domenica 24 novembre 2013

Cina

A volte questo blog prende i toni del racconto personale,  lasciando da parte I temi generali e i viaggi reali.
Altre volte,  come in questo caso,  tenta di raccontare un'esperienza di conoscenza straordinaria nel tentativo di inquadrare un nuovo mondo che è sembrato per troppo tempo e a troppe persone lontano e slegato dal nostro. 

Ebbene ho trascorso 7 gg in Cina. Era da alcuni anni che pensavo di voler andare a vedere di persona come vivesse nella sua terra la gente che più velocemente si sta diffondendo per il mondo e più o meno alla luce del sole lo sta iniziando a dominare. Vedere le case, assaggiare il cibo, sfatare o confermare i miti che troppe volte si basano sul sentito dire. Ecco la missione. 

Pechino

È iniziato tutto in un'atmosfera polverosa a Pechino, anche detta Beijing. Una cappa di inquinamento colossale ci ha accolti in una capitale da 20 milioni di abitanti. Ecco la prima constatazione: le polveri sottili e lo smog sono una realtà tangibile. Le auto in numero incredibile erano tutte ricoperte di uno strato bianco, esattamente come le foglie di tutti gli alberi lungo la strada. Quando poi ho passato la giornata a camminare in giro, ho avvertito nitida la necessità di una doccia. L'accumulo orribile di particolato è stato testimoniato da una soffiata del naso che sembrava più la pulizia di un camino.

Il traffico mi ha messo decisamente in crisi. Provenendo da Napoli pensavo di averle viste tutte, ma la follia di cambi di direzione, l'indisciplina irrequieta e l'assenza completa di regole e di qualsiasi controllo, mi hanno veramente sconvolto. Tassello importante tuttavia delle conclusioni cui sono al fine giunto, posso aggiungere che in Cina ci sono moltissime auto, una gran quantità vecchie e chiaramente usurate, ma soprattutto ci sono milioni di cinesi che hanno fretta.
Poi c'è stata una prima immersione nella massa liquida di teste e corpi. La metropolitana stracolma dove il contatto fisico non è delimitato. È terribile consuetudine non tenere per sé la propria saliva: starnuti e sputi sono condivisi con i passanti e i vicini. Forse l'effetto aviaria non ha creato alcun cambiamento culturale. Nessun giudizio morale su questo comportamento. Solo una diversa abitudine igienica. D'altronde anche il dubbio su che cosa accadrebbe al mondo se un miliardo di cinesi utilizzassero i fazzoletti di carta.
Una storia millenaria quella della Cina, ben rappresentata dai monumenti di Pechino e dalla incredibile Muraglia. Un percorso visibile dallo spazio che testimonia un'epoca andata, ma un'operosità ereditata dalla popolazione di oggi. In questo la Cina è lontana da un mondo occidentale dove non è la forza dei numeri a fare una brutale differenza.
Colpisce in modo differente l'inaccurato rapporto con I dettagli e l'assenza di manutenzione. Tutto sembra diventare presto vecchio. Nessuno sembra soffrirne o curarsene. Ma la decadenza arriva repentina allo sguardo europeo. Uno sguardo di sicuro 30 anni fa meno severo. Però il punto è la velocità di recupero da queste differenze. Se la globalizzazione standardizzerà anche gli aspetti perfettibili della vita cinese le loro richieste e aspettative saranno le stesse che il mondo occidentale ha nutrito per lungo tempo. Come una società così diversa possa assorbire simili istanze non è chiaro.

Xian

E da Pechino a Xian. Non dirà molto a molti questo nome. Ben più facile che si sappia del poderoso esercito di terracotta. Una magnifica follia imperiale che testimonia uno splendore culturale indimenticato, ma forse anche un po' sepolto. 

Un volto diverso della Cina. La città antica, ma francamente anche un po' vecchia. Cavi elettrici penzolanti ovunque, una pulizia approssimativa, una povertà sottintesa. I motorini come taxi ufficiali e senza misure di sicurezza all'interno del solito traffico "constrictor". Le bancarelle di cibi meno esotici del previsto, ma di qualità prevedibilmente bassa. Se gli spiedini di calamaro provengono da un marciapiede confinante con la strada e da una inquietante scatola di polistirolo non refrigerata per una giornata intera, forse noi europei potremmo soffrirne.
Ma anche Xian una città imperiale fondamentale. E i suoi monumenti a testimoniare epoche andate. Anche qui con un pezzo di tarocco: la maggior parte edifici ricostruiti per essere contemporaneamente memoria e bene comune. In un mix a volte sconcertante di tradizione che si mescola alla nuova Cina degli edifici enormi, nuovi e allo stesso tempo troppo spesso dozzinali.

Shanghai

E via in volo verso Shanghai. Aspettarsi ancora un contrasto è legittimo. Ma, delle 3 raccontate, Shanghai è la più contaminata ed europea. Non necessariamente un bene questo mix alcolico eccitante e allo stesso tempo claustrofobico. In uno spazio enorme, ti senti ugualmente soffocato da una massa umana che ti sembra di bere come una grappa di riso. Ebbrezza iniziale fino a una totale indifferenza quando la dose abbia superato i livelli di sopportazione. 24 milioni di gocce distillate unicamente, ma sciolte l'una nell'altra. È la città della ricchezza e della modernità che fagocita se stessa per assecondare il mito della fenice che brucia per rinascere dalle sue ceneri, in grattacieli da torcicollo colorati per trasmettere la tradizione che essi stessi stanno spezzando.
 

 

Ma è anche forse la città che più possiamo comprendere. L'antica porta alla Cina è oggi un centro finanziario irrinunciabile per il mondo e conseguentemente ricco di influssi ormai indistinguibili e che fanno sentire coinvolti tanti, ma forse a casa nessuno. Un albergo neutro per una gran massa. Una casa instabile per tanti altri che aspettano che il loro tetto venga schiacciato dal pachidermico piede dell'ennesimo colosso di cemento armato. Risucchiati innaturalmente ad altezze vertiginose, lottano tutti per la propria stabilità. Tra 24 linee della metro e decine di viadotti e di uscite dell'autostrada, gli uomini sono punti consapevolmente invisibili che non possono riconoscersi.
È tuttavia una città discoteca perché riesce a stupefare con suoni e colori. Cosa resti di questa modernità tanto attuale eppure tanto anacronistica non è chiaro. Non credo che vivere in un simile ambiente sia facile. L'impressione è che la droga della velocità sia assorbita in modo inconsapevole e che poi renda inaccettabile un rallentamento. Effetti collaterali si vedranno nel lungo termine...

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