domenica 22 dicembre 2013

Nell'Italia dei Media chiacchieroni

Non credo che sia giusto quello che i media fanno in Italia. La proposta indifferenziata viene a trattare ovunque gli stessi argomenti semplicemente variando il filtro che provvede a colorare le immagini. L'approfondimento e la verifica delle notizie sono rigorosamente assenti. La sintesi brutale va sul sentito dire. Spiacevolmente non si salva nessuno. Chi si dà a interminabili premesse dense inevitabilmente di opinioni personali e che di conseguenza influenzano i riceventi, non fa un buon servizio. Ancora peggio quella tendenza al sensazionalismo e il gioco sull'orrore, basato su parole che colpiscono l'immaginazione quando non ce n'è alcun bisogno.

In una continua lamentela diretta ad indicare tutto quello che va male da un punto di vista specifico, arrivano davvero di rado le notizie di esperienze virtuose da imitare. Non si chiede al giornalismo di essere una guida per il paese, ma forse piuttosto di non seguire solo la situazione del giorno rendendola un malessere estremo.

Anche il seguire la politica in maniera ossessiva non aiuta. Ai cittadini interessa forse di più sapere in parole riassuntive cosa praticamente accade a tutti, e non chi dice come e perché. Vogliamo sapere cosa hanno partorito le menti geniali che sono in parlamento e rappresentano la nostra elite tecnico culturale. I loro litigi hanno senso solo se producono un risultato concreto. E quello che a me personalmente interesserebbe sono le conclusioni. Non partecipiamo direttamente al processo decisionale, ma prendiamo le conseguenze e a quelle dovremmo avere la possibilità di ribellarci con l'aiuto dei media.

Forse la mia è una visione limitata. Forse una semplificazione. Ma l'estenuante gioco delle chiacchiere con l'interpretazione delle intenzioni di tutti che valgono il tempo di un battito d'ali per essere smentite, è un tragico sovraccarico che mette polpa marcia a coprire la sostanza.

Se anche l'informazione dimagrisse e il bombardamento di inutilità non avvilisse in modo deprimente gli spiriti reali di chi in difficoltà lo è,  forse le istanze veramente importanti e più che altro veramente vere, guadagnerebbero spazio...

mercoledì 11 dicembre 2013

Racconto di Natale

Era una mattina dubbiosa. La nebbia non lasciava passare altro che l'odore sottile delle polveri si scarico di auto di grossa cilindrata e camion di irragionevole peso. I suoni attutiti non sapevano dare la sveglia a chi guardando fuori dalla finestra aveva scosso la testa. Se c'era elettricità nell'aria probabilmente non a tutti era dato goderne.

Per molti o tutti i passanti, la candela che ardeva di fronte alla bancarella del venditore di pastori, ricordava che Dicembre camminava veloce. Era tuttavia anche l'annuncio della frenesia godereccia in arrivo. Quelle settimane di incontrollabile preparazione alle feste. L'obbligo morale di festeggiare e un po' immorale di esagerare, dimenticando per qualche giorno i  tanto ragionevoli limiti che la società civile usava darsi.

Storcendo il naso al pensiero della battaglia per entrare in metropolitana, si incamminò deciso verso la stazione sperando di non incontrare i soliti pendolari chiacchieroni. Non c'era scampo allo scambio di pensieri altamente filosofici sul clima così poco piacevole e sul menu di Natale. Eppure non si sentiva pronto a mostrare quel volto sorridente che andava inevitabilmente indossato. Nella tasca pesava troppo quella lettera prevista, ma non per questo indolore. E la sua migliore interpretazione ottimista l'avrebbe dovuta riservare per la cena, quando la comunicazione ufficiale che era disoccupato non sarebbe stato un dessert tradizionale, ma molto più probabilmente un terribile caffè bruciato da ristorante...

Riuscì a trovare un posto un po' isolato, ma anche lì una faccia familiare densa di occhiaie lo incrociò nei pochi centimetri disponibili del primo vagone. Entrambi provarono a sorridere, ma alzare le gote sembrò uno sforzo incommensurabile. Parlare del tempo apparve superfluo. Discutere dei mali del governo e della globalizzazione assolutamente insopportabile.
Scartando l'ipotesi di un silenzio di tonnellaggio inaccettabile, rimase il lavoro. Già, quello che non c'era più. Gli sembrò impossibile fingere che nulla fosse successo. Gli sembrò così inutile proteggere una privacy decurtata di ogni valore. E brutalmente, finanche con un po' di quella vergogna orgogliosa, disse: "Oggi mi hanno licenziato.".
Il volto cadente non mostrò quell'attesa pietà né un moto di paziente comprensione. Semplicemente annuì rispondendo: "le lettere le ho mandate martedì, inclusa la mia...".


Non c'erano parole da aggiungere. Non un perché da domandare né qualche incoraggiamento da attendere o da trasferire. Scesero dal treno spalla a spalla, e insieme percorsero quella strada che non aveva segreti dopo tanti anni, eppure era pervasa dal mistero del futuro. In fabbrica, senza mettersi d'accordo, ritirarono i piccoli oggetti lasciati a impigrire nei cassetti e che pure valevano un ricordo sentimentale. La busta della spesa fece da compagna alla scatola di cartone. Le facce sui badge si guardarono da vicino sul tavolo della portineria. Non si proposero un caffè, neanche un cordiale. Si mossero contratti e monolitici verso una nuova routine da scoprire e ricercare. Non serviva un buona fortuna e non fu detto.

Bastò uno sguardo per la pace e per un condiviso "a mai più..." Si separarono naturalmente e non a malincuore pur rimanendo per sempre in quell'istante.

Era la vigilia di Natale...

venerdì 29 novembre 2013

Senza alzare la voce

Lavoro con le persone. Ognuno ha il suo carattere e un suo modo di esprimere disappunto come partecipazione e contrarietà. La voce è una potente cartina di tornasole degli stati d'animo. Ovviamente avere anche l'immagine e poter leggere una postura aiuta molto a capire e prevedere quello che accadrà.

Quando pero' ci si deve limitare al telefono, i silenzi, le pause e i cambi di tono restano l'unica via per interpretare il senso di quel turbine di emozioni che vorticosamente ci prende al cuore.

E' comune che si giunga ad alzare la voce oltre il tono naturale. Per chi come me è già normalmente rumoroso, significa sembrare concitato o arrabbiato. Non è sempre cosi'. Piu' spesso si tratta di una partecipazione intensa che prende anche il nostro lato emozionale. Il portare avanti delle idee diviene un deciso cambiamento di tono con picchi e valli acuminati e profondi che sconcertano.

Sarebbe bene imparare a portare avanti le proprie istanze senza alzare la voce. Non bisogna essere monotoni, ma allo stesso tempo bisogna riuscire a immedesimarsi negli altri per capire cosa possiamo fare di male a chi ci sta di fronte con una diversa sensibilità.

E' un lavoro duro su noi stessi che sembra non terminare mai. L'autocontrollo ci svuota e ci lascia esausti, ma il lasciarci andare ai nostri lati dominanti puo' inutilmente ferire. L'esercizio di pazienza e la rigorosa applicazione delle parole che non prendono i toni dell'offesa, alla fine puo' insospettabilmente ripagare in un benefico momento di ascolto e comprensione.

Dietro un buonismo simulato in abito da prete, c'è in me la sensazione che il mondo urlato, benchè lungi dallo scomparire, possa essere combattuto da noi stessi in un tentativo sincero di avvicinarsi agli altri...

E buonanotte...

domenica 24 novembre 2013

Cina

A volte questo blog prende i toni del racconto personale,  lasciando da parte I temi generali e i viaggi reali.
Altre volte,  come in questo caso,  tenta di raccontare un'esperienza di conoscenza straordinaria nel tentativo di inquadrare un nuovo mondo che è sembrato per troppo tempo e a troppe persone lontano e slegato dal nostro. 

Ebbene ho trascorso 7 gg in Cina. Era da alcuni anni che pensavo di voler andare a vedere di persona come vivesse nella sua terra la gente che più velocemente si sta diffondendo per il mondo e più o meno alla luce del sole lo sta iniziando a dominare. Vedere le case, assaggiare il cibo, sfatare o confermare i miti che troppe volte si basano sul sentito dire. Ecco la missione. 

Pechino

È iniziato tutto in un'atmosfera polverosa a Pechino, anche detta Beijing. Una cappa di inquinamento colossale ci ha accolti in una capitale da 20 milioni di abitanti. Ecco la prima constatazione: le polveri sottili e lo smog sono una realtà tangibile. Le auto in numero incredibile erano tutte ricoperte di uno strato bianco, esattamente come le foglie di tutti gli alberi lungo la strada. Quando poi ho passato la giornata a camminare in giro, ho avvertito nitida la necessità di una doccia. L'accumulo orribile di particolato è stato testimoniato da una soffiata del naso che sembrava più la pulizia di un camino.

Il traffico mi ha messo decisamente in crisi. Provenendo da Napoli pensavo di averle viste tutte, ma la follia di cambi di direzione, l'indisciplina irrequieta e l'assenza completa di regole e di qualsiasi controllo, mi hanno veramente sconvolto. Tassello importante tuttavia delle conclusioni cui sono al fine giunto, posso aggiungere che in Cina ci sono moltissime auto, una gran quantità vecchie e chiaramente usurate, ma soprattutto ci sono milioni di cinesi che hanno fretta.
Poi c'è stata una prima immersione nella massa liquida di teste e corpi. La metropolitana stracolma dove il contatto fisico non è delimitato. È terribile consuetudine non tenere per sé la propria saliva: starnuti e sputi sono condivisi con i passanti e i vicini. Forse l'effetto aviaria non ha creato alcun cambiamento culturale. Nessun giudizio morale su questo comportamento. Solo una diversa abitudine igienica. D'altronde anche il dubbio su che cosa accadrebbe al mondo se un miliardo di cinesi utilizzassero i fazzoletti di carta.
Una storia millenaria quella della Cina, ben rappresentata dai monumenti di Pechino e dalla incredibile Muraglia. Un percorso visibile dallo spazio che testimonia un'epoca andata, ma un'operosità ereditata dalla popolazione di oggi. In questo la Cina è lontana da un mondo occidentale dove non è la forza dei numeri a fare una brutale differenza.
Colpisce in modo differente l'inaccurato rapporto con I dettagli e l'assenza di manutenzione. Tutto sembra diventare presto vecchio. Nessuno sembra soffrirne o curarsene. Ma la decadenza arriva repentina allo sguardo europeo. Uno sguardo di sicuro 30 anni fa meno severo. Però il punto è la velocità di recupero da queste differenze. Se la globalizzazione standardizzerà anche gli aspetti perfettibili della vita cinese le loro richieste e aspettative saranno le stesse che il mondo occidentale ha nutrito per lungo tempo. Come una società così diversa possa assorbire simili istanze non è chiaro.

Xian

E da Pechino a Xian. Non dirà molto a molti questo nome. Ben più facile che si sappia del poderoso esercito di terracotta. Una magnifica follia imperiale che testimonia uno splendore culturale indimenticato, ma forse anche un po' sepolto. 

Un volto diverso della Cina. La città antica, ma francamente anche un po' vecchia. Cavi elettrici penzolanti ovunque, una pulizia approssimativa, una povertà sottintesa. I motorini come taxi ufficiali e senza misure di sicurezza all'interno del solito traffico "constrictor". Le bancarelle di cibi meno esotici del previsto, ma di qualità prevedibilmente bassa. Se gli spiedini di calamaro provengono da un marciapiede confinante con la strada e da una inquietante scatola di polistirolo non refrigerata per una giornata intera, forse noi europei potremmo soffrirne.
Ma anche Xian una città imperiale fondamentale. E i suoi monumenti a testimoniare epoche andate. Anche qui con un pezzo di tarocco: la maggior parte edifici ricostruiti per essere contemporaneamente memoria e bene comune. In un mix a volte sconcertante di tradizione che si mescola alla nuova Cina degli edifici enormi, nuovi e allo stesso tempo troppo spesso dozzinali.

Shanghai

E via in volo verso Shanghai. Aspettarsi ancora un contrasto è legittimo. Ma, delle 3 raccontate, Shanghai è la più contaminata ed europea. Non necessariamente un bene questo mix alcolico eccitante e allo stesso tempo claustrofobico. In uno spazio enorme, ti senti ugualmente soffocato da una massa umana che ti sembra di bere come una grappa di riso. Ebbrezza iniziale fino a una totale indifferenza quando la dose abbia superato i livelli di sopportazione. 24 milioni di gocce distillate unicamente, ma sciolte l'una nell'altra. È la città della ricchezza e della modernità che fagocita se stessa per assecondare il mito della fenice che brucia per rinascere dalle sue ceneri, in grattacieli da torcicollo colorati per trasmettere la tradizione che essi stessi stanno spezzando.
 

 

Ma è anche forse la città che più possiamo comprendere. L'antica porta alla Cina è oggi un centro finanziario irrinunciabile per il mondo e conseguentemente ricco di influssi ormai indistinguibili e che fanno sentire coinvolti tanti, ma forse a casa nessuno. Un albergo neutro per una gran massa. Una casa instabile per tanti altri che aspettano che il loro tetto venga schiacciato dal pachidermico piede dell'ennesimo colosso di cemento armato. Risucchiati innaturalmente ad altezze vertiginose, lottano tutti per la propria stabilità. Tra 24 linee della metro e decine di viadotti e di uscite dell'autostrada, gli uomini sono punti consapevolmente invisibili che non possono riconoscersi.
È tuttavia una città discoteca perché riesce a stupefare con suoni e colori. Cosa resti di questa modernità tanto attuale eppure tanto anacronistica non è chiaro. Non credo che vivere in un simile ambiente sia facile. L'impressione è che la droga della velocità sia assorbita in modo inconsapevole e che poi renda inaccettabile un rallentamento. Effetti collaterali si vedranno nel lungo termine...

venerdì 15 novembre 2013

Decrescita professionale

La vita lavorativa può essere una sequenza di esperienze che hanno due effetti: il primo è una crescita in termini di responsabilità e la seconda un miglioramento di efficienza. Ovviamente eacludo le "cape di chiovo" (teste di chiodo) che anche se le martelli 100 anni non sono capaci di cambiare.

La responsabilità aumenta per un discorso di ambizione e anche perché si riconoscono determinate capacità e ci si focalizza su di esse dando un vantaggio sia al datore di lavoro,  chiunque esso sia, e all'individuo, mediamente stimolato da cose nuove.

La possibilità di lavorare più velocemente è invece semplice conseguenza dell'esperienza e dell'acquisizione di competenze specifiche che aumentano la comprensione dei problemi da risolvere.

Il risultato di questo, in una società avanzata e in progresso, è uno sviluppo in cui costantemente, con creatività e con nuovi mezzi, ci si spinge quel passettino più avanti.

Non tutti saranno geni, ma per far funzionare le cose, è "la somma che fa il totale".

E ora ecco I dolori. Se per una qualsiasi ragione la tua vita lavorativa viene costellata di inspiegabili e inspiegate delusioni che non riconoscono quel progresso che hai fatto, il meccanismo si inceppa. Se il fatto di avere un lavoro retribuito (o anche non retribuito) diviene un privilegio, diventando quindi esso stesso la tua ricompensa, la natura umana è quella di appoggiarsi allo schienale della propria sedia e non andare alcun passo oltre quello necessario. Il progresso, visto come una inarrivabile chimera, non ha ragione di essere inseguito. L'esperienza diventa un bagaglio utile a fare prima il dovere, ma senza piacere. Insomma un pantano di sabbie mobili che risucchia senza pietà tutti e tutto.

È così che un paese produttivo muore. È questo che accade all'Italia?

domenica 13 ottobre 2013

Abbracci epocali

Finisce un'epoca della nostra breve esistenza quando le cose cambiano al punto da non avere una serie di riferimenti con cui orientarsi. E' una sensazione di smarrimento in cui non tanti si trovano bene, seppure alcuni ricerchino questo stato per iniziare ogni volta da zero. L'autoinduzione del buio assoluto, dove uno spostamento avviene con l'uso di una frazione dei nostri sensi, non è usuale, ma possibile...

Non posso dire di essere uno di quelli che amano la privazione di punti fermi. Mi piace che ci siano persone e cose che definiscano il mio spazio di movimento. Forse è per questo che la mia esistenza non può essere considerata profondamente avventurosa. Non mi dispiace essere come sono, e non provo invidia per gli altri che riescono a buttarsi senza resistenza alcuna.

E' forse per questo che mi turba un po' oggi constatare come la realtà abbia preso a roteare costantemente e in modo repentino sfaldando edifici che sembravano stabili e incorruttibili. Non me ne faccio un cruccio senza fine. Ma spesso mi ci metto a pensare...

Ieri uno di quegli abbracci epocali che segnano un nuovo inizio per qualcuno, ma coincidono inevitabilmente con la fine di qualcos'altro. E' quella sensazione di addio senza progetto futuro che lascia una casella vuota, senza tempo e luogo. Nel mondo delle comunicazioni non si perdono i contatti, ma di sicuro evaporano piani potenziali che forse non si sarebbero mai concretizzati e che pure ci danno punti di stabilità contro le vibrazioni di una vita che non riusciamo del tutto a assorbire.

Nella tristezza ovviamente restano bei ricordi e il senso di incontri fortunati. I migliori auguri. Ma anche quel profondo spazio che non va riempito.

Saggiamente è bello pensare che per tutti le cose cambino in modo positivo, con un progresso. E allo stesso tempo la tristezza per gli addii che non portano con sé liberazioni, ma privazioni, sono comprensibili...

E' come leggere l'ultima pagina di un bel libro e scoprire che restano di fatto solo delle appendici... Fanno piacere. Ma non è la stessa cosa... 

mercoledì 2 ottobre 2013

Ciclicamente si chiude

Stasera ho da spendere le mie ultime parole di questa settimana sulla politica italiana. Da domani mi dedicherò ad altro o al nulla...

Oggi però è stata una giornata particolare e devo dire che anche al lavoro ho buttato spesso un occhio sulla diretta dal parlamento leggendo quello che stava accadendo. E' iniziata con un Letta che ha fatto il primo ministro un po' supplicante. Ha proposto però con sufficiente dignità di andare avanti con i lavori di un governo che non piace a nessuno ma cerca di governare. E alla fine per mere logiche di palazzo ha incassato i voti di tutti.

Poi ci sono state le fronde nel PDL che si è rotto. Hai voglia a cantare "Meno male che Silvio c'é": ormai troppi si erano convinti che per la loro poltrona era meglio rimuovere il "Meno" e abbracciare un più realistico Angelino.

E alla fine la politica riprende la sua strada. Dei grillini non parlerò solo perché credo che tra di loro ormai serpeggi quel germe inarrestabile dell'incertezza. Le reazioni scomposte nei confronti di ex colleghi sono un segno di paura e rabbia.

Si potrebbe dire che tutto è bene quel che finisce bene. Trascurando il giudizio su cosa sia realmente il "bene", mi sembra comunque di assistere a un ennesimo ciclo che si chiude. Il fatto assurdo è però che il prossimo passo è spesso l'avvio di un ciclo successivo non contraddistinto da migliore fortuna rispetto a quello precedente. Berlusconi non solo non sparirà, ma tornerà a provarci ben presto. Forse dagli arresti domiciliari. Ma questo non lo renderà meno dannoso... Il PD cercherà l'ennesima sua nuova identità, rendendosi di nuovo ridicolo e sfoggiando la sua faccia di opposizione perenne che si mette anche contro se stessa. Grillo e tutti gli altri non smetteranno di urlare inconcludenti attacchi a tutto e tutti senza offrire soluzioni. Un nuovo Big Crunch seguirà tutto questo. Peccato che il successivo bang sarà ancora una volta un imprevedibile distacco dalla realtà.

Se il ciclo si sia chiuso non è un dato certo. Che ci sia un nuovo hula hop a portata di mano è l'aspetto più letale con cui confrontarsi...

Poetica del chiudere in bellezza

C'è qualcosa di macabro nella danza della politica italiana di questi ultimi giorni. C'è una incommensurabile tristezza da film già girato ma montato male. Le scene hanno quindi perso ogni legame con le successive e tutto sembra un asincrono collage di eventi slegati eppure tragici e rumorosi.

La contrazione delle visceri deriva da un lato dell'orrore e dall'altro da quella rabbia impotente di fronte a convinti attori di ignobili farse.

Se Berlusconi ancora dirige l'orchestra,  la sua incoerenza e l'evidenza di un uso distorto del palazzo e del suo esercito di deputati prezzolati hanno raggiunto vette ancora inesplorate.

Ma sembra che anche per questo novello Cesare i coltelli stiano all'improvviso luccicando in senato. Tu quoque Angelino forse risuonerà, ma non è detto che l'attentato riesca.

Quello che è certo è che l'Italia sta perdendo la sua ennesima battaglia per non essere seppellita da se stessa e dalla sua anima incomprensibile e autodistruttiva. Si ricorderanno questi giorni? Permettetemi di dubitarne visto il mare magnum di scempi già perpetrati. Ma almeno che la guerra finisca con una resa di tutto e tutti per ricominciare. Non so che altro augurarmi...

lunedì 30 settembre 2013

Racconti di paura

È un incubo senza fine quello Italiano. L'ultimatum di una settimana per mettere in campo una ricetta impossibile. Stranamente coincidenza di date con il  voto della commissione sulla decadenza da senatore. Gli occhi sbarrati degli italiani increduli sembrano quelli orribili di un film di Dario Argento tenuti aperti da aghi.

Cosa può accadere di più pauroso che guardare questo spettacolo di massacro pulp condotto senza alcun rispetto per l'estetica? Facile rispondere: il prossimo passo. Sì perché seppure si spera che ci siano molti caduti da una parte e dalle altre, in realtà sarà ancora una volta una tragica finzione cinematografica dove tutti si rialzeranno e si scrolleranno il sangue finto coagulato pronti per la prossima scena...

È forse quello che in realtà ci piace,  popolo litigioso e ridicolo che vuole potersi dedicare al pettegolezzo mutandaro. Senza indignarsi troppo, ma potendo urlare e fare caciara.

Ora si può solo aspettare. Ma cosa? Ecco, è a questo che chiedo risposta...

Auguri speciali

Sono in ritardo questi miei auguri speciali. Ma erano auguri cbe andavano celati fino alla fine.

Sono stato a Napoli per il compleanno di mio fratello. Mi aspettava ignaro ma speranzoso e non è rimasto deluso. Io ben più felice di esserci stato.

Ma il senso di un compleanno è quello di un augurio di vita migliore. Esso si estende dalla persona interessata a tutti quelli che hanno un ruolo intorno a lei. È la speranza che le ruote dentate della vita prendano a girare robuste incastrandosi fortemente, ma scivolando bene sulle altre. In fondo l'augurio a chi vogliamo bene non è altro che un egoistico desiderare che staremo bene noi...

Oggi sono tornato in Svizzera con il sogno che tutto possa migliorare giorno per giorno. Non ho idea come. Ma in questi giorni tali e tante sono le cose che succedono e riescono a preoccupare, che mi va di augurare a tutti quelli che leggono con una preferenza per quelli che amo, che il loro presente e futuro in qualche modo prenda un felice sbuffo di vento in quella vela che pende e ha bisogno di tirare forte verso una destinazione improvvisamente piena di soddisfazione...

venerdì 27 settembre 2013

Attualità

Da un po' di giorni non guardavo il telegiornale italiano. Niente di nuovo: con il tempo a disposizione spesso mi dedico a varie attività poco impegnative e per questo significativamente più rilassanti. Ovviamente non sentivo particolarmente la mancanza della solita politica dell'emergenza né dei suoi improbabili protagonisti concentrati inevitabilmente in una seria farsa di interessi minori, ma decisamente superiori a quelli della popolazione intera d'Italia.

Il fatto grave e fondamentale è che l'attualità non è mai concentrata sul paese, ma su una infima minoranza di persone che dovrebbero essere rappresentati delle istanze generali,  e invece non si occupano di altro che di se stessi e della loro sopravvivenza politica che corrisponde ad un ricco piatto a tavola. Questa volta sotto accusa è tutta la classe politica, nessuna distinzione. Se Berlusconi riesce ancora una volta a far passare i suoi personali come problemi nazionali,  gli avversari sono in perenne ristrutturazione. E intanto l'economia soffre. E se essa fosse un argomento astratto non ci sarebbe tanto da lamentarsi,  ma purtroppo la vita serena di tanti è compromessa da questo bombardamento di inutilità.

Nell'assenza di idee,  nella profonda ignoranza di chi si presenta per guidare delle persone,  l'informazione e I mass media contribuiscono a non fare chiarezza,  ma solo chiacchiere. Perché il piatto piange clamorosamente. Si propongono solo toppe per l'emergenza. Niente che somigli a un piano pluriennale. È questa una politica degna?

Secondo me si può facilmente definire assurda e attuale. Assurda nella sua folle e maniacale ricerca di chiacchiere senza fatti. Attuale perché costantemente legata esclusivamente all'istante, al momento che conta più di ogni altra ipotesi di lungo termine.

Il problema che resta è se l'attualità sia sufficiente a far sopravvivere una nazione e sostanzialmente un gruppo di persone altamente disomogeneo che pure abita all'interno dei suoi confini territoriali, ma al di fuori di quelli della realtà.

La speranza è che le cose cambino. Il ciclo vitale delle persone e le individualità hanno un termine. È prossima la fine di tanti vecchi, almeno quella nella vita attiva dedicata a distruggere un bel paese. Forse saranno rimpiazzati da una scuola diversa. La paura che abbiano appreso troppo dai cattivi maestri di oggi è grande. Però un'alternativa si deve trovare. Crederci è tutto sommato la carta vincente.

lunedì 2 settembre 2013

Persone che fanno sperare...

Dopo una settimana dal ritorno dal Trentino Alto Adige dove sono stato a celebrare con una quarantina di tranquilli fan degli U2 l'annuale BBQ In the Name of Love, voglio scrivere due righe su quella persona che è artefice di questo ritrovo...


Non si tratta di ringraziare semplicemente. R (motivi di privacy) è sicuramente una persona straordinaria e la sua dedizione all'evento sfiora l'incredibile. Ma quello che piu' di tutto ogni anno mi restituisce l'incontro di fine estate al ritmo del rock e della musica che amiamo, è la speranza per un mondo migliore di quello che io contribuisco a creare.



R prepara un clima sereno e lo fa senza alcun fine di lucro. La pazienza infinita, le buone parole per ognuno, il servizio degli altri. Sono cose che splendono come stelle nelle sere estive...



C'è da imparare e da migliorare seguendo questi esempi. In Italia, nel mondo, fare per sé e per gli altri, ma senza pensare a cosa si riceve in cambio e a cosa serva. Distribuire serenità e felicità perché ci va. Dare senza avere. Messaggi che hanno un pizzico di santità. Non ne faccio un carico pesante per le spalle di R. Dico solo che personalmente vorrei poter imparare a elevarmi dalle piccole storture dei nostri tempi e proporre un messaggio che dia la voglia di mettersi tutti a remare nella stessa direzione... Se ci si impegna tanto, l'esempio non resta inutile: le persone si sentono ispirate e ecco che ognuno fa qualcosa, anche una piccola cosa, che aiuta tutti gli altri...



Come metafora di una società che puo' recuperare una strada solidale, ecco che dopo aver mangiato e bevuto insieme, tutti sono li' pronti a rimboccarsi le maniche e a dare le mani per mettere via le panche su cui hanno festeggiato. E' questo un segnale forte: se qualcosa si riceve, la natura umana è quella di chi sente la riconoscenza e vuole contraccambiare. In un circolo virtuoso, si va avanti a fare le cose che sono giuste e a farle bene.



Restero' un buonista sognatore. Non uno stupido sognatore pero'. Conosco e riconosco il mondo di oggi... Forse pero' sono uno di quelli che spera di poter migliorare quel tantino che basti anche per pochi istanti, a spingere verso un progresso che non sia crescita economica, ma sviluppo di un popolo...

giovedì 22 agosto 2013

Ripensarci: ovvero ho bisogno di tempo!

Una persona estremamente intelligente e spiritosa mi ha detto: i cornuti ci ripensano!

Devo aver sviluppato delle antenne se ritorno repentinamente sul discorso del tempo che ho affrontato di recente... In effetti ho fallito il bersaglio nella discussione precedente. Mi sono basato non su una visione generale, bensì su una sensazione istantanea non corroborata dai fatti. Mi sembrava infatti al momento del post di stare facendo molto se non tutto quello che desiderassi. In quel contesto, perché volere altro tempo?

Ebbene l'errore di fondo mi appare tristemente stamattina che con il piccolo schermo del mio cellulare scrivo questo post. Ho bisogno di più tempo per avere la possibilità di non farci nulla. È evidentemente il lusso quello che cerco. La libertà di decidere di lasciar scendere dei granelli dorati nella clessidra con fare sufficiente perché la coppa in alto è ben piena.

Non essendo un tipo iperattivo, in modo del tutto puntuale mi era capitato di vedere la clessidra con una lente di ingrandimento che la aveva inciccita a dismisura. Oggi invece ogni granello che scende mi sembra corra forte e mi sottragga spazio di manovra. Mi sento affannato al limite del panico. Vorrei un momento al rallentatore stile Matrix... Ma non verrà...

E allora l'unica è ottimizzare. Che non significa spremere da se stessi tutte le energie in ogni momento, ma evitare le dispersioni in cose superflue. Basta fb, fine dell'ossessivo refresh di pagine inutili. Fine della inutile sequela di momenti superflui e invece il riempire il tempo di cose che ci fanno stare bene. Un elogio dell'utilità e dell'utilizzo proficuo del tempo. Come ci piace non importa, ma mi illudo che se svuotassimo la giornata delle cose che non vogliamo e che in realtà ci addormentano i neuroni, il tempo ci apparirebbe sempre poco, ma lo guarderemmo come una serie di perle lavorate che scorrono, e non come quella rozza sabbia che ruvidamente fugge...

domenica 4 agosto 2013

Sempre più giù

E' stato alla fine condannato Berlusconi in via definitiva. Dopo una vita di rinvii. La verità è che sono circa vent'anni che il Cavaliere di Arcore domina la scena politica non con le sue idee, quanto con i suoi problemi e le pezze a colori per riparare ai suoi danni personali.

Senza mai proporre un'idea chiara di cosa fare per una nazione progressivamente indebolita, la scena del paese ha avuto LUI come parafulmine. A destra come a sinistra, spostare l'attenzione dalla incapacità operativa della classe politica ai problemi di soldi e di mutande del cavaliere, è stato lo sport nazionale.

Oggi cosa cambia? Di fatto nulla: potrebbe è vero accadere che Berlusconi scomparisse, ma già le diplomazie segrete sono al lavoro per risolvere soddisfacentemente la questione.

Su tutte, la mia domanda è: chi se ne frega?!?!?!? Insomma, dopo vent'anni di vuoto spinto e di progressivo impoverimento di tutti, i giornali, gli oppositori e ovviamente i sostenitori, tutti accecati dalla rabbia e dal gusto eccezionale della notizia, si lanciano sul pezzo di carne che sembra succulento, ma in realtà è marcio e scaduto...

Agli italiani, tranne agli stipendiati del nostro eroe di mille battaglie e a quelli che hanno un ritorno dalle sue scelte che niente ha a che vedere con il benessere pubblico, non interessa proprio nulla di questa storia. Certo, il pettegolezzo e la pruderie sono inarrestabili, ma se poi si chiede a tutti quale sia il loro problema, ecco emergere parole più ragionevoli come Lavoro, Casa,  Salario, Produzione, Innovazione, Sicurezza... Insomma a che punto è la giustizia riguardante una sola persona? Non nella top ten mi sembra di poter dire.

E invece sembra di nuovo che non ci sia nient'altro che questo. Che la crisi della democrazia coincida con le condanne. Invece le condanne sono forse un segno di un paese ancora sano. Ma non ci cascherò anche io: continuo a dire che basta. Basta deviare e inquinare le acque con priorità che non esistono. Basta far scorrere fiumi di inchiostro su uno quando c'è un mare di punti che vale per la maggior parte della popolazione e che non vengono mai posti in evidenza.

Rimarrò uno dei tanti inascoltati. Ma almeno non voglio essere più complice di questo perverso sistema di distruzione che mediaticamente copre i suoi disastri rimanendo senza alcun giudizio contrario. Siano davanti al popolo quei rappresentanti che li hanno portati all'oggi. Siano lasciati in disparte a godere di un immeritato riposo. Sia un nuovo impegno a prendere piede. Ma un impegno qualificato e concreto, con una visione globale che non usi semplificazioni puntiformi, ma pensi ad un'Italia tutta e a come aiutarla a non annegare...

Utopie. Ma quando si tocca il fondo, o si scava o si prova a non andare ancora più giù...

giovedì 1 agosto 2013

Un po' di tempo per...

Compagno sfuggente il tempo. Gli dai un'appuntamento decidendo che gli dedicherai la tua attenzione, poi però ti rendi conto che l'istante è trascorso e hai mancato l'incontro...
Ma è con un certo disappunto che di recente mi chiedo a cosa mi serva del tempo. Cioè prima di lamentarsi della sua mancanza, non bisogna identificare una ragione per cui si desiderano più ore in una giornata? È un uovo di colombo. Però ho un momento di tragica incertezza a rispondere alla domanda: che ci faresti con più tempo? Siccome l'interrogativo proviene da me, è difficile che mi auto-ridicolizzi o che ignori la cosa.
Probabilmente la prima risposta sarebbe che cercherei di scrivere più post surreali come questo. La seconda, relativamente più seria, è che coltiverei i miei hobbies. Significa che mi dedicherei alla lettura, ai film, ai viaggi e alle inutili ma tanto piacevoli passeggiate all'aria aperta nella natura o tra la gente. Poi ovviamente trascorrerei ore al pc a giocare all'amministratore... E poi dormirei di più...
Il tutto ovviamente sarebbe legato alle persone con cui mi piacerebbe fare queste cose. Sarebbe il fatto di farle con chi amo a rendere il tempo prezioso.
Ma è tutto questo sufficiente a far richiedere più tempo?

Non lo so più. Mi sembra a volte che ci dovrebbe essere qualcosa che giustifichi in assoluto il tempo che passa e il modo in cui lo usiamo. Un obiettivo, un alto destino. Oppure dobbiamo farci una semplice ragione del fatto che il nostro passaggio qui su questo azzurro globo rotondo sia un puntiforme evento nello scorrere di milioni di anni...

Non importa tanto. E' solo che alla fine della giornata, spesso, vorrei ancora delle ore di cui fare qualcosa. E non ci sono. Sarebbe ora di ricontrattare con il gestore della grande clessidra... Ma la vertenza sindacale la vedo tristemente già segnata...

lunedì 3 giugno 2013

Tempo di Musica

E' iniziata l'estate dei concerti. Negli ultimi anni almeno un paio per cui è valsa sempre la pena. E' difficile spiegare in parole che cosa significhi accostarsi agli eventi da stadio e soprattutto che cosa significhi farli diventare storie tue personali. Ma provarci lo trovo giusto...

Sono un grande ignorante musicale. Se nella vita ho tentato di accostarmi alla musica classica, è pur vero che non ho mai avuto la pazienza di concentrarmi tanto da imparare a riconoscere le melodie e a capirne un senso. Posso dire che ci sono molti brani che mi colpiscono, ma anche devo riconoscere che sono brani semplici e che piacciono a tanti. Questo in genere è considerato indice di scarso orecchio. Se poi ci aggiungiamo che l'unico strumento che ho mai suonato sia stato il flauto dolce e che l'unica nota che ero capace di tirargli fuori fosse il do che ha tutti i buchi chiusi, magari il quadro è piu' completo...

Poi pero', complice un fratello un po' piu' maniaco e la mia continua curiosità per le cose nuove, mi sono addentrato nel mondo dei concerti dal vivo di musica rock. Gli U2 per primi e quindi anche come primo amore, oggi un bel po' di Bruce Springsteen e poi quello che potrà accadere... Cio' che conquista pero' non sono solo gli artisti sul palco, ma l'evento e l'atmosfera. La compagnia poi è determinante perchè devi sentirti parte di un tutto e condividere intorno a te i sorrisi, qualche abbraccio e l'emozione...

Il tutto si miscela in una droga molto allucinogena che ti porta in alto e ti fa scorrere adrenalina a fiumi, nel ballare e cantare anche canzoni che non sarai magari in grado di ricordare il giorno dopo... Dura a lungo questo mix fenomenale di esaltazione e sentimento. E poi vai facilmente in astinenza non riuscendo a sopprimere il desiderio di rivivere quell'esperienza che si perpetua sempre diversa...

E' cosi' che l'estate si puo' snodare attraverso stadi e città dove il concerto è sicuramente anche una scusa per stare insieme e visitare un posto nuovo... Ma allo stesso tempo è quella bella montagna di panna montata tanto zuccherina e delicata da rendere dolci i tuoi ricordi.

Auguro a tutti un po' di concerti e un po' di emozioni. Si puo' smettere forse: ma chi vuole farlo?

domenica 26 maggio 2013

Dedicato a Bruce Springsteen e alle sue dediche...

Sono tornato a Napoli per il concerto di Piazza del Boss Born in USA, ma con lontane origini italiane. L'ho fatto per vedere la mia famiglia, senz'altro, ma anche per la musica di questo straordinario ultrasessantenne che sa suonare, cantare e parlare ai cuori...

È un uomo entusiasta Bruce Springsteen. È uno che fa di ogni concerto un evento indimenticabile e che sente. È venuto a Napoli a parlare di problemi e di come bisogni voler bene alla propria terra. A dire che non ci si può dimenticare che quelle pietre che calpestiamo sono parte di noi. E che non è bene sputarci sopra, non solo perché è ingiuriare noi stessi, ma anche perché essere fieri e non vedere solo la spazzatura salva.

Al di là di un concerto molto personale, in cui i momenti di memoria delle origini e del percorso di una vita si fondono indissolubilmente, mi resta la sensazione di una lezione. Il venire a dirci, con gli occhi di chi ha visto tutto il mondo eppure non vuole dimenticare da dove sono partiti gli antenati che hanno fatto la sua storia, che ognuno ha la sua hometown da amare, anche se non è bella e luminosa. E ognuno è un po' responsabile di non farla cadere sempre più giù...

Mi sono dispiaciute le stupide e pretestuose polemiche sull'organizzazione dell'evento. Il soprintendente Cozzolino si riterrà paladino dell'arte di Napoli. La sua spada sfolgorante a guardare alla situazione attuale, non la vedo luccicare.

Napoli ha forse bisogno che siano gli artisti e gli stranieri a ricordarle le sue bellezze visto che i napoletani stessi non le vedono più. La città ha bisogno di vivere in musica, arte, turismo e spettacolo, perché non è mai riuscita a diventare economicamente rilevante. E se questi figuri si preoccupano delle pagliuzze date dai tendoni stesi per ridurre la partecipazione di spettatori non paganti, forse non riescono a riconoscere la trave che gli si è conficcata da decenni nell'occhio. Quel silenzio colpevole sul degrado del patrimonio artistico unico al mondo, reso inservibile e progressivamente distrutto per mancanza di attenzione, idee. E poi il rivendicare che si deve operare per salvaguardare, senza specificare come e dove. Un sopraintendente che puzza tanto di burocrate che miseramente non vuole essere scavalcato, ma che sa scaldare bene la sua poltrona in una inazione costante e troppo serena.

Ci vogliono gli artisti a risvegliare le coscienze? Non solo loro, ma anche loro... E non ci vogliono gli immobili burocrati a preservare quello che va in malora. Ci vuole cuore e intelligenza, capacità di sognare e far sperare...

Parole difficili oggi...

sabato 18 maggio 2013

La comoda posizione in poltrona

Finalmente scoperto l'arcano del successo delle trasmissioni di approfondimento, magari un po' scabrose...

Permettono a tutti di stare in poltrona a indignarsi e a criticare tutto e tutti, senza poi essere costretti a proporre alcunché come soluzione. È su questo che si basa l'utente medio e più o meno recentemente il politico medio: stare su un comodo scranno pieno di cuscini e poter puntare il dito in ogni direzione a indicare quello che va male con minore o maggiore sdegno. Il tutto per poi non giungere a nessun altra conclusione se non che gli Altri (inteso qualsiasi essere che non sia riflesso da uno specchio), tutti, non hanno capito niente, sono pessimi ed inutili. Intendiamoci: mediamente a dire così ci si azzecca. Quanti sono in grado di superare indenni la prova dei fatti? Sul campo di battaglia della vita qualcosa si lascia sempre. Ed è questa frequente  ignoranza o dimenticanza dei propri errori che ci regala la toga di Cassazione senza altro grado di giudizio che il nostro...

Appare un ostacolo insormontabile il passo che dovrebbe seguire la critica se essa fosse costruttiva: una qualsiasi forma di proposta. Cioè ci si mette facilmente in posizione critica, ma quando poi si dovrebbe iniziare a saltare dall'altra parte, ecco che manca il coraggio del fachiro per stendersi sul letto di chiodi...

Succede anche nel lavoro: finché non guidi, non hai responsabilità e stai comodo a sparare ad alzo zero palle di fuoco che scoppiano fragorosamente. E dopo, inizi a capire che per avere un bel prato, non bisogna raderlo al minimo, al limite dissodando la terra, ma bisogna tagliarlo giusto e farlo ricrescere, e dove non ce n'è più, ripiantare.

Fuor di metafora, mandare a quel paese tutto e tutti, se poi non è seguito da una proposta, mette solo a nudo i problemi, ma non li risolve.

E forse vale la pena di iniziare a ripensare alla critica come elemento di pungolo e stimolo alla soluzione, non solo come mezzo liberatorio di offesa personale e generale.

Molti del Movimento 5 stelle si sono messi in questa posizione. La Sinistra ne è stata per troppi anni maestra senza mai riuscire a cambiare il proprio aspetto flagellante e autolesionista. Berlusconi & Co ne hanno fatto un'arte straordinaria riuscendo a buttare le colpe nel campo degli altri ogni volta che l'avevano fatta sporca.

Insomma tutti maestri. Tanti bravi alunni. A quando uno che sappia riformare questa scuola?

Quella stanchezza lì

Negli ultimi giorni mi sento spesso molto stanco. Qualcuno potrebbe dire che probabilmente dipenda dalla primavera, ma invece in una analisi difficile ma non impossibile, posso dire che tutto dipende dai meeting...

Sì perché di recente faccio riunioni una dietro l'altra sforzando enormemente quel mio lato ben nascosto, ma senz'altro presente, che soffre di attacchi di timida inadeguatezza. Cambiare lavoro mi ha portato in una condizione di debolezza. Dove ho lasciato avevo conquistato un posto chiaro e solido, ma nella nuova posizione mi sento decisamente più esposto alle correnti.

Sebbene fosse previsto e sia una cosa già vissuta in passato, non è sempre facile. Basandomi sull'esperienza, la domanda non è se passerà, ma solo quando...

D'altronde so bene di non essere una mosca bianca in un mondo dove solo i pazzi o gli incoscienti non hanno timori e momentanei appannamenti delle loro certezze. Non che questo consoli, ma almeno rende un po' meno soli. E questo non è mai un fattore da sottovalutare...

Il mio lato ottimista mi fa pensare alla forza dell'esperienza che sto facendo. In questa corsa in salita verso le innevate cime di Lavaredo, fatico. Però la differenza non la fa il fisico, ma la volontà. E quella è per ora salda. E se non ce la dovessi fare più, magari ecco che cercherò un riferimento e continuerò a pedalare del mio passo. L'arrivo lo troverò...

Benvenuto Presidente: per sperare?

Al cinema si può trovare un po' di ispirazione. Non è una novità, ma è forse più frequente che sia il cinema a ispirarsi alla realtà. Innescare il processo inverso è ricercato da tanti, ma riesce a ben pochi.

Ho visto benvenuto presidente. Ebbene credo sia un film che con leggerezza incarni una serie di temi di oggi. Su tutti la politica inumana e sporca. Quella che è una ribellione più o meno consapevole della società civile ad un sistema oscuro nei suoi modi e nei suoi mezzi, scaltro però, e poi in definitiva scoperto nella vita insostenibile di tanti che dalla politica e dai suoi rappresentanti non ottengono aiuto, ma solo tasse e lacrime.

È alquanto singolare che sia un film a dover dire che se si ritornasse indietro a degli ideali più semplici, alle uova di colombo, ma soprattutto a una vicinanza alle vere necessità dei cittadini, si guadagnerebbe rispetto e sostegno, e non ci sarebbe da preoccuparsi della poltrona, perché la buonafede e la sincerità pagherebbero automaticamente...

Eppure non è così, e la deludente esperienza dell'elezione di un nuovo vecchio presidente della repubblica, testimonia che una Repubblica non è più capace di rinnovarsi. Ci si appassiona a questa beutiful politica, ma essa è solo una serie di colpi di scena che indignano, ma non producono impegno o proposta.

Pur nel mio sospetto di scarsa visione del futuro e di disimpegno fattivo, il 5 stelle sta producendo un terremoto. Purtroppo non vedo come possa vincere contro la dimenticanza e l'abitudine di un governo Letta che a parte solenni proclami resta ostaggio di Berlusconi e dei suoi processi, della strategia di perenne debolezza del PD destinato allo scioglimento dopo la prossima disfatta elettorale e di tutti gli altri volenterosi di sparire...

Insomma come la Chiesa è riuscita in poche mosse a recuperare una credibilità e un consenso planetario, così la politica dovrebbe cercare una soluzione che entusiasmi le persone. Non vedo nessuno a parte Silvio che riesca a illudere e fingere di avere qualche idea sul da farsi. E forse ci meritiamo lui e le sue furbizie al di fuori della legge. Peccato non avere davanti agli occhi un ritratto immortale e immorale del Dorian Gray nazionale: probabilmente ci potremmo anche noi rispecchiare e cambiare opinione...

Sogni...

martedì 9 aprile 2013

Recuperare il proprio tempo

Se pensate che sia facile riappropriarsi del proprio tempo, probabilmente state sottovalutando la questione. Averne, di tempo, e decidere cosa farne possono rappresentare un problema. E a chi già strabuzza gli occhi, è il caso di dare qualche riga di tempo per rifletterci su...

Negli ultimi anni (quasi 6), ho lavorato molto. Costantemente sono stato in ufficio per più del tempo previsto dal contratto. Lasciando perdere i picchi assurdi in cui i minuti sembravano espandersi al tempo di una vita, è stato per un lustro normale fare casa-lavoro, lavoro-casa. All'inizio ne ho sofferto in termini di stanchezza e stress. Poi mi ci sono abituato e mi sono trovato immerso in una routine di melassa dove rimanevo sostanzialmente attaccato a un dolce e confortevole liquido denso. Mobilità ridotta, abbattimento degli interessi esterni. Sonno e occhi pesanti. Ma nel complesso un'anestesia generale drogata spesso da una adrenalina debordante.

In alcuni momenti di lucidità mi sono accorto del passare del tempo e della mia assoluta perdita di controllo delle settimane, dei mesi che si susseguivano senza lasciare memorie profonde se non quelle legate ad altri ambiti molto più personali. La dolorosa coscienza del vuoto, mi ha spinto a cambiare strada. Come già detto, ho chiuso un'era. E adesso? Mi sento vagare senza la possibilità di rinculare su un materasso permeato di cloroformio. Quando le giornate lavorative finiscono, c'è luce fuori, ma soprattutto c'è il tempo per fare altro. Non tanto intendiamoci, ma qualcosa... E tra i tanti interessi per troppo trascurati, in questi primi giorni, fatico a trovare una strada da percorrere per riappropriarmi della mia clessidra e scuoterla a piacimento. Se mi guardo indietro sono contrariato nel constatare quello che ho perduto. La dedizione che mi ha lasciato troppe volte sfinito, non mi restituisce null'altro che quella soddisfazione di aver fatto quello che dovevo. Resta la domanda se questo dovere non sia stato sovrastimato...

Non è finita fortunatamente: oggi ho una nuova possibilità di prendere parte attiva alla mia vita. Però fatico a ritrovare e a scoprire un nuovo orologio in cui le ore libere diventano larghi contenitori di potenzialità. Esprimere esse e il corrispondente personaggio che dovrebbe farne uso richiederà lo sforzo di liberare quella fantasia e quella volontà per troppo tempo legata. E' questa la mia sfida (la amano tutti questa parola... io no), che combatte ad armi pari con l'abitudine dura a morire di caricarsi e partire alla ricerca di nuove cose da risolvere. 

Non è facile riportarsi a una dimensione umana con il lavoro. Ma io ho voglia di provarci e di riuscirci. La continuità invece dell'eccesso possono suonare grigie espressioni di una mediocre sciapa minestra riscaldata. Ma il punto sono i contorni: gustosi e colorati, mi fanno venire fame, e la voglia di finire prima la zuppa per passare al meglio...

Buon appetito!

Fischio!!!!

domenica 7 aprile 2013

Facciamo i compiti

Ultimamente mi sto interessando molto della politica italiana. E' un po' la migliore fiction degli ultimi 100 anni. Come in una soap, sembrano inesauribili i colpi di scena, le mosse repentine e incontrollate, le finte coerenze e le continue ipocrisie. Non ci si fa mancare neanche il sesso, gli scandali da giornale, i segreti contatti di cui i bene informati sanno cosa fare rendendoli pubblici e puntando il dito... Insomma un repertorio gigantesco in cui i Palazzi del potere assurgono al ruolo di teatri e i diversi incaricati sanno recitare a braccio senza incertezze né vergogne. Tutti in una parte, ma flessibili abbastanza da saper cambiare repentinamente il loro ruolo divenendo ciò che tutti si aspettano. Siccome però è una fiction italiana, non è per niente probabile quell'happy end che premia i film americani...

Nello scrivere e cancellare questa sceneggiatura infinita, la punteggiatura, le regole (ortografiche e logiche) della costruzione di paragrafi compiuti, vengono continuamente stravolte. Dimentichi della Costituzione, completamente distaccati dalla realtà di un Paese che non vuole altro che serenità e di ritrovare una dignitosa prosperità, si continua a non fare i compiti in classe e a non prepararsi a casa. Improvvisare va bene quando non hai alternative, ma se si è stati tanto in politica, o quando ci si è voluti entrare a tutti i costi, è importante avere delle idee chiare e cercare di limitare gli sbagli. Non lo fanno né i vecchi partiti né i nuovi. Non mi riferisco a un fatto in particolare, ma più in generale all'approccio per cui si debba scoprire cosa fare oggi, a valle di 30 e più giorni dalle elezioni, e non pensarci prima.

Mentre sembra che la bocciatura sia inevitabile, si farà di tutto per un recupero e il rinvio in poche materie. Gli italiani sono un popolo molto clemente da questo punto: un Berlusconi che andava bocciato, ha avuto un buffetto sulla guancia ed è ancora una volta passato alla classe successiva. I primi della classe non piacciono alla media e quindi ecco che Monti non poteva avere nulla di più di quello che ha ottenuto. Il PD con il suo Bersani, si è classificato in una mediocre posizione perché il suo spirito intellettualoide è risultato antipatico e incostante nello studio. Grillo e le sue Stelline, hanno avuto fiducia come quegli asini che ci sapevano fare e quindi alla fine sorprendevano perché le valutazioni non sono oggettive, ma basate sul gradimento dei professori giudicanti...

Ebbene nessuno che meritasse? Non lo so dire. Secondo me attualmente i politici sono fondamentalmente una classe di edonisti che tendono a far passare il tempo nel miglior modo possibile senza poi produrre niente. Ma quelli che li valutano, a loro volta, sono diventati disillusi e poco attenti e critici, tempestati anche dagli effetti di mezzi di comunicazione che filtrano ed edulcorano i messaggi fino a renderli di colori e sapori indistinguibili... Chi ha la pazienza e la serenità per scavare le notizie vere e scartare quelle fasulle? Quando c'è la "crisi" poi a campeggiare ovunque, cosa dovrebbe interessare ai "professori italiani" di tutte queste chiacchiere deludenti che li lasciano sistematicamente in mutande?

Nessuno fa i compiti, ma nessuno poi controlla che non siano stati fatti. E così il paese discende ogni giorno un gradino verso l'ignoranza inconsapevole. Tutti forse pensano come Ricki Memphis in Immaturi (scusate la citazione ben poco dotta) che oggi prendere 60 alla maturità significhi il massimo: peccato che nel frattempo quel voto sia diventato una mera sufficienza che invece attesta quanto hai fatto pena... Puntare ad un 100 è troppo? Sì, ma un dignitoso 90?

mercoledì 27 marzo 2013

Se un'era si chiude

Un'era è un tempo di dimensione soggettiva. Tutto sommato, per un bambino di 5 anni un'era può essere quella della libertà di pipì a letto. I dinosauri hanno anche avuto un'era, lunghetta rispetto alla pipì, non c'è che dire, ma rispetto alla vita dell'universo?

Beh ieri è finita la mia era come ingegnere molto tecnico ed è iniziata quella verso una strada diversa, un passo indietro rispetto al mettere le mani sul tavolo di misura, e un passo in più verso la sedia dell'ufficio. Il cambiamento segna la fine di un decennio di lavoro fruttuoso, faticoso, orgoglioso e a volte un po' doloroso... Ma nel complesso oso dire meraviglioso...

Nella festa di addio al mio ambiente attuale, ho sentito improvvisamente allontanarsi una serie di esperienze e di persone che tanto hanno fatto per me e che non posso smettere di ringraziare silenziosamente. A voce sarebbe difficile perché in fondo ho scoperto che il mio lato tenerone tende orribilmente a manifestarsi nei discorsi pubblici e aprire le fontane di fronte a un pubblico di soli uomini può essere imbarazzante...

La goduria dell'organizzazione cui spero di andare incontro mi attrae. Ovviamente non mi attendo rose e fiori, e forse riesco a non sentirmi tremante di paura grazie agli anni trascorsi. Però ritorna un po' la sensazione del primo giorno di scuola: la differenza sarà forse che la tremarella durerà meno a lungo. O almeno lo spero.

Ma nel complesso mi piace pensare alla mia era e a quelle impronte che ho lasciato sulla terra bagnata. Del tutto immodestamente spero che qualcuno le possa trovare un giorno scavando. E nella curiosità di sapere chi ci sia stato dietro un nome, ritrovi me... Nell'ego presuntuoso che deborda, però c'è orgoglio e vanto. Non li voglio vivere per una volta come difetti...

Nuova era, nuovi obiettivi e nuovi personaggi. Ma anche una bella chiocciola sulle spalle...

domenica 24 marzo 2013

Grillo che non fa dormire

Non amo prendere delle posizioni approssimative. Intendo dire che non mi piace dire senza essere andato a fondo delle situazioni. E' per questo che mi astengo dal parlare dei dettagli delle azioni del nuovo Eroe nazionale Beppe Grillo. Guida i suoi sostenitori come meglio crede. Ha il diritto/dovere di indirizzarli essendo il referente principale del movimento nonchè suo portavoce famoso e ascoltato.

Purtuttavia mi sento di dire qualcosa su quello che le elezioni hanno portato con l'avvento del movimento Cinque Stelle. Prima di tutto un terremoto e l'incertezza. Non necessariamente un male in un sistema in involuzione da troppi anni. Un gruppo dirigente assolutamente degradato e incapace di seguire i trend sovranazionali come di produrre cambiamenti e innovazione legislativa adatta a mantenere un decente livello di sviluppo... Va fortemente rinnovato, non necessariamente tutti al rogo, ma facciamo un braciere largo, perchè di massa ce ne è e molta.

Pero' cosa ci aspettiamo dalle elezioni? Credo come prima cosa che qualcuno si prenda la responsabilità di fare qualcosa. Azione che vada a produrre un clima positivo e a cercare di aiutare chi sia in difficoltà.  Azione comunque, non inazione e staticità assoluta. Grippare i cilindri del motore senza un meccanico vicino? Secondo me ferma la macchina nel mezzo del nulla, soprattutto se non si propone il proprio numero della tessera dell'ACI per farsi venire a recuperare. Mi si puo' dire che l'idea è proprio di rompere il motore per metterne su uno nuovo: mi piace! Io per natura amo le innovazioni. Pero' per non rimanere nel pantano a vita, c'è qualcuno che se ne intende di combustione, trasmissione, iniezione e tutto quello che serve per fare di un blocco di metallo un propulsore? 

Ecco, è qui che Grillo non mi fa riposare serenamente: fa cri cri giorno e notte in rete, ma non mi sembra che dica qualcosa di nuovo e non scontato se non che tutto fa schifo. Bene, ma dov'è la proposta? Sento che ci si concentra tanto su un governo che "non s'ha da fare", sul finanziamento ai partiti da distruggere, sui rappresentanti eletti etc etc. Ma dell'economia disastrata, del lavoro che va a puttane (o meglio quello che sembra l'unico lavoro garantito rimasto...), della povertà che cresce e di un paese indebolito e intristito, chi si deve preoccupare? Ci si illude forse che tutti gli italiani entreranno in politica attivamente? Non avviene da nessuna parte del mondo, figuriamoci in un paese sostanzialmente devoto all'individualismo come il nostro...

E dulcis in fundo, analogie tremende con recenti signori cui ci si professa avversi: la tecnica dell'agnello sacrificale (che sotto Pasqua ci sta anche bene...) che dice che ci sono attacchi giornalieri di gente che pagata sta sul sito a scrivere cattiverie... Saranno anche loro magistrati di Sinistra o comunisti? Tutti alfabetizzati informatici che sanno come manipolare? E chi manipola il manipolatore? Insomma è iniziato un martirio via internet? E supponiamo sia vero e non si tratti di persone che effettivamente non sono d'accordo, l'unica risposta è l'impegno concreto. Non le parole blablabla, ma il dire cosa si vuole fare e farlo.

Oppure è un muoia Sansone con tutti i Filistei... E per inciso i Filistei sono gli Italiani...

giovedì 21 marzo 2013

Edonismo ed Amaro Montenegro

Forse alcuni piu' giovani di me non ricordano la pubblicità dell'Amaro Montenegro... Non quella di oggi, ma quella di alcuni anni fa, mostrava un tipo che andava in giro con il sidecar e la giubba da esploratore. Correva verso una destinazione che ben presto si rivelava una stalla e faceva nascere un puledrino... Insomma un veterinario che poi per festeggiare si ingollava un bel bicchierino di Amaro per far andare giu' probabilmente qualche pesante cena campagnola. Come poi ritornasse indietro e se la polizia lo mettesse dietro le sbarre per guida in stato di ebbrezza nessuno puo' dirlo. Ma la funzione sociale e il messaggio positivo giungevano memorabili: fai una cosa buona e poi hai diritto all'Amaro che ti addolcisce la serata. E in effetti, agire da veterinario per curare delle creature di Dio era atto rispettabile.

Oggi le cose sono cambiate e il protagonista, ancora con una giubba, si impegna a far arrivare a destinazione un gruppo musicale per una festa. Grande festa e via di amaro al suono dell'orchestra. Tutti felici e sorridenti a godersi la serata compreso il nostro eroe. Pur rispettando il valore assoluto della musica, mi sembra pero' che il messaggio si sia un po' trasformato: dal sociale all'edonista in un bicchiere di digestivo? Forse specchio dei nostri tempi, il veterinario si è riciclato in una ditta di salvataggio delle sagre di paese. O forse meglio dire che fa una migliore impressione un vincente che riesce a mantenere vivo il divertimento piuttosto che uno che si sacrifica e si sporca le mani per un cavallino... L'amaro lo si gusta piu' volentieri quando vicino non c'è la puzza di sterco di quadrupede e intorno invece gli altri sono brilli abbastanza da sorridere immotivatamente ebeti.

E' un'estremizzazione, senza alcun dubbio. Ma questa riflessione su un mondo dove non si progredisce nella direzione di fare cose importanti per mantenere vivo il nostro pianeta, ma piuttosto ci si stordisce di inutilità, un po' mi fa effetto. Quale progresso ci hanno portato iPhone, iPad, Tablet e reti telematiche? Ci hanno avvicinato virtualmente per renderci forse piu' lontani fisicamente. Ma sono anche in molti casi aggeggi di puro entertainment, belli da vedere e toccare, ma utili a cosa altro che a generare un numero inimmaginabile di bit?

Detto da me, ardente sostenitore dell'Hi-Tech in tutte le sue propaggini cicciotte, puo' sembrare un'accusa ipocrita. Ma ogni giorno mi sembra che stiamo usando le nostre risorse non per dare una vita calma, serena, sicura e dignitosa a tutti con un benessere diffuso, quanto per produrre costantemente grosse sciocchezze di cui non sappiamo piu' cosa fare dopo poco. Sprechi che si sommano a sprechi e che non ci fanno migliorare le condizioni del mondo. Bene internet, bene l'aspetto ludico, ma dove sono e dove vanno a finire i progressi tecnico scientifici volti non a generare profitto quanto semplicemente a migliorare la nostra vita e a renderla lunga e serena? L'edonismo del complesso musicale "salvato" dal dolce omino dell'Amaro, dicono che generiamo tonnellate di cose che servono a divertirci, dimenticando forse che esse non sono una priorità...

Sarà pure un approccio bacchettone e minimalista, ma stasera mi prende un po' la voglia di ritornare ad una vita di base, dove salvare il cavallino ancora vince sullo spettacolo della Sagra...

lunedì 4 marzo 2013

Risvegliarsi con il mal di testa da potere

E alla fine le elezioni italiane sono andate peggio delle mie peggiori aspettative. Un paese che non potrà essere governato da  nessuno. Una nazione cui non sembra vero poter di nuovo litigare in maniera del tutto inconcludente.

Il PD ha perso e lo ha meritato. Assenti dal gioco nella parte decisiva, non hanno convinto nessuno. Non si è capito dove volessero andare a parare e infatti hanno preso 3 pappine su calci piazzati.

Il PDL che con il solo uomo capace di smuovere le masse e di incantarle nonostante le sue menzogne siano stata già molte volte svelate, ha fatto un gioco a distruggere che non aveva speranza, ma porta ancora danno.

E poi i Grilli parlanti e le loro istanze valide, ma così piccole piccole da lasciare un vuoto spinto.

Di tutte queste "debolezze politiche", il M5S è quella che più mi intristisce. Finalmente accortisi che adesso dovrebbero fare qualcosa per e non semplicemente contro, i due maestri di festa si mettono in uno sterile traverso per esercitare un potere vuoto di contenuti. Sacrosante alcune delle loro istanze, non si capisce come le vogliano portare avanti. Era bello e facile stare contro tutto e poter sparare a zero sui bravi ragazzi della politica. Dirne male e peggio scontato, perchè profondamente valido. Ma adesso? Poche idee, raccogliticce. Poco spazio alla voce di altri che non siano attori professionisti. Decisamente un atteggiamento verbalmente violento che tanto bene ha saputo parlare ai cuori degli italiani e guidare la loro mano al momento di fare la croce.

La politica dello scacchiere non mi interessa per niente. Constato con orrore che il mondo è preoccupato per l'Italia. Non ci ridono dietro, pur meravigliandosi che tanto in alto si sia spinto di nuovo il cavaliere. Stanno già cercando un modo per liberarci del peso di un'Italia ormai povera e inaffidabile, dove la politica vive sui ricatti di uno sgangherato arrabbiato attore (comico) e nell'inutilità di tutti gli altri.

Cosa potrà succedere da ora in poi? Non ho la sfera di cristallo per saperlo. So però che non era un buon momento per proporre una "non proposta". Era tempo che pur nella possibilità di mille errori si giungesse a una guida che mettesse su un piano per far respirare la gente. Strillare e sputare insulti non serve più a niente. Continuare lo spettacolo deprimente del taglio della torta è altrettanto triste che essersi delegittimati da soli a suon di scelte sbagliae, imbrogli e coerenze slegate dalla realtà...

Io penso che una nuova legge elettorale giusta e non guidata da interessi particolari, per quanto auspicabile, non abbia speranze di essere varata e superare le acque del mar di Montecitorio... Eppure è quella l'unica cosa veramente indispensabile perché si vada di nuovo alle urne e una scelta la si faccia senza spazio a discussioni. E poi lì qualcuno la responsabilità la dovrà prendere. E chiunque sia, sarà meglio del nessuno odierno...

domenica 24 febbraio 2013

Il solito trappolone

Nel dibattito elettorale italiano c'è un solo uomo che vince e domina. E' il Cavaliere con macchia ma senza paura. Però a ripensarci bene, non è solo lui artefice del suo successo, quanto un continuo cadere nelle trappole da parte dei suoi avversari.

Esempi se ne potrebbero citare all'infinito. Ma secondo me resta emblematica la cecità di questi ultimi due giorni elettorali di un giornale storicamente di parte avversa come La Repubblica. E' stata una campagna elettorale che io ho seguito pochissimo, ma che non è cambiata nel livello di esposizione mediatica dei candidati premier con una spiccata preminenza del solito noto. C'è poco da fare: le regole, se ci sono, possono venire aggirate in tutti i modi. Ma è anche vero che nessuna regola viene violata se sono gli altri, soprattutto gli avversari, a non concentrarsi sulle questioni importanti, ma a insistere a riportare anche le minuzie di ogni atto. Ieri sarebbe dovuta essere la giornata di riflessione nazionale in previsione del voto. Nessuno che va in tv o sui giornali a parlare. Ebbene ecco la possibilità magnifica di aggirare una legge: si parla con un giornalista e via giù con la solita solfa. Grave, gravissimo atto, ma ecco che nel trappolone cadono tutti: ancora una volta le pagine internet si riempiono del sorrisone del cavaliere e in particolare Repubblica insiste a mettere l'accadimento come titolo principale. Non è questa una notizia decisiva. Il diritto di cronaca qui sembra offuscato dal sangue agli occhi: che ci siano simili comportamenti è cosa documentata da anni. Qual è il valore aggiunto di sparare in un giorno in cui tutti gli altri partiti non sono rappresentati sui giornali? Solo pubblicità dell'ultimo minuto...

E oggi, ancora una volta, le donne in topless che si presentano al seggio elettorale. Notizia battuta da tutti i mezzi di informazione. Ancora pubblicità senza sforzo che ricorda che c'è una persona in giro che si candida, e lascia dimenticati tutti gli altri.

Le idee non contano niente. Conta solo quanto ti fai vedere. L'invenzione dei tormentoni di un astuto uomo di spettacolo come Renzo Arbore, ha insegnato che quello che ci ripete all'infinito ci entra in testa e il più delle volte ci inizia a piacere!

Ed ecco che ancora una volta, speriamo l'ultima, si parla solo di lui e della sua vita come della sua biografia. Se c'è una notizia viene pubblicata, ma darne risalto assoluto è una insistenza che produce evidentemente un vantaggio a chi si vede sempre splendido a spada in pugno a difendersi contro i malefici detrattori.

Secondo me è un'ingenuità straordinaria quella della Sinistra e di tutti gli altri tuonare contro un parafulmine simile. Ma non so se qualcuno se ne sia mai reso conto...

sabato 23 febbraio 2013

Libertà, uguaglianza, fratellanza e moralità

La morale è un discorso soggettivo. Si potrebbe pensare di contestare questa frase, ma ci sono esempi che parlano secondo me in questa direzione. Il primo è che in alcune parti del mondo, è moralmente inaccettabile il tradimento coniugale, ma poi è perfettamente possibile lapidare una donna. In altri luoghi, si condanna a morte chi ha ucciso, commettendo di fatto un omicidio. E la lista potrebbe continuare all'infinito...

Tutto però va ricondotto secondo me alla decisione più o meno consapevole che troppi fanno, di rinunciare a vivere secondo dei principi ispiratori che siano di guida nelle scelte difficili. Le regole del vivere comune, del fare il bene piuttosto che il male definendo quest'ultimo in base ai principi stessi, vengono continuamente infrante. Individualismo e sopraffazione restano a governare in tutti gli strati morali e in modi sempre diversi... La moralità può essere generalizzata solo se viene a prendere origine da una filosofia fondamentale che sarà in grado anche di dire cosa sia giusto e rispettoso di regole non scritte e cosa non lo sia.

Se guardiamo ai principi della rivoluzione francese, diventa immorale agire contro gli altri limitando la loro libertà di vivere e scegliere, tentando di sopraffarli e di renderli meno uguali di fronte alle opportunità e con la malizia di fare del male. Diviene immorale costringere una persona a non avere una vita perché gli altri la abbiano, specialmente quando un'alternativa c'è. Ovviamente posso riconoscere che bisogna agire in una democrazia seguendo il principio di maggioranza. Ma questa maggioranza, se va in danno di qualcuno, deve sentirsi moralmente obbligata a riparare il torto che quella minoranza sta subendo, facendo entrate in gioco quel principio di fratellanza universale che significa dare una mano a tutti, finanche agli ultimi. Uno stato, un'azienda, una organizzazione all'inizio guardano i grandi numeri,  ma poi devono riuscire a reagire occupandosi anche di quelli che restano tagliati fuori o sono penalizzati da una qualsiasi decisione contingente. Ovvio che le lamentele devono essere anche giustificate, ma se lo sono, bisogna correggere perché sia rispettato il valore della convivenza di uguali con uguali diritti e uguali doveri.

Non è immorale solo commettere un'ingiustizia, ma lo è altrettanto riconoscerne una e non fare niente perché conviene così. E se la nostra società viaggia sparata verso soluzioni che accontentino molti, ma danneggino anche alcuni senza pensare a come risolvere il problema, è una società moralmente malata, e forse addirittura priva di moralità.

Ogni giorno mi capita di sentire di persone che vogliono sopraffare altri e che non si fanno scrupoli di usare ogni mezzo per ottenere ciò che vogliono. Non si fermano a pensare di fronte alle proteste, ma piuttosto le ignorano guidati dal proprio interesse. Questo comportamento viola quei principi che si identificano nei sentimenti più nobili che l'umanità sia riuscita a sviluppare dopo essere uscita dalle caverne. Ci si disinteressa troppo di libertà, uguaglianza e fratellanza, e a quel punto non c'è alcuna morale che non sia quella distorta del proprio bene. L'essere guidati dal nostro vantaggio ha in comune con il discorso morale solo ed esclusivamente la soggettività della prima frase di questo post.

Scegliere un percorso senza principi porta all'assenza di una coscienza morale che sappia identificare il bene e il male nelle azioni. E senza morale ecco che la giustizia diviene un accessorio non riconosciuto come un dovere, ma solo come un ostacolo.

Nel non aver sentito da troppe parti nelle forze politiche italiane discorsi di libertà, uguaglianza e fratellanza, ho paura che il declino in atto del vivere comune sia irrecuperabile. Gesù, che un politico in senso stretto non era, ma che di principi, visti i contatti in alto che aveva, ne sapeva qualcosa, ha detto una cosa straordinaria che sembra tutti dimentichiamo: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. Senza necessariamente rifarsi in questo alla Chiesa Cattolica, se anche in politica ci si ispirasse a massime che hanno questo tipo di logica e che potrebbero indicare una strada nelle dispute più aspre, forse si ricomincerebbe a camminare insieme verso una vita serena non guidata dalla sopraffazione.

Nel nostro passaggio su questa terra c'è spazio per l'aiuto reciproco molto più che per il male. Non è vittoria quella di chi non ha cercato il dialogo ma ha solo saputo dire senza ascoltare. Non è nell'ognuno per sé e Dio per tutti un futuro possibile in un mondo sempre più piccolo e stretto. E' nello stare vicini seguendo delle regole comuni ispirate da principi elevati che risiede il progresso dell'umanità. Aiutandosi a diventare la Terra un luogo dove la serenità diventi un virus distribuibile. E se questa è una inutile utopia, meglio sognare quella che il balenare di una luce sulla prossima lama di coltello che ti colpisce alle spalle...

venerdì 22 febbraio 2013

Dalle stalle in poi...

Ci sono molte cose che mi vengono in mente da scrivere stasera perché molte ne stanno succedendo in giro per il mondo in un raggio piccolo, largo o larghissimo dal sottoscritto...

Iniziamo da quello più lontano. Il Papa si è dimesso. Benedetto lui ci ha agitato la mano e se ne è andato a riposare e meditare. Non si parla di pensione d'oro stranamente, ma lo scandalo di un pastore che lascia nell'ultimo secolo non si era mai verificato se non fosse per cause naturali... Scandalo solo come indice di stranezza direi: un Papa è pur sempre un uomo, e la stanchezza può prendere anche un religioso che dovrebbe avere una volontà incrollabile. Forse la Chiesa cattolica avverte la necessità di rinnovarsi, ma l'impressione è che il soglio pontificio verrà calcato di nuovo da un ultrasettantenne. Quale scossa possa questo dare a una religione che viene ogni giorno più soffocata dalla realtà, resta difficile da dire... Però vedere il volto del Pontefice ultimamente non era particolarmente rasserenante. Forse anche lui cerca quel riposo che la missione non gli ha concesso, e esercita di fatto il suo diritto alla pensione ben in ritardo. A voler fare una battuta, neanche lui lascia spazio a giovani visto che non ci sarà di certo un Papa trentenne.

Nel raggio largo ci sono le elezioni. Ho 12 minuti per scriverne qualcosa. Beh, la mia speranza è che almeno questa volta l'Italia sappia decidere non sulle illusioni, le bugie e i raggiri dell'affabulatore più longevo della sua storia, ma si affidi a qualcos'altro. Senza la pretesa che tanto meglio altri possano fare, almeno la speranza che di peggio non possano...

E venendo vicini vicini, oggi ho risolto (IO) il problema che ieri aveva contribuito a guastarmi la giornata. A parte il merito tecnico della soluzione, mi piace pensare che questo lasci una buona impressione di me. Se un giorno mi capitasse di voltarmi indietro, preferisco sempre e comunque che ci sia una scia di sorriso dietro di me piuttosto che un ghigno a denti stretti. Il lavoro non è fatto per farsi degli amici, ma è un canale sociale che ci assorbe in profondità. E io oggi sono felice di cambiare almeno quanto lo sono di poter festeggiare il mio tempo con delle persone per bene e importanti...

E chiudendomi a riccio, ora lascio il treno perché vada in riparazione per la notte!

giovedì 21 febbraio 2013

Prove tecniche di fallimento

Oggi non è stata per nulla una buona giornata. E' iniziata a virare male già all'una del mattino. Mi sono svegliato arzillo e vispo con un nervosismo galoppante e la voglia di fare qualcosa di assolutamente inutile, ma che mi assorbisse completamente. L'ho trovato e fino alle 4 sono stato appagato. Poi ho capito che avrei potuto continuare così fino all'alba e mi sono deciso a scrollarmi dal portatile la cui batteria chiedeva pietà e di cercare distrazione sulla macchina più grande e confortevole, sperando che il sonno si impossessasse di me. Non è servito neanche questo e quindi via a leggere qualche pagina fino alle 5.30. La sveglia era puntata sulle 7.30, ma la mano non ha avuto bisogno di essere comandata per spostare il tutto avanti di un'ora.

Un sonno breve e agitato che mi ha lasciato l'amaro in bocca e la mancanza di voglia di fare alcunché... Ma si doveva ripartire con il lavoro e quindi dopo essermi ancora una volta salmonato e arrostito, mi sono andato a infilare in macchina e sono prestamente arrivato in ufficio. La mattina tutto sommato è stata passabile, ma poi il pomeriggio ha visto un tracollo violento, repentino e irrecuperabile.

Iniziato alle 13:00, il meeting sarebbe dovuto finire alle 14:30. Siamo in realtà usciti dalla stanza definitivamente alle 18:30. Debacle totale. Un problema serio si è palesato come un cetriolo rotante dopo un paio di giri nella fionda gravitazionale e ci si è infilato dove non avremmo voluto. Tutti insieme vittime della caduta degli ortaggi, ci siamo ritrovati a fronteggiare un possibile fallimento tecnico. Inutile sperare in un brutto sogno. Sarebbe troppo bello risvegliarsene...

Adesso c'è da pensare ai rimedi e capire cosa sia andato storto. La prima cosa è meno dolorosa della seconda che richiede una assunzione di responsabilità. Purtuttavia entrambe hanno un peso significativo nella valutazione di queste ultime 24 ore... Nel crepuscolo che precede la sera del cambiamento, sono un po' intristito del riscontrare di aver sbagliato anche io parecchio. E se pure non so ancora come, spero di riuscire a dare una lucidatina a questa esperienza appannata di oggi...

E se oggi è stata una prova tecnica di fallimento, forse è bene che sia accaduta per fare in modo che un'esibizione venuta male non si ripeta...

mercoledì 20 febbraio 2013

Esperti per caso

Sembra che diventare esperti di qualsiasi cosa sia diventato uno sport... Il mondo si popola di persone dotate di conoscenze speciali ad un ritmo forsennato e per certi versi ingiustificato.

Mi capita sempre più spesso di assistere a questa ascensione nella scala delle competenze che avviene per il solo fatto di essersi trovati in un posto ad un certo momento e senza che nessun altro potesse svolgere qualche mansione specifica. Esempio che mi tocca da vicino: negli ultimi cinque anni ho contribuito e senza falsa modestia guidato lo sviluppo di un sistema che usiamo nel mio lavoro... E' stato un progetto lungo e difficile con una serie di momenti veramente onerosi, ma che mi hanno reso alquanto padrone dei contenuti tecnici e dei trucchi per sfruttare al meglio il giocattolo. Non è stata una conoscenza acquisita in un giorno. Parlerei di almeno 3 anni e mezzo di ragionamenti, prove e errori che hanno contribuito a migliorare e a uscire dalla mediocrità di un sistema poco flessibile... Forse anche per la situazione contingente, sono diventato un esperto...

Ma in un paio di settimane passate in compagnia del mio "bambino", un altro pare sia stato eletto Gran Maestro. Interessante è il fatto che si sia trattato di un plebiscito senza candidatura: uno stuolo di personaggi in cerca di un vitello d'oro da adorare ha messo su un piedistallo qualcuno che ha fatto qualcosa con uno strumento. Nessun astio nei suoi confronti, ma un po' di sorpresa resta forse giustificata...

Al di là di questo aneddoto, assistiamo troppo spesso a incarichi irrazionalmente distribuiti a individui senza competenze specifiche e senza meriti. Sparare sul governo del Cavaliere sarebbe troppo facile: persone che non si erano mai occupate di null'altro che della propria estetica elevate al rango di ministri della Repubblica. Oggi abbiamo un ex-comico come Grillo che vuole occuparsi di tutti i problemi strutturali d'Italia senza dargli un assetto teorico, ma provando con il copia e incolla dagli altri. Potrebbe funzionare in alcuni casi, ma per i discorsi umani ci vuole un incolla speciale che sia guidato non solo dalla sensazione di pancia.

Non credo che ci siano esperti di "guida di un paese in crisi". La laurea per questo la devono ancora inventare. Credo però che una squadra possa attingere a tante esperienze che rendono (quelle sì) "esperti". E credo che sia importante non essere frettolosi nel giudicare: da un lato non si dovrebbe avere pregiudizi, ma dall'altro non si potrebbero anche evitare le esaltazioni incondizionate? Se di qualcosa sappiamo -1000 e uno ne sa 1 ci sembrerà un drago. Ma se per fare bene in quel settore c'è bisogno di 1000, sempre un disastro sarà...

Augurando al mondo meno esperti e più umili "infarinati", mi avvio verso la cuccetta del treno. Per il fatto di passarci quasi 8 ore al giorno, posso definirmene un maestro...

martedì 19 febbraio 2013

Affumicato

Come un salmone di bell'aspetto di recente me ne sto appeso a asciugare e assumere vapori profumati... Dovrebbero essere all'eucalipto perché sembra diano aiuto concreto alla risoluzione dei problemi respiratori che mi stanno affliggendo da qualche settimana, ma avendo perso il senso dell'olfatto in modo completo, potrebbero anche odorare di spazzatura e non me ne accorgerei...

Come se non bastasse la mancanza di puzze e profumi e le sue possibili penose conseguenze sull'igiene personale, mi sono venuti in parallelo a mancare anche gusto (legato a doppia mandata alla situazione nasale) e udito... Quest'ultimo è tra tutti quello di cui sento di più  la mancanza (scusate il gioco di parole, ma ci stava bene...). Sono ovattato e riesco a percepire i suoni solo ed esclusivamente se sono prossimi, forti e se non sto facendo nulla che coinvolga movimenti interni e esterni del mio corpo. Infatti se mastico, sento solo il trituratore mascellare in funzione. Se bevo, sento solo i liquidi colare più o meno delicatamente giù nel mio esofago ed è come essere vicino alle cascate del Reno... E se le persone mi parlano inizio a cercare di leggere il labiale e a girare la testa in ogni posizione possibile pur di percepire qualcosa e mettere insieme i pezzi... A telefono tanto quanto funziona perché il microfono è vicino e sputa direttamente attraverso le pareti auricolari, ma quando sono in una riunione (ci ho messo un minuto per trovare l'italiano corrispondente a meeting...), mi sento decisamente perso!

La mia vita è quindi ridotta in questi giorni a mangiare cibi di cui non so il sapore, a annusare panni freschi di bucato di cui non riconosco l'odore e a ascoltare suoni indistinti di cui non capisco l'armonia ma soprattutto il significato...

I medici che hanno preso la laurea con i punti dello SwissLotto non sanno che fare... In due mi hanno proposto cure equivalenti che hanno avuto risultati latitanti... Qualcuno mi dice che la mia voce sia migliorata oggi: peccato che io non riesca a sentirmi... Certo posso dire di non aver tossito come se stessi per eliminare un polmone usurato, ma ancora mi sembra di raschiare il fondo della gola con una spatola... E non sentire il gusto della senape è decisamente inquietante...

Ma alla fine di questo tunnel che può apparire sciocco se non mi menomasse nel privato come nel lavoro, in intravedo la luce... Oppure è un chiarore indistinto perché anche la vista sta calando!

giovedì 14 febbraio 2013

San Valentino

Il 14 Febbraio non è mai stato per me un giorno particolare... Il secondo mese dell'anno è un po' già di per sé un periodo strano in cui ci si è ormai rituffati nella routine e le feste sono un ricordo lontano. Solo i programmi di vacanza a lunga scadenza vivono di fiammate di entusiasmo in questo freddo bianco di ghiaccio e neve... A parte questo, il valore commerciale della festa ha troppe volte superato il suo significato sentimentale e questo ha contribuito a diffamare il giorno degli innamorati...

Nonostante oggi siano 72 ore di fila a casa e continui una molesta sordità bilaterale che mi fa pensare di indossare una cuffia, quest'anno ho celebrato S. Valentino. L'amore non vale solo in questo giorno, ma perché non farlo valere una volta ancora? Perché non cogliere l'occasione per dirsi quelle due paroline di 2 e 3 lettere che sanno tintinnare di felicità come due calici che si toccano a brindare?

Lasciando da parte il lato commerciale, nel buio di un inverno che diviene pian piano sempre meno scuro muovendo di un pezzetto ogni giorno la discesa del sole, è bello secondo me cogliere l'occasione per stringersi un attimo, per darsi un'occhiata o per sorridersi ricordando che si è fortunati e che si vive la realtà di un sogno...

E' mieloso tutto ciò ? Probabile. Però se al mondo milioni di persone oggi si sono scambiate un cioccolatino, un fiore, un semplice bacio e un sorriso, non c'è forse troppo da vergognarsi.

E amore sia. Amore per tutti, anche per chi non è innamorato di qualcuno, ma magari di un'idea, di una musica, di un sogno o della sua realtà. Perché quando la luce torna a far capolino durante l'inverno, è bello accorgersi che siamo stati al caldo anche nel gelo...

domenica 10 febbraio 2013

In chi sperare: l'esperienza frustrante del voto...

Iniziamo cosi':

Programma del Partito Democratico
L'Agenda Monti
Programma del Movimento 5 stelle
Programma del Popolo della Libertà

Siccome con questi probabilmente il parlamento sarà coperto almeno al 75%, gli altri li lascio stare... Nessuno me ne voglia. E' un punto di vista personale...

Mai come questa volta, sono andato a leggere i programmi. E' di fatto la prima occasione nella mia vita in cui tramite internet mi documento invece di stare a sentire la TV e le sue manifestazioni dell'urlo e del dire e smentire continuo...

Lo dico subito: il quadro è desolante. L'argomento piu' chiaro di tutti è il cilicio che si farà portare ai politici, forse... Cioè sembra che la carriera governativa possa diventare improvvisamente meno allettante perchè tutti dicono che i benefit (siccome sono eruditi parlano di emolumenti) dei parlamentari verranno ridotti. Chi piu', chi meno, sembra veramente dagli annunci che finiranno a fare il mestiere del parlamentare e contemporaneamente andare a mendicare fuori Montecitorio un pasto caldo... Ovviamente non ci dovrebbe credere nessuno. Siccome sono TUTTI d'accordo, non si capisce perchè non lo abbia fatto già il governo corrente.

E poi via con la saga degli stili. Lo stringato e veramente minimal 5 Stelle che si mette a scrivere cose piccole piccole senza nessun cenno di riforme strutturali, di idee a proposito del lavoro. Insomma, la politica fatta su base condominio, non a livello nazionale. Ottime proposte alcune per problemi singoli, ma una visione d'insieme? Non è enunciato un principio che sia uno che abbia validità trasversale a tutte le classi di problematiche su cui loro si propongano di intervenire. Almeno io non l'ho trovato.

Il PDL come da antica tradizione argomenta con gli spot e distribuendo le colpe dei suoi insuccessi a iniziali compagni di merende (Governo Monti), ai soliti nemici noti (Comunisti del PCI), alla magistratura e all'Europa con i terribili barbari germanici. Anche loro sono bravissimi nell'astenersi dal promulgare dei principi d'azione generale. Solo un rumoroso sbattere al ritmo della trita e ritrita Forza Italia. Con una salsa veramente amara che pur piace a tanti di un personalismo spinto in ogni direzione. Il solo uomo al comando, sempre e comunque. La svolta individuale che spinge verso i personaggi disinteressandosi del sostegno degli altri, ma troppo facilmente cedendo alla piacioneria del singolo. E se poi un uomo scompare dalla scena, cosa faranno i suoi adoratori? Piangeranno e metteranno in cima il prossimo dotato di un buon sorriso che emergerà dalla battaglia di spade in stile Highlander.

Il complicatissimo messaggio economico di Monti mi ha lasciato li' secco. Economicamente una visione lucida e una serie di proposte specifiche estratte probabilmente da manuali importanti. Il sogno di provare a tramutare in realtà una serie di ricette teoriche che non sono certamente all'altezza di tutti. Delle scelte da capitani di impresa che cercano di salvare la baracca lavorando su un'azienda che si chiama Stato Italiano e che probabilmente avrebbe bisogno anche di un po' di cuore e non solo del freddo approccio chirurgico. Ancorché articolate, di sicuro con un occhio piu' globale, sembra che il professore che insegna stia facendo la sua esperienza sperimentale. Potrebbe aver trascurato che la realtà non è indipendente dalle persone. Senza l'entusiasmo di seguire un principio, un'idea, non si riesce a fare quel GEM (going extra mile) che produce il successo. Tradotto in parole povere: se la gente si intristisce o si inferocisce perché nulla piu' riesce a fare che a arrivare a fine mese, le belle teorie, foss'anche ben spiegate, non convinceranno piu' nessuno...

E poi il PD. Verboso il messaggio. Complicato e noioso da leggere. Dov'è il vostro entusiasmo? Avvolto da una sintassi complicata che non puo' colpire al cuore le persone che vogliono al giorno d'oggi una semplificazione. Ci sono gli ideali, forse è l'unica volta che li vedo. Ma come essi possano trasformarsi in realtà condivise e apprezzate resta abbastanza impalpabile. Pur senza cedere a quella melassa da marketing degli opposti di campo, perché non cercare di rendere un programma piu' leggibile e un poco piu' fattivo. Indicare qualche iniziativa specifica e alcune misure iniziali fondamentali, non sarebbe un male. Chiedete fiducia, ma dovete saper parlare a tutti e non solo ai vostri interlocutori privilegiati. Quelli che un tempo si chiamavano intellettuali e che volevano distinguersi parlando difficile...

Insomma 4 volti di una Italia che emerge confusa mai come ora. La crisi che la ha prostrata, la ha svuotata. I lunghi anni scorsi in cui i singoli sono diventati il centro di attenzione la hanno resa una nazione impotente e incapace di dire qualcosa di chiaro. In fondo a me sembra proprio che nessuno sappia bene che fare. Votero'. Essendo all'estero prima degli altri e senza alcuna influenza mediatica visto il mio recente ascetismo televisivo. Con la speranza che si possa trovare un bandolo per questa matassa.

Pero' un favore mi sembra giusto chiederlo da elettore e da italiano che, senza presunzione, dell'Italia all'estero sa dare una buona immagine: fatene qualcosa della vostra esperienza di governo. Fate errori e sappiate riconoscerli. Sappiate chiedere scusa e sappiate mettervi a riparare appena possibile. Ma non cercate di navigare blandamente su una barca che segue la corrente. A rimetterci per l'incapacità di scegliere e per l'immobilità nelle acque torbide, è tutta la ciurma...

Note per Viaggiatori Occasionali...

Questo blog attualmente non contiene pubblicità esplicita e se ce ne è di occulta non lo sappiamo neanche noi che siamo gli autori... Per il copyright, esso è di chiunque lo reclami e possa dimostrare che le sue pretese hanno un minimo fondo di verità. Se inavvertitamente qualcosa coperto da proprietà intellettuali varie è stato usato, vi preghiamo di segnalarcelo, perchè provvederemo a riparare alla disattenzione che nessun vantaggio economico e morale ci porterà...

Capotreno e Viaggiatori