martedì 30 settembre 2008

Managing Director Japan


Quando mi vengono i cinque minuti, e dopo dieci non sono passati, è abbastanza nera... Sarebbe il secondo post di tenore black che scrivo, per cui mi concentro più che sui perchè. sui percome e sulle ripercussioni, su cosa mi spingono a fare i momenti neri...

Mi sono infatti ritrovato a guardare stasera con attenzione un annuncio di lavoro dal titolo "Managing Director Japan". La prima cosa è che ovviamente non capisco il significato del nome della posizione: trattasi di "gestione del direttore in Giappone" o "direttore della direzione (o gestione) del Giappone"? Entrambi mi sembrano equivalentemente possibili: nel primo caso in sostanza si tratterebbe di organizzare la vita ad un altro tizio in terra orientale. Ci sarei perfettamente tagliato perchè sto diventando espertissimo di vita del Sol Levante con le mie frequentazioni in ufficio. Pian piano sto imparando anche le parolacce, il primo grande passo per conoscere un paese... Ca**o si dice in modo breve e conciso: sarà un segno?

Per il secondo ruolo che ho ipotizzato, già mi ci vedo a dirigere la direzione: in sostanza credo si tratti di andare a fare il vigile urbano in giacca e cravatta. Ebbene anche per quello mi sentirei portato: dopo anni a vedere le scene più incredibili dal punto di vista automobilistico nella Napoli selvaggia, cosa potrebbe mai essere il Giappone?

E dopo questa furiosa sgroppata di amene idiozie, penso che forse non sono ancora pronto per la terra dell'Harakiri: se ti becca la giornata storta, lì sono dolori!

lunedì 29 settembre 2008

Giornate vuote e già dimenticate...


Cosa è successo oggi? Dovrei fare un sforzo sovrumano per ricordare un evento che sia uno, degno di nota... Ricordo di essermi svegliato più tardi perchè tanto il lunedì è lunedì e in ufficio si vivacchia... Mi sono lavato, questo è certo perchè altrimenti di casa non esco... Pettinato? Ma quando mai, sono mesi che non lo faccio... E poi... Una cortina fumogena fino al mio rientro al Maniero...

Una cosa che mi ha meravigliato è stata trovare sul mobile della cucina la mia tazza da the ancora piena quando ho ripreso coscienza. Colto dal rimorso per non averla bevuta, avevo quasi pensato di ingurgitare in un estremo tentativo di recupero. Poi inesorabilmente è finita nel lavabo...

E ora ho un altro vuoto durato il pasto non memorabile a base di pesce pangasio e insalata... Nel frattempo ci sono state delle lunghe conversazioni telefoniche, ma quello che mi resta fondamentalmente è il mal di testa felice omaggio di queste ore obliate, e una voglia matta, adesso che scrivo, di stravaccarmi nel letto senza nessun pensiero valido e operativo fino alle 4.50 di domattina, quando ancora una volta la mia sveglia mi presenterà il conto di troppi anni in cui ho potuto evitare di vedere l'alba ronfando allegramente!

Il vuoto pneumatico spinto di oggi è un brutto segno: di norma non ho bisogno di concentrarmi per ricordare la vita quotidiana. Forse sto iniziando il mio viale del tramonto, oppure molto più probabilmente devo ridurre il mio stress... Perchè io poi mi stressi vallo a capire: se poi mi resta un vuoto di memoria, non dovrei essere a stress 0? Pare invece che non funzioni così...

domenica 28 settembre 2008

Il cappello


E' da un pò di anni che sono diventato cappello dipendente. Il vento, il freddo e la moda che ha riproposto questo accessorio come indispensabile, mi sono venuti in aiuto.

Ad aggiungere punti alla mia personale classifica di sfigataggine scolastica, sicuramente i vari cappelli indossati hanno contribuito... A Napoli, ad un certo punto, ho iniziato a farne a meno, ma il clima partenopeo è il tropico Italiano, per cui tutto sommato i danni erano e sarebbero stati anche oggi relativi!

Qui però ero dotato solo di una serie interessante di cappelli classici, quindi abbastanza neutri, ma fondamentalmente molto pesanti. Sono quei cappelli di lana pensati per i momenti bui della neve e del vento sferzante. Invece in questo momento, anche oltralpe, stiamo vivendo un autunno che, se pur non particolarmente dolce, almeno non è ghiacciato. Per questa ragione ho deciso che ne volevo un altro più al passo con i tempi e la moda, e anche meno "sudaiolo".

Lo studio del prescelto è durato circa 20 minuti in un negozio del centro commerciale. Qualcuno deve avermi preso anche per un maniaco del condom da cranio, perchè sono stato davanti allo scaffale incerto sul da farsi a provare tutte le possibili fogge con una concentrazione anormale. Prima di scegliere ne ho indossati alcuni bislacchi damascati in controluce, altri da bambini senza capire che lo erano, una serie di anomali visierati... Insomma una scena di indecisione da altri tempi... E alla fine, ho scelto il più semplice e più costoso, che non mi farà apparire particolarmente moderno, che calzerà sulla mia testa con fare terroristico, e che, con orrore, ho scoperto made in Vietnam dalla globalissima Nike... E adesso mi è venuto pure lo scrupolo che sia stato intrecciato da minorenni!

Vabbè, la maledizione dei cappelli continua!

sabato 27 settembre 2008

Guardare oltre, per vedere di più...


Dedico questo post a una persona che oggi compie un pò di anni, e che so che non se la sta troppo scialando. Lo dedico a qualcuno che è molto importante e che non crede di esserlo.

E' il momento di rialzare la testa e smetterla di guardare giù al nostro livello. E' il momento di guardare oltre, di sentire più in alto, facendo diventare le immagini brutte all'altezza dei nostri occhi degli acquerelli sbiaditi e confusi, e i suoni a noi vicini niente altro che una cacofonia di sottofondo. Questo per essere sommersi da quella luce che c'è un pò più in alto e da quella musica che soffia nel vento... Per quanto le cose possano andare male, bisogna credere e sapere che domani ci aspetta qualcosa di bello, e saper vedere intorno ogni momento di soddisfazione, per assaporare anche quel minimo dolce che ci fa sorridere un pò. Non è facile, ma non è impossibile. E se, come spesso ho detto anche su queste carrozze, si è pronti a fare un passo verso gli altri, buttandosi alle spalle ombre e silenzio per ritrovare sole e comunicazione, la vita può essere diversa...


E va bene che gli anni passano, ma proprio per questo diventiamo persone nuove, acquisiamo nuove capacità e ci portiamo dietro dei ricordi. In questo zaino, cerchiamo di lasciare a terra tutte le scatole di cibo vuote o scadute, per fare spazio a quelle nuove che ci piacciono, per vivere meglio. Il sacco a pelo confortevole degli affetti, però non buttiamolo via, perchè ci tiene caldi anche nei campeggi un pò freddi...


Auguri. Auguri perchè un anno se ne è andato lasciando ancora una volta ricordi. Setacciati un pò, emergono anche delle piccole pepite da conservare nella rena... E auguri perchè anche nel nuovo anno ci sia un raccolto di pepite, speriamo più abbondante...

I supereroi Giapponesi esistono



In tempi in cui sembrano aver preso il sopravvento nell'immaginario dei più piccoli, i supereroi americani, anche grazie alle tecnologie digitali, io remo controcorrente e ricordo i robottoni anni settanta/ottanta. Quei fantasiosi e multicolori enormi aggregati di bulloni e lamiera, più simili alla statua della libertà che a difensori dell'umanità, che con armi abbastanza tradizionali come spada e scudo, se la dovevano vedere con mostri che più che orribili nelle fattezze, risultavano ridicoli. Non posso dimenticare la serie di nemici obesi e con acne diffusa sul corpo, evidente segno di degenerazione malefica, con cui Mazinga & Co se la vedevano continuamente... E ritornando alle armi, come non essere ammirati dall'alabarda di quel cornuto di Goldrake e il suo mutandone nero da cui, in compagnia di molti altri eroi, tirava fuori il missile centrale? E il grande ciatone di Mazinga? Oggi immagino avesse mangiato di recente indiano e non amasse lo spazzolino da denti! E il solito balletto di quel mandrillo di Benjo con Daitarn3 quando vinceva con l'aiuto del sole? Probabilmente era già nella direzione della pubblicità alle energie rinnovabili...

Ebbene, raggiunta la maggiore età, e con questa critica sui dettagli dei costumi di robot ed eroi, ne avevo perso stima e messo in discussione la loro esistenza... Tutto questo finchè ieri, ho capito che la società giapponese è un epico contenitore di personaggi dalle vite insospettabili che prendono improvvisamente armature e costumi per affrontare il male... Sì, perchè quando dopo 12h di lavoro, i capi e capetti vari stanno a discutere se continuare ancora a fare misure e a testare il bullone x piuttosto che la vite y, è emerso l'eroico giapponese. Con fare deciso, si è erto a difensore di noi poveri afflitti dallo sguardo annebbiato per dire: no, ora basta! Siamo qui da un numero di ore impossibile, e voi state decidendo senza neanche dirci nulla. E' ora di chiudere baracca e di mettere a nanna noi burattini!

I mostri del caso (effettivamente a guardarli bene abbastanza mostruosi), hanno dovuto cedere all'attacco finale con energie tradizionali. La "Parola di Fuoco" l'ha avuta vinta sullo "Scudo del dovere incerto", e noi siamo stati salvati...

E tutto è bene quel che finisce bene...

終わり

giovedì 25 settembre 2008

Discese repentine...


Sto scendendo velocemente nel fuoco della Gehenna! Cosa sarà poi questa Gehenna e se poi si scriva così, non mi è dato sapere...

Il lavoro cresce, e la mancanza di sonno si allunga come un'ombra serale. Mi sembra di aver imparato a sciare in discesa libera, e che la velocità stia aumentando in corrispondenza di un bel salto a 100km/h. Il problema è che, ops, si sono dimenticati di insegnarmi a controllare il mio corpo in aria e l'atterraggio!

Fuor di metafora, attendo tempi grami e duri per quest'anno fino a Natale e anche dopo... Ma soprattutto mi aspetto che non riuscirò a dormire decorosamente consumato dallo stress. Sarà la discesa agli inferi nella gelata Svizzera. Un bel contrasto di temperature, e io in mezzo, con il sedere (bellissimo) nudo, a prendere sferzate...

Però ci sono sempre da vedere i lati positivi: tutto ciò non mi distrarrà dalle donne, vista la loro assenza!

mercoledì 24 settembre 2008

Plateali gesti...


Stasera al TG1 hanno parlato della nuova tendenza alla "Standing Ovation". Pare infatti che nelle occasioni più impensate, imperversi la voglia di esprimere platealmente la propria approvazione mettendosi in una più o meno frenetica, coinvolta o snob-distaccata posizione eretta accompagnando il battimano...

Devo dire che mi ero accorto anche io che si sta degenerando. Ogni volta che un personaggio anche di riguardo minimo entra su una scena più o meno importante a dispensare demagogia o a vendere se stesso, a tutti iniziano a prudere le terga e, come colpiti dal missile centrale di Mazinga giusto all'aggancio posteriore, scattano in piedi, battendo magari i tacchi insieme alle mani... Insomma, la spontaneità si è persa, e l'abuso ha anche alleggerito di ogni significato rispettoso il gesto. Quando si era a scuola, si dava rilevanza all'ingresso del maestro alzandosi e mantenendo un religioso silenzio. Poi il casino ricominciava, ma era un momento avvolto di solennità, per quanto inutile e abbastanza retrò, che metteva i puntini sulle i dei ruoli.

Adesso sembra che la SO sia l'unico modo di approvare. In Parlamento si festeggiano i successi della maggioranza (purtroppo i molti) e quelli della minoranza (quali?), con le parti in felice balzo dai sedili: vista l'età media, farebbero bene a non dare poi pensieri agli ortopedici!

E, cercando di non essere ripetitivo, devo dare la colpa al cambio della nostra società innescato da tutta quella pacchiana esibizione di consenso che il Premier Berlusconi è andato a riproporre dopo una settantina d'anni. I bagni di folla, le musiche, gli inni, la profusione di gadget: tutto per prendere i cittadini nella rete. Ovviamente tutti sono scesi sullo stesso piano, e ne è risultato il malcostume del supporto sfrenato senza controllo. Da qui, alla considerazione che il modo migliore e più elegante per esibire sensazioni di rispetto, condivisione, minimo apprezzamento, fastidio e dileggio, fosse la Standing Ovation, il passo è abbastanza breve che in troppi lo hanno ormai percorso...

E come sempre diceva il maestro Yoda: il lato oscuro è seducente, ma una volta che lo abbracci esso per sempre ti dominerà! Secondo me è anche pacchiano e plateale!

E dunque ...

Oh, ma se torno e non mi filate manco di striscio me ne rivado subito eh?? Vabbè, mosci, me ne vado a fare un plum cake, che se viene bene ve lo posto. Mmmhhh, ma cambio un po' la ricetta, si si.

martedì 23 settembre 2008

Nuove condizioni?

Ah! Ok, mi sono comprata un fantastico reggiseno che si chiama spettacolo e mantiene assolutamente quello che il nome promette! Oh, e una è fatta.
Ho fatto la mia epocale figura di ca..a con Sunlight, in msn l'ho scambiata per un'altra Anna, cioè mo' vi spiego: una fanciullina mi ha mandato un'avviso messenger in cui mi comunicava che mi aggiungeva ai contatti. Ok, ne sono felice. Subito dopo (e entravo in msn dopo un sacco di tempo che non comparivo) entro e mi contatta una Anna, uhi, espongo contentezza, chiacchiero amenamente, anche un po' formalmente, manifesto auguri per il lavoro, etc. Passa qualche minuto e mi contatta altra Anna, nomata Annuccia. Ah! Aricchiacchiero, boh. Passa qualche altro minuto e realizzo. Capperi!!! La prima era Sunlight, quali auguri per il lavoro, con chi stai lavorando, etc. etc. Orroreeeee! Ho confuso Anna per Annuccia, lana e seta. Urp! Scuse, mi cospargo il capo di cenere e via. Ma la malefica non se lo dimentica e mi ha sfottuto a morte. Oh, oggi ho visto Angy e Sunlight, appunto, cosicchè mi sono presa in diretta i motteggi e i dileggi della suddetta. Ha ragione e quindi zut! E due.
Mmmhhh, poi dovete capirmi, ecco, parecchie di voi donnine ci avete macellato i tenerini che non vi veniva da scrivere, che poi avevate il blocco dello scrittore, che vi veniva a uggia il confronto e via così.
Bhè, m'è presa a me, cioè, spiego: è che mi è cambiata la condizione al contorno, il contesto, come dire. Io non lavoro più lì, o meglio per ora non lavoro, o meglio del meglio, lavoro ma in modo un po' strano, da casa, faccio ricerche strane, le leggi che riguardano le misure alternative al carcere, gare d'appalto di comunicazione, altra miscellanea mista. E allora?
E allora mi pare strano, mi sembra di non avere niente da dire, oppure in realtà di avere da dire cose molto lontane da quelle che condividevamo e poi magari non ve ne po' fregà de meno.
Ma le mie amiche mi dicono di no, che devo darmi una mossa e me la dò, ecchemizzica. Epperciò vi ho raccontato del mio reggiseno e vi racconto pure che mi sono letta l'ultimo libro di Stephen King, che ho comprato con sguardo schifato tenendolo con due dita e consegnandolo alla cassiera un po' vergognosa (io, non la cassiera) e che ho riletto 3 (tre!!) volte di seguito. Caspiterina se scrive bene sto' tipo, anche se il genere è un po' peregrino.
E che mi sono andata a cercare delle scrivanie, che magari mi devo organizzare un angolo lavoro in corridoio e ne ho trovata una bella assai, ma non l'ho ancora comprata. E che mi diverto un sacco con il mio nipotino, che mi fa sempre popi! E se smetto adesso, mi riverrà il crampo dello scrittore in crisi? Bho? E se non smetto vi ammorbo? Ah! Mi hanno chiesto qualche ricetta e sono d'accordo, ve ne posto una che ho trovato su Cavoletto di Bruxelles ed è venuta buonissima e il prodotto si conserva pure per un sacco di tempo, un antipasto veramente ok.
Cantuccini salati con gorgonzola e mandorle
Vi servono : farina 210 gr, gorgonzola 90 gr ( ma meglio il roquefort se no non si sente abbastanza), mandorle intere 50 gr, latte 6 cl, uovo 1, olio d’oliva 40 gr, lievito per dolci non zuccherato 1 cucchiaino, peperoncino in polvere una punta, fior di sale una presa

Scaldare il latte e farci sciogliere il gorgonzola. Setacciare la farina insieme al lievito, aggiungere l’uovo, l’olio, il latte al gorgonzola, poi il sale e le mandorle intere. Mescolare il tutto velocemente, formare una palla e dividerla in due porzioni con le quale formare dei filoncini alti 2 cm e larghi 5. Deporli su una teglia da forno rivestita con carta da forno, mettere al frigo per 15 minuti poi cuocere al forno, per circa mezz’ora, a 170°. Lasciar raffreddare (lo ripeto, LASCIAR RAFFREDDARE BENE) poi tagliare i biscotti in diagonale, spessi 1cm, con un coltello seghettato. Disporre di nuovo i biscotti sulla teglia da forno, e far cuocere per 10 minuti, in modo da farli diventare dorati. Lasciar raffreddare su una griglia e servire all’aperitivo o conservare in una scatola.
Buoni da morire.
BISOUS :o)

lunedì 22 settembre 2008

Qualche attimo in meno...


A volte si realizzano nella vita quelle scene da film che si vivono al rallentatore... Eccone una...

Davanti a me mia cugina con sua figlia in braccio, conversa tranquillamente di paesaggi, luoghi e amenità varie. Ecco che la cinepresa si fissa sulla sua schiena e la sequenza parte:

dettaglio della punta del piede che sbatte sul marciapiede, sbilanciamento improvviso dovuto al peso in avanti costituito dai 10kg di pargola... Inizio di una caduta inarrestabile... Le mie mani si muovono con ritardo tentando una presa disperata, mentre lei impatta al suolo preoccupandosi subito della piccola... Sul suo volto uno sguardo terrorizzato stile "Urlo" e una totale inconsapevolezza spazio temporale. 3 secondi o 3 centesimi. Poi si ritorna alla realtà con le due distese a terra sulle strisce pedonali, una auto in attesa di farci attraversare che è ora diventata possibile ambulanza, e l'inizio del disperatissimo pianto giustificato. Pianto di paura, di adrenalina e di preoccupazione per la mamma, fortunatamente non pianto di dolore...

Poi la corsa a casa di cui non ricordo altro che il passeggino vuoto e i lacrimoni di bambina...

Quegli attimi di vita sono stati lunghissimi eppure completamente persi. Meno male che li ho potuti già cancellare!

domenica 21 settembre 2008

Esagerare...


Quando cucino per la venuta di ospiti esagero. Non so se si tratti di un retaggio medievale per cui, per dimostrare da un lato gradimento per la presenza, e dall'altro il proprio stato di buona salute, ma le dosi di cose che preparo sono mediamente spropositate...

Oggi ho preparato, per 3 persone, 500gr di pasta al sugo (ragù di mia personale produzione) e 8 salsicce, più insalata... Un tempo avvezzo a simili performance, oggi ovviamente mi sono dovuto limitare a un piatto non eccessivo di casarecce e ad 1 sola salsiccia... Poi l'insalata, ma si sa che quella conta poco... Ebbene ne sono uscito stremato dal punto di vista digestivo, e i miei commensali, pur complimentandosi, sono apparsi anch'essi provati...

Credo che questa sia una mia tremenda maniacalità, che la domenica prende a prestito anche il ricordo dei pantagruelici pasti napoletani, dove il pranzo del "Giorno del Signore" è un evento che di biblico ha molto poco, visto che di stenti, carestie e fame non si può proprio parlare... Però trattasi anche di quel mondo tradizionale che tanto conforto riesce a dare in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.

Peccato che in questa Svizzera ci sia poca possibilità di terminare il pasto con un super-calorico dolce ricco di crema. Questa ultima esagerazione, che tanto bene farebbe alla pennica pomeridiana, è negata dalla carenza di pasticcerie accettabili... E per ora il mio desiderio di dolce domenicale, resta più un malinconico ricordo che una soave realtà...

Cucina Indiana: auguri!


Esperienze nuove. Dato che nella nostra Italia e in special modo nella ridente Partenope, la cucina internazionale fatica a radicarsi, in un paese dove invece non c'è alcuna tradizione culinaria, è possibile sperimentare di più.

Ecco perchè ieri, con il tipico approccio dello scorpione esploratore, mi sono lasciato condurre al ristorante etnico indiano... Ora devo dire che la cornice è interessante: tutto curato, abiti tradizionali, colori alle pareti accesi stile Bollywood... Ti senti proiettato con fiducia in un luogo che brilla per pulizia e organizzazione. Forse sovradimensionato il personale lavorante, ma quando hai un miliardo di indiani nel mondo perchè non farlo? Gentilissimi tutti, pronti a parlare in un incerto italiano e a ripetere due o tre volte le cose in un tedesco ben più fluente...

Però le note dolenti, almeno per il sottoscritto sono venute dal cibo. Premetto che le cose molto piccanti non mi piacciono: anestetizzano ogni sapore le spezie che bruciano le papille gustative invece di titillarle. Sono un cultore dei gusti delicati o decisi, ma dovuti al materiale di cucina stesso, e non alle più o meno fantasiose aggiunte. Ho lasciato ordinare ai miei commensali, pregando e sperando che le cose che avrei posto nel mio piatto non mi avrebbero recato danno... Beh, diciamo che la missione in terra orientale è stata fondamentalmente un insuccesso se si esclude il riso in bianco bollito che mi ha dato un certo piacere. Già al primo boccone curioso di una specie di involtino primavera ripieno di strani intrugli, ho capito che l'aria si sarebbe riscaldata facilmente. All'attacco del pollo e del manzo in salse varie, la mia bocca ha iniziato a pulsare come una stella di media grandezza con fusione di idrogeno in corso... La reazione nucleare deve aver presto raggiunto le orecchie, se mi sono ritrovato con due antenne fosforescenti ai lati della testa. E nel frattempo, non più di sapore si poteva disquisire, quanto di livello del dolore... Insomma, stop obbligato alla pompa di acqua fresca, incapace però di lenire seriamente il fragore delle esplosioni...

Ho capito di essere stato sconfitto da questo approccio stile "soffio di drago" e che per la cucina indiana, un altro round verrà in tempi piuttosto remoti... Peccato, i miei vicini di casa sono originari di quella zona: dovrò evidentemente rifiutare ogni possibile invito a cena!

venerdì 19 settembre 2008

Un problema interlinguistico...

Oggi è sabato e ancora in accappatoio sono sulla mia sedia Allak di Ikea davanti al mio pc a riflettere o a scrivere senza troppo riflettere...

Ieri mi si è scatenato un grave dubbio interlinguistico. Dovete sapere che ultimamente per motivi diversi, si sono aggiunti alle mie conoscenze, nuovi personaggi di differenti nazionalità. Ora un paio di essi sono ininfluenti perchè maschi o donne in età avanzata. Una invece, ovviamente di genere femminile, ha presentato una conversazione interessante... Ci si incontra al treno per il mio glorioso rientro a casa anticipato del venerdì pomeriggio, e si chiacchiera un pò. Normale amministrazione...

Poi arrivati alla stazione finale, i saluti di rito.

Io: "Che fai ora, vai a Zurigo?" - "Are you going to Zurich now?"
Lei: "Sì vado a prendere la mia ????????." - "Yes, I'm going to meet my girlfriend."
Io: " Ah, ok, a presto." - "Ah, ok, see you soon."

E adesso il problema di interpretazione mi sembra ovvio. Conoscitori della lingua tedesca, sostengono che potrebbe essere un comune mis-understanding perchè in diverse lingue si ha coincidenza tra i termini amico/fidanzato, amica/fidanzata. Questo porterebbe a traduzione letterale anche in inglese a cercare di convertire il genere... Io non sono molto convinto di questa spiegazione, e credo solo invece che si parlasse di fidanzata.

Tutto ciò ovviamente mi spiacerebbe, perchè io, quando ci sono fidanzati/e di mezzo, perdo interesse, e se non c'è neanche la speranza che lasciandosi ci siano prospettive, cui prodest?

La preoccupante piega fotografica...


Per un motivo e per un altro, mi sto trovando sempre più spesso a vagare sulla rete nelle zone di aggregazione virtuale come Facebook etc. Mi ci ero accostato diffidente e un pò indifferente, e ora sono nel pieno del turbine del paroliamo telematico (sono secondo in classifica al momento)...

Tuttavia la cosa che più mi sta impressionando è la quantità di contenuti che vengono spontaneamente generati e rimangono poi a imperitura testimonianza della tua vita e onestamente anche dei cavolazzi tuoi! Tra le cose che più di tutte mi lasciano esterrefatto è la quantità di foto che vengono postate come pubbliche. Va benissimo come discorso in linea generale: anche il blog ha la sua sezione fotografica, ma rigorosamente senza persone riconoscibili. Noto invece sempe di più che vengono rese fruibili a conosciuti e sconosciuti, pezzi di vita privata immortalati. Questo probabilmente perchè è facile, e si pensa che l'anonimato dei visitatori di siti e profili sia una biunivoca garanzia. Personalmente non trovo niente di male che gli altri si mostrino a 360° e condividano in giro le proprie più o meno riuscite impressioni digitali. Purtuttavia, non è nelle mie corde dare a tutti uno spaccato della mia "intimità" con uno scarso controllo di quello che poi ne possa essere fatto. Non sono in un attacco paranoide di paura che qualcuno mi rovini, quanto nella certezza che in giro ci siano molti scapestrati...

E' per questo che uso sempre una serie di controlli sulle foto che metto on-line limitando gli accessi a meno che non si tratti di cose del tutto anonime... Ora mi domando però se, al di là del discorso un pò esibizionista/narcisista che non mi trova critico visto che tengo un blog perchè sia letto, non si stia prendendo una piega fotografica eccessiva. Ho sempre pensato che i ricordi valessero anche impressi nella propria memoria, e alcune volte una lieta dimenticanza non fosse un male...

A spazzare queste ipotesi viene però la distanza da casa e amici: per tutti noi è importante poter continuare a comunicare con i pezzi importanti del nostro passato che sono rimasti nel presente, e se la tecnologia aiuta, freghiamocene per una volta di quello che si può e non si può...

P.S.: Viaggiatori, e le vostre foto estive? Mandate e sarete pubblicati...

Stupore e complimenti allo chef...


Ieri ho dovuto trasferire tutte le informazioni del supposto viaggio che avrei dovuto compiere nella terra di Polonia al mio Boss (che non è più The Boss). Abbiamo iniziato piano rivedendo tutto quello che era già stato preparato e fatto dal sottoscritto dal punto di vista tecnico con gli studi e la logistica che mi avevano preso un bel pò di tempo. Poi ci siamo anche concentrati sullo spostamento in sè e su quello che era atteso in loco... La cosa è durata un paio di ore, visto che cmq si trattava di una trasferta per cui, usando una espressione a molti qui gradita, ero "in the lead".

In qualche modo, ho visto il mio capo stupirsi che tutto fosse dettagliato e previsto accuratamente: non credo ne dubitasse, ma probabilmente abituato, lui tedesco, al disordine dei germanici, non si aspettava che io, un italiano di origini per di più meridionali, fosse in grado di metterla giù così precisa... E' una persona in gamba il mio capo, uno con cui si può parlare e che ha molta fiducia in noi. Sa anche prendere delle decisioni, energiche, ma con me non ha mai avuto da ridire sulle scelte. Gli ho passato il cocco bello e mondato, e lui mi ha fatto i complimenti dispiaciuto che non potessi andare io a completare l'opera che avevo iniziato. Mi ha promesso che ci saranno altre occasioni per andare da qualche parte, e sinceramente ho fiducia che sarà così: sto diventando avido di esperienze in giro, e questa trasferta era una possibilità...

L'altro lato della medaglia é che mi erano giunte inquietanti voci: pare che sul luogo della misura, si aggirassero felici molti gatti, prodighi di residui intestinali... Sembrava inevitabile entrare in contatto con queste bestiole, e ripensando ad una allergia al pelo felino, già mi ero procurato mascherina e guanti... La solita ipocondria... Ma avrei dovuto avvertire il mio capo?

mercoledì 17 settembre 2008

A lezione di Estintore...


Nella scia del periodo di training, oggi lezione per 2 ore di spegnimento di incendi... Il mastro focaio di chiare origini italiane, ha all'inizio sfoggiato la sua ottima preparazione nel campo del caldo in una terra di gelo, per poi indossare una meravigliosa uniforme d'ordinanza diventando un mancato Grisù...

Ho ricordato con affetto il Draghetto che voleva fare in pompiere contro la volontà del papà sputafuoco. A poco valevano i desideri del genitore contro la passione per lo spegnimento. Il tutto mentre fiotti di parole davano chiare indicazioni di cosa e come fare in caso di un incendio. La prova pratica è stata piuttosto veloce e io ho preso attivamente parte pompando una manichetta che sicuramente aveva visto almeno un paio di Guerre Mondiali...

Con me un allegro gruppo di Svizzeri e Tedeschi di rigorosa lingua Deutsch che mi sono sembrati decisamente divertiti da tutta quella seriosa spiegazione. L'evento clou è stato però alla fine, quando Grisù, in una reminiscenza delle sue origini squamate, ha messo in un barile infiammato, uno di quei piccoli contenitori di gas per campeggio. E' stato chiaro l'intento di finire con un bel fuoco artificiale. Dopo qualche minuto di attesa nel quale abbiamo osservato nel malinconico freddo estivo (qui sono stati di massima 10°) la calda fiamma ristoratrice, c'è stato un colpo tipo botta finale del TricTrac... Ci siamo risvegliati e abbiamo capito immediatamente il pericolo bomba, ma onestamente non mi è giunto come si dovrebbe intervenire in questo caso specifico...

E ora che saprei muovermi nella selva di estintori diversi e mezzi di spegnimento più o meno sofisticati, posso dire che non sarò probabilmente eletto pompiere dell'anno: il corso è stato fatto in tedesco, con cadute in Swiss Deutsch!

Però vi dico: se vedete un incendio chiamate soccorso, andate a salvare le persone e poi, se vi va di ustionarvi e morire, entrate di nuovo dove brucia con il vostro estintorino e fate la fine dei wurstel: qui se non finisce con una grigliata non c'è gusto!

martedì 16 settembre 2008

Il senso del dovere


Purtroppo questa cosa è sempre stata dentro di me sin da quando ero ragazzino. Mia Madre mi ha sempre detto: "prima il dovere e poi il piacere". Io ero una mente impressionabile e quindi da allora ho sempre anteposto quello che era "da fare" a quello che valeva "just for fun"...

Con l'età e l'esperienza ho cercato di correggere il tiro e di lasciarmi andare qualche volta. Purtroppo però mi sono sempre sentito profondamente colpevole quando ho fatto qualcosa di piacevole trascurando quello che era invece dovuto. Tutt'ora il martedì prima del corso di tedesco, dove immancabilmente non faccio i miei Hausaufgabe, mi viene ansia e magone da interrogazione, foss'anche che nessuno potrà seriamente rimproverarmi perchè finchè i soldi girano, i risultati sono poco rilevanti...

Oggi mi sono dato l'ennesima auto-zappata. Non so se riuscirò a evitare il completo auto-eradicamento delle intime parti, ma ho detto al mio capo che in ufficio abbiamo troppo lavoro in vista della prossima partenza di un collega per lungo tempo, e che forse non è il caso che io vada in trasferta per la misura che io stesso ho organizzato e che mi piacerebbe a questo punto fare... Ora la condizione è incerta: se i tempi saranno gestibili, ancora potrei rimanere in sella al cavallo estero, ma il mio senso del dovere mi dice che rischiamo molto a farmi andare a fare questi giorni di esperienza, certamente utile, ma anche di piacevole intrattenimento...

Insomma, il senso del dovere è tornato a perseguitarmi. Come quella volta che andai a giocare a basket con gli amici senza studiare alle scuole medie, e poi la sera studiai fino a tardi con le lacrime agli occhi per il mio imprudente gesto. Cicatrici cerebrali di cui è difficile disfarsi!

lunedì 15 settembre 2008

A lezione di Lavatrice...


Grande lutto nel palazzo per la dipartita della lavatrice in opera per tutti noi da un pò di tempo... Era un oggetto amato e ormai ben conosciuto nella sua semplicità, ma essendo un oggetto, ha esaurito la sua vita lavorativa ed è stato prestamente sostituito... In fondo succede anche gli uomini, inutile nasconderlo...

Conseguenza è stata l'installazione di una lavatrice super-tecnologica dotata di luci spaziali blu, ampio display per innumerevoli funzioni, e una esorbitante serie di tasti da maneggiare con cura. La cosa che più mi piace dell'oggetto in questione è la luce che si accende quando si apre l'oblò: chi la ha studiata è un genio, perchè c'è anche un effetto di diffusione di luce che fa sembrare tutto molto professionale e luccicoso.

Purtroppo, specialmente per gli anziani del palazzo, il nuovo ritrovato tecnologico presenta una serie preoccupante di punti oscuri... Dopo la spiegazione della piacevole signorina Italo/Svizzera, nugoli di domande si sono affacciati alla mente delle signore, ma è stato evidente che il loro disagio di comprensione non potesse essere colmato facilmente e che finanche i punti interrogativi non fossero chiari anche a chi li poneva...

Però che organizzazione in questa Svizzera: lezione di Lavatrice con prova, educazione civica all'uso comune e riunione di condominio in lavanderia... Peccato solo che il tutto si sia svolto in lingua tedesca: ora credo che il primo danneggiatore inconsapevole sarò proprio io!

domenica 14 settembre 2008

L'emozione dei perdenti...


Oggi non ho dormito andando contro i miei millenari principi di siesta pomeridiana. Sono millenari perchè secondo me è nel sangue napoletano mischiato a quello spagnolo, la voglia di riposare la domenica pomeriggio dopo il pantagruelico pranzo... Le dominazioni varie della terra partenopea e del caldo meridione, hanno sempre assorbito le migliori abitudini, che per molti altri popoli sono invece tremende aberrazioni!

Tuttavia, qualcosa di buono c'è stato. Ho potuto vedere il Gran Premio di formula 1 dopo qualche anno senza utilizzarlo banalmente come sonnifero. E una volta tanto è stato un gran premio emozionante. Il motivo non sono stati gli incidenti da "tozzatozza" che orrore e apprensione vanno a sollecitare, bensì la vittoria di una delle squadre minori... Sì, devo ammettere che non sempre il mio tifo va verso i meno abbienti nelle competizioni sportive: ci sono state diverse volte che ho tifato per i più forti perchè mi facevano divertire di più. Però in questo caso, pensare che gli altri spendono molto più denaro in sofisticatissime tecnologie, e che quando ci si mette di mezzo pioggia e vento queste cose non danno beneficio e le differenze si azzerano, mi ha dato soddisfazione. Ha vinto un ragazzino di 21 anni, ha vinto una squadra senza gli ingaggi delle Ferrari di turno.

E' stato un pò come se una Fiat Marea avesse superato una Ferrari in panne facendo l'universale gesto del dito medio... Perchè non sempre le cose devono andare bene a chi ha le risorse per fare la corsa meglio, ma c'è spazio anche per le vittorie di chi ci mette il sudore di ogni giorno, l'inventiva e quella testarda voglia di perdere con onore, e di vincere alla grande, senza discussioni!

sabato 13 settembre 2008

La disturbata in Svizzera


Treno affollato del venerdì pomeriggio. Quello pieno dei pendolari che tornano a casa un pò in anticipo rispetto al solito per andare a godersi il meritato riposo del weekend. Quello di tutti i viaggiatori del fine settimana che si vanno disperdendo ai quattro angoli del mondo. Quello dei viaggiatori occasionali che hanno un appuntamento in centro...

Si cerca un posto con aria disinvolta ma decisa: tu, scemo del villaggio, perchè hai messo la valigia tra i piedi e non ci fai sedere sul divanetto a due? Siamo due stanchi lavoratori che onestamente vorrebbero usufruire del servizio in modo dignitoso, niente altro che questo... Ebbene perchè già dal tuo aspetto stupido, ho la sensazione che per te il vivere civile sia un optional che hanno dimenticato di aggiungere alla dotazione di serie? E quando il mio collega, svizzero educato, sposta un pò la tua valigia, perchè direttamente lo invii a fare quattro passi nella zona pelvica posteriore? Perchè gli fai perdere l'aplomb e lo costringi a innescare una discussione che sfiora il contatto fisico mettendolo in una sgradevole agitazione cui non è abituato?

La tua incerta provenienza (forse il lavoro di tua madre lo conosco, quello di tuo padre non meglio definito) non giustifica che tu debba darci noia mentre allegramente parliamo dei fattacci nostri e vogliamo solo arrivare presto alle nostre case dimenticando una settimana faticosa...

Insomma, una disturbata in Svizzera, la dobbiamo proprio fare senza una ragione necessaria e sufficiente? E' un peccato che io non sia un picchiatore napoletano di quelli seri, altrimenti, pur avendo capito solo l'incipit del tuo discorso, mi sarei tolto gli occhiali e con la cresta al di sopra della fronte ti avrei rotto il naso... Ma no, la disturbata svizzera si ferma alle parole, e te ne vai dal treno lasciandoci in uno squinternato imbarazzo e con lo sconvolto collega che cerca un motivo per la tua stupidità e che forse rimarrà adrenalinico per un paio d'ore...

Perfezione?

Credo che la Perfezione ci manchi un pò su questo treno. In un momento in cui non sono particolarmente brillante con le parole perchè ho fatto e continuo a fare un grande sforzo per far salire il mio umore a dei livelli soddisfacenti, una penna sferzante e costante come la sua ci vorrebbe... L'ho sentita a Napoli, sicuramente sarà presa da molte sue cose, e quindi non mi aspetto niente se non quando voglia e tempo ci saranno...

Per gli altri utenti/operatori/viaggiatori di queste vetture, la preghiera di non disamorarsi e di provare a sederci un pò a turno sulle poltrone, finanche se non sono quelle extra lusso dell'Alta velocità che tutti desideriamo. Insomma scriviamo quando possiamo, che a questa esperienza collaborativa/comunicativa il contributo di tutti è stato sempre il massimo giovamento!

Siccome però è una serata mediamente no con tendenza alla grandinata di imprecazioni, per il momento non fischierò, perchè un treno deve partire sempre nelle migliori condizioni di sicurezza e di comfort... Ma non ditelo a Trenitalia: non sanno di cosa io stia parlando!

Giornate di pioggia...

Quando la giornata è così, puoi sforzarti quanto vuoi, ma inutile è alzarsi dal letto. Meglio dire, è inutile pensare di riuscire a far girare le cose come se fosse un giorno qualsiasi. No, non è il caso di andare da Ikea, unica destinazione possibile per non perdere completamente la voglia di mettere piede fuori casa, se non hai niente di specifico da comprare. Inutile pensare di andare a cena fuori senza aver prenotato: al ristorante ci saranno già tutti! Infine, pessima idea mettersi a cucinare quando non se ne ha voglia: qualunque cosa si produca è solo presagio della voglia di mangiare presto e andare a coricarsi. Se gli altri hanno un improvviso ritorno energetico, tu hai sprecato le tue ultime forze per la preparazione pasto e te ne vuoi stare chiuso in casa con te stesso, forse nel letto è l'ideale, senza l'idea tremebonda di indossare di nuovo jeans e polo e di uscire...

Insomma, per farla breve, che tempo di m**da e una giornata che ha preso una piega molto storta...

giovedì 11 settembre 2008

11 Settembre o Nine Eleven: e poi?


Questa sera sono molto stanco, e quindi fra poco sarò tra le coltri a sognare o a dormire senza sogni...

Però in questa data particolare (11 settembre), mi sento di ricordare che qualche anno fa, oggi sono morti in molti, ma è anche cambiata la vita di tutto il mondo. Dalle piccole cose fino alle grandi, una nuova pagina di storia abbastanza oscura è stata scritta... Ci aggiriamo ancora in delle rovine fumanti della civiltà che fummo guardandoci abbastanza impauriti l'un l'altro... Non si capisce quando lo shock che dagli States si è irradiato ovunque sarà superato e se mai lo sarà. Io dico che noi abbiamo iniziato a metabolizzare la nostra nuova realtà con il consueto fatalismo italiano che poco ha a che spartire con il pragmatico sogno americano di chi le cose non le subisce, ma le attua...

Oggi è forse giusto ricordare come eravamo diversamente (probabilmente meno) preoccupati prima, non per essere nostalgici, ma per poter vedere che la strada della vita va inevitabilmente percorsa, finanche quando i duri cambiamenti sono stati a dir poco sgradevoli. E' il nuovo che ci piace e che dobbiamo creare, la nostra unica vera salvezza!

mercoledì 10 settembre 2008

O' Latitante: animazione sospesa e Rossi Francesi


Sono piuttosto latitante, e quindi cedo per un momento alla stretta regola che mi sono dato di non scrivere dall'ufficio... Avevo ceduto, ma poi invece mi sono fermato subissato dalle cose da fare e infastidito dai cento occhi indiscreti che, anche nella rispettosa svizzera, si volgono famelici dei fattacci tuoi a guardare lo schermo che si riempie di lettere... Dunque silenzio, o almeno corrente alternata. Meno male che ci sono anche gli altri Viaggiatori e lettori vari a mettere mano, perchè la carrozza vaghi anche se il Capotreno è in malattia e/o nessuno fa le pulizie...

L'estiva animazione sospesa sta ora lasciando il posto al tramtram quotidiano del lavoro, che sta crescendo a dismisura lasciando poco spazio finanche per la respirazione. Mi piace avere responsabilità e cose da fare, ma certo le energie residue non incoraggiano il sano fluire dei pensieri e il veloce scorrere delle parole. Sono in animazione sospesa 2 giorni su 5 della settimana lavorativa: divento una immota palla di carne accoccolata davanti alla tv, e mi ritrovo improvvisamente a dormire finanche quando importanti scene di Grey's Anatomy si succedono. Non era così quando ero piccolo, e dopo pranzo ritenevo assurdo che mia Madre dormisse sul divano davanti alla TV. Ma le cose cambiano, e non si può far altro che adeguarsi a se stessi...


Una esperienza di adeguamento, è stata la battaglia con i semafori francesi in Parigi. All'inizio io e mio fratello, da tipici buoni viaggiatori italiani che si vogliono mettere in luce per la loro correttezza, rispettavamo religiosamente il segnale pedonale e speravamo che il rosso francese si manifestasse in una epifania di colore. Il tempo passava immoto nella attesa, e anche guardare i contorni delle persone in giro e gli sfondi dei palazzi, diventava un esercizio poco gradevole. Eravamo tesi pronti per la partenza, ci siamo messi in moto, e ecco che l'omino verde che sgambetta è ritornato a essere uno squallido indiano D'America rigido. Con le grandi strade di Parigi, ci siamo ritrovati in mezzo alla carreggiata con il senso del pericolo innescato... E questa cosa, nonostante un esercizio atletico spinto al parossistico e i tentativi di sincronia con lo sparo tipici dei centometristi, è andata avanti per un bel pò. Poi abbiamo capito che bisognava sfruttare ogni momento di strada libera dimenticando gli scherzi semaforici se si voleva giungere a qualche destinazione indenni...

Ma insomma, nella regolata Francia, senza fare rivoluzioni finanche contro il rosso giallo e verde, non si può ottenere nulla!



lunedì 8 settembre 2008

In viaggio con i tifosi



Andrea B. ha chiesto il mio punto di vista su questo articolo.




Domenica scorsa ero sull'IC delle 9.24 da Napoli per Torino con l'intenzione di raggiungere degli amici in barca a Formia, e vorrei raccontare la giornata da un altro punto di vista. Per salire sul treno ho dovuto attraversare la calca di tifosi, per lo piu' facce brutte e poco rassicuranti, che facevano, biglietto e documento alla mano, la fila per i controlli. Chi mi ha scortato e aperto un varco nella folla? La polizia? I ferrovieri? No, i tifosi stessi che hanno fatto un cordone per farci passare. I controlli procedevano a una lentezza esasperante ed eravamo gia' da tempo su un treno ormai in ritardo, senza aria condizionata e con i finestrini chiusi nonostante le mie ripetute richieste di sbloccarli, quando ho visto portare a braccia un tifoso con una ferita alla testa. Non si capiva come se la fosse procurata, poi ho saputo per un attacco epilettico, ma farlo passare in mezzo agli altri tifosi non mi era sembrata una cosa saggia. E infatti un attimo dopo c'e' stato l'assalto al treno. Assalto che, per come l'ho vissuto, si e' svolto in maniera assolutamente non violenta, con i tifosi che hanno fatto di tutto per non disturbarci e per rassicurare chi era preoccupato. Dopo due ore di attesa a guardare il questore e i ferrovieri che discutevano senza decidere nulla e senza dare alcuna informazione, dopo un controllo fasullo dei biglietti delle persone sul treno, dopo che sentivamo la tensione aumentare da tutti i lati, dopo che i programmi di viaggio erano saltati per tutti, appena la polizia ha deciso di aprire un varco per farci passare abbiamo abbandonato il treno, volontariamente, tra le scuse dei capi delle tifoserie organizzate, e a quel punto per me e' iniziata la vera tragedia. Ritenevo scontato il rimborso del biglietto. 10 minuti di coda allo sportello Informazioni per sentrimi dire, senza guardare il mio biglietto, che la biglietteria me lo avrebbe rimborsato. 40 minuti di coda alla biglietteria per sentirmi dire che non avevo diritto al rimborso e che dovevo rivolgermi all'Assistenza clienti. Li' la coda non c'era, ma in compenso uno sgarbatissimo ferroviere, senza alzare gli occhi dal pc, mi ha detto di chiamare l'89 20 21. A quel punto ho cominciato ad irritarmi e lui non ha gradito: " Ma a lei chi glielo ha detto di scendere dal treno?". Ma questa e' un'altra storia e rientra nella normale gestione di Trenitalia che quotidianamente sperimentiamo nella nostra vita di pendolari. Cosa sia successo al binario 24 dalle 11.30 in poi lo ignoro, o meglio, l'ho letto sui giornali, e sinceramente, per come ho visto le cose io, ci credo poco. Non voglio essere complottista e gridare all'imbroglio organizzato da questura, Trenitalia e giornali per far passare i Napoletani per delinquenti e camorristi e per tenere a casa gli ultra' fino alla fine del campionato, ma qualcosa che mi puzza c'e': gli ultra' sono ultra' e credo che nessuno si aspetti che tenuti sotto pressione per 4 ore poi si comportino da signorine perbene, come mai il questore ci ha messo 3 ore per decidere che il treno doveva partire "per motivi di ordine pubblico"? Come mai io sabato sera ho potuto comprare on line un biglietto con prenotazione per un treno gia' strapieno e quando normalmente se il posto non c'e' il biglietto non me lo vendono? Come mai hanno parlato di cariche, sommosse, tifosi senza biglietto, petardi, ultra' che hanno cacciato i passeggeri e io che ero li' sul treno o in giro per gli uffici della stazione ho sentito al massimo qualche coro da stadio? Come mai nessuno ha notato che nelle foto della stazione di Napoli tutti i tifosi hanno in mano biglietto e documento e nessuno e' incappucciato? Io, nel dubbio, per la prima volta sono dalla parte degli ultra' e sono contenta di aver lasciato loro, quando sono scesa dal treno, i biscotti che avevo fatto per S. Forza Napoli!

venerdì 5 settembre 2008

Non c'è pace per gli afflitti...


Ieri grande evento mondano: matrimonio di The Boss con degno Consorte. Onorevolmente invitato, ho rischiato di sollevarmi in un aria spifferosa, ma per il loro gentile richiamo, il certamen con l'infido cielo è stato una bazzecola!

Della cerimonia e del rinfresco non parlerò. Al solito i matrimoni hanno una tale serie di cose da raccontare che ne verrebbe fuori un post scoordinato e soprattutto poco interessante. La mia ottica maschile, inoltre, mi rende incline a soffermarmi non sui vestiti, ma sulle svestite, e quindi credo che l'audience potrebbe annoiarsi ben presto: in fondo le donne vedono certi ammenicoli tutti i giorni...

La cosa accaduta è molto piccola e probabilmente non particolarmente significativa, ma mi ha fondamentalmente divertito, e sono certo che la sua morale sia abbastanza banale da affascinarmi. Dovete sapere che quando lavoravo in Italia, ero parte di un fantastico gruppo di colleghi, che ha per manager un Grosso personaggio. Esso è sempre stato un uomo distinto, amichevole come un toro in corrida in molti momenti, e sostanzialmente al limite dell'educazione negli altri. Personalmente non ci ho mai avuto a che fare troppo. E' stata una relazione a distanza filtrata e mai continuativa. Non di questo ho mai sofferto. Il buongiorno e buonasera delle sue rade visite mi era molto più che sufficiente...

Ieri era assiso nella panca davanti alla mia nella chiesetta della cerimonia. Credo che non mi abbia riconosciuto o volutamente ignorato i miei gesti di saluto. Sono due ipotesi equivalenti: lui non mi ha omaggiato... Poi la Messa è andata avanti spedita, grazie a una esibizione del sacerdote in grande spolvero, e siamo arrivati al momento del simbolico gesto della pace. Come credo tutti sappiano, consiste in stretta di mano a 180, 270 o 360 gradi con i vicini... In genere è associata anche a un mormorato "La pace sia con te" e a volte accompagnata da un sorriso... Dalla mia posizione a quella del Grosso, un 270 gradi sarebbe stato possibile, e anche piuttosto agevole. Sedevo vicino a Chest' e a G. Nessuno di noi ha beneficato del santo perdono...

La morale è forse che, in questo mondo, è molto difficile che si doni pace agli ex ed agli attuali afflitti... Amen...

mercoledì 3 settembre 2008

Quando il torpedone buca...


Te lo puoi aspettare. Cammina che cammina su strade polverose e ghiaiose, la peitruzza maligna che ti intacca la carrozzeria solo tempo addietro fiammante e lucente, ci può stare... Ti resta un foro, grande o piccolo, con un torpedone intorno... Il pericolo per i passeggeri, a parte qualche spiffero quando il bus è lanciato, è inesistente e anzi fa anche un pò piacevole gusto retrò!


A parte il fatto di trasportare un mucchio di persone da un posto ad un altro in posizione seduta, torpedoni e aerei hanno molto altro in comune. Soprattutto ultimamente che sono diventato un pendolare dell'aria, noto come ci sia stato un forte avvicinamento: le persone salgono e si gettano sui primi posti liberi cercando di posizionarsi nel modo più confortevole possibile. Poi occupano il sedile vicino per i compagni di ventura e inizia un fragoso scambio di informazioni di viaggio e non solo. Vite intere possono essere raccontate nello spazio di un'ora, condite di pianti di bambini, molesti toni alti e odori più o meno accettabili...


E ieri si è manifestato una nuova assonanza: ho avuto un buco con l'aereo intorno! Sì, ci hanno fatto salire con quella procedura fantasticamente caotica che è l'imbarco, ci hanno fatti accomodare con il solito rito della caccia al miglior posto (voli low cost...), e poi, quando mi ero ormai rassegnato alla mamma con bambino a destra e al puzzone a sinistra ed ero collassato in un sonno maligno, hanno annunciato di aver trovato un buco nel velivolo, e che per motivi di sicurezza era necessario scendere... Il mio pensiero è andato alla disgrazia dello shuttle di qualche anno fa: un buchetto piccolo piccolo e un fuoco istantaneo e definitivo...


Mi sono rapidamente riscosso dal mio sonno per ritornare con i piedi per terra. Li ho rimessi scontento e allo stesso tempo sollevato di non essere stato in aria con qualche fastidioso "spiffero"...


Dopo tre ore siamo volati con un nuovo/vecchio aeromobile (che parola sofisticata!), e siamo felicemente atterrati nella bollente Partenope. E io ancora penso a come sarebbe stato fresco il volo...

Note per Viaggiatori Occasionali...

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Capotreno e Viaggiatori