indelicato, mi aspetto un iPod RIP, ma spero non si veda. Spero piuttosto in un futuro di altri Steve Jobs, che sappiano guidare e indirizzare le persone in altre direzioni, non solo quelle aziendali. Comunicatori di pensieri, di idee... Ma anche per questi, a volte oggi, si deve scrivere RIP...

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