E' stato alla fine condannato Berlusconi in via definitiva. Dopo una vita di rinvii. La verità è che sono circa vent'anni che il Cavaliere di Arcore domina la scena politica non con le sue idee, quanto con i suoi problemi e le pezze a colori per riparare ai suoi danni personali.
Senza mai proporre un'idea chiara di cosa fare per una nazione progressivamente indebolita, la scena del paese ha avuto LUI come parafulmine. A destra come a sinistra, spostare l'attenzione dalla incapacità operativa della classe politica ai problemi di soldi e di mutande del cavaliere, è stato lo sport nazionale.
Oggi cosa cambia? Di fatto nulla: potrebbe è vero accadere che Berlusconi scomparisse, ma già le diplomazie segrete sono al lavoro per risolvere soddisfacentemente la questione.
Su tutte, la mia domanda è: chi se ne frega?!?!?!? Insomma, dopo vent'anni di vuoto spinto e di progressivo impoverimento di tutti, i giornali, gli oppositori e ovviamente i sostenitori, tutti accecati dalla rabbia e dal gusto eccezionale della notizia, si lanciano sul pezzo di carne che sembra succulento, ma in realtà è marcio e scaduto...
Agli italiani, tranne agli stipendiati del nostro eroe di mille battaglie e a quelli che hanno un ritorno dalle sue scelte che niente ha a che vedere con il benessere pubblico, non interessa proprio nulla di questa storia. Certo, il pettegolezzo e la pruderie sono inarrestabili, ma se poi si chiede a tutti quale sia il loro problema, ecco emergere parole più ragionevoli come Lavoro, Casa, Salario, Produzione, Innovazione, Sicurezza... Insomma a che punto è la giustizia riguardante una sola persona? Non nella top ten mi sembra di poter dire.
E invece sembra di nuovo che non ci sia nient'altro che questo. Che la crisi della democrazia coincida con le condanne. Invece le condanne sono forse un segno di un paese ancora sano. Ma non ci cascherò anche io: continuo a dire che basta. Basta deviare e inquinare le acque con priorità che non esistono. Basta far scorrere fiumi di inchiostro su uno quando c'è un mare di punti che vale per la maggior parte della popolazione e che non vengono mai posti in evidenza.
Rimarrò uno dei tanti inascoltati. Ma almeno non voglio essere più complice di questo perverso sistema di distruzione che mediaticamente copre i suoi disastri rimanendo senza alcun giudizio contrario. Siano davanti al popolo quei rappresentanti che li hanno portati all'oggi. Siano lasciati in disparte a godere di un immeritato riposo. Sia un nuovo impegno a prendere piede. Ma un impegno qualificato e concreto, con una visione globale che non usi semplificazioni puntiformi, ma pensi ad un'Italia tutta e a come aiutarla a non annegare...
Utopie. Ma quando si tocca il fondo, o si scava o si prova a non andare ancora più giù...
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domenica 4 agosto 2013
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