L'altro giorno salivo le scale per andare in ufficio quand'ecco che da dietro qualcuno mi ha pizzicato il sedere. Ma non un pizzichino, un pizzicone a mano piena. Ellalà, mi giro pronta a mollare un paccherone! Mi freno in tempo, era una collega che scherzava. Ah!
Appena salite, però, arrivate in ufficio, la giovane fanciulla ha cominciato a fare un elogio del mio sedere: e quanto è tosto, e quanto sta su e qui e lì. Devo dire che non mi ero mai soffermata sul mio sedere, forse perchè è dietro di me e quindi non è sotto gli occhi. Sulle tette si, mi ci ero soffermata, perchè sono grandi (e mi sono cresciute molto tardi), perchè sono toste (e spero lo restino ancora a lungo) e perchè sono belle (e non lo dico io, ma amici al di sopra di ogni sospetto). Ma mi stanno davanti e quindi non le posso ignorare.
Ma dopo tutti 'sti elogi del sedere, mi sono girata a guardarlo, poi me lo sono toccato e pizzicato ed effettivamente era tosto. Eh si!!
Ah! Mi si è aperto un mondo! E allora ho cominciato a tastare il sedere a tutti in ufficio, ma solo per vedere se era tosto o fiappo. Mi si è aperto un altro mondo. Sederi fiappi a destra e a manca. Sederi piallati. Non sederi. Apperò!! Due soli sederi degni di nota, uno quello del giovane macho coccolone, che insomma, se è un po' teso reagisce alla toccata e allora si che stai toccando un sedere! E un altro, oddio, che non è un sedere, è un invito. Si impenna, esulta, sfiora il cielo con una rotondità. Non è un sedere, è un proclama! E vivaddio, così devono essere i sederi. A mandolino, a mandola reale. E il mio team leader così ce l'ha. Super. Ohhh!
E dai sederi allo spirito, non so perchè, il passo è stato breve. Forse perchè bisogna solo girarsi dall'altro lato per vederli.
E il mio di spirito in una sola settimana ha trovato una strada che non mi sarei aspettata. E' come se all'improvviso un colpo di vento abbia scompigliato i pezzi di un puzzle, rimettendoli tutti a posto.
E tutto ha trovato effettivamente il suo posto, sederi, colleghi, amici, famiglia.
E all'improvviso mi sono accorta che ho trovato la misura. La misura dei sederi e delle cose. Mi sento improvvisamente giusta. Giusta dentro. Non mi sento più inadeguata, la persona sbagliata al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Che dice le cose sbagliata, che veste sbagliata, che è sempre un po' sopra o un po' sotto le righe.
No, all'improvviso ero giusta, con la giusta misura. Sapevo cosa fare, come farlo e cosa dire. Solo che ... dico e faccio le stesse cose, ma questa volta sono giuste. Perchè ci sto bene io.
Per tanto tempo ho cercato fuori di me le cose per essere felice o triste o seria o importante o professionale. Ma come siamo sciocchi a volte. Cerchiamo le cose nel posto sbagliato. E per questo mi sono sentita sbagliata. E' bastato girare lo sguardo e tutto era lì. Solo che non era fuori di me, era dentro.
I limiti, il senso, la serenità, l'allegria, la tristezza. Era tutto lì. Dentro, non fuori.
E quella bambina che mi sono portata dentro per tanto tempo, a cui non riuscivo a pensare senza piangere, che mi sembrava così sola e così triste, che dipingeva sola con gli acquarelli, quella bambina mi ha dato la mano.
E mi sono ricordata di tanti momenti belli, mi sono ricordata che quella bambina è stata anche felice, ha avuto amiche, ha avuto sorrisi. E zie e zii che le hanno voluto e le vogliono bene. Che ci sono.
Ho sorriso e mi ha sorriso. L'ho presa per mano e non ho pianto. Solo ho avuto i brividi e li ho anche adesso. E tutta l'energia che ho disperso è tornata da me. Mi sento come una calamita. Tutto torna.
Adesso ho spazio per tutto e per tutti. Per volervi bene e per fare battute cattive. E mi sento giusta. E ho un sedere tosto.
Che dire, a volte essere soli ti dà la misura del mondo. E del sedere.
Appena salite, però, arrivate in ufficio, la giovane fanciulla ha cominciato a fare un elogio del mio sedere: e quanto è tosto, e quanto sta su e qui e lì. Devo dire che non mi ero mai soffermata sul mio sedere, forse perchè è dietro di me e quindi non è sotto gli occhi. Sulle tette si, mi ci ero soffermata, perchè sono grandi (e mi sono cresciute molto tardi), perchè sono toste (e spero lo restino ancora a lungo) e perchè sono belle (e non lo dico io, ma amici al di sopra di ogni sospetto). Ma mi stanno davanti e quindi non le posso ignorare.
Ma dopo tutti 'sti elogi del sedere, mi sono girata a guardarlo, poi me lo sono toccato e pizzicato ed effettivamente era tosto. Eh si!!
Ah! Mi si è aperto un mondo! E allora ho cominciato a tastare il sedere a tutti in ufficio, ma solo per vedere se era tosto o fiappo. Mi si è aperto un altro mondo. Sederi fiappi a destra e a manca. Sederi piallati. Non sederi. Apperò!! Due soli sederi degni di nota, uno quello del giovane macho coccolone, che insomma, se è un po' teso reagisce alla toccata e allora si che stai toccando un sedere! E un altro, oddio, che non è un sedere, è un invito. Si impenna, esulta, sfiora il cielo con una rotondità. Non è un sedere, è un proclama! E vivaddio, così devono essere i sederi. A mandolino, a mandola reale. E il mio team leader così ce l'ha. Super. Ohhh!
E dai sederi allo spirito, non so perchè, il passo è stato breve. Forse perchè bisogna solo girarsi dall'altro lato per vederli.
E il mio di spirito in una sola settimana ha trovato una strada che non mi sarei aspettata. E' come se all'improvviso un colpo di vento abbia scompigliato i pezzi di un puzzle, rimettendoli tutti a posto.
E tutto ha trovato effettivamente il suo posto, sederi, colleghi, amici, famiglia.
E all'improvviso mi sono accorta che ho trovato la misura. La misura dei sederi e delle cose. Mi sento improvvisamente giusta. Giusta dentro. Non mi sento più inadeguata, la persona sbagliata al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Che dice le cose sbagliata, che veste sbagliata, che è sempre un po' sopra o un po' sotto le righe.
No, all'improvviso ero giusta, con la giusta misura. Sapevo cosa fare, come farlo e cosa dire. Solo che ... dico e faccio le stesse cose, ma questa volta sono giuste. Perchè ci sto bene io.
Per tanto tempo ho cercato fuori di me le cose per essere felice o triste o seria o importante o professionale. Ma come siamo sciocchi a volte. Cerchiamo le cose nel posto sbagliato. E per questo mi sono sentita sbagliata. E' bastato girare lo sguardo e tutto era lì. Solo che non era fuori di me, era dentro.
I limiti, il senso, la serenità, l'allegria, la tristezza. Era tutto lì. Dentro, non fuori.
E quella bambina che mi sono portata dentro per tanto tempo, a cui non riuscivo a pensare senza piangere, che mi sembrava così sola e così triste, che dipingeva sola con gli acquarelli, quella bambina mi ha dato la mano.
E mi sono ricordata di tanti momenti belli, mi sono ricordata che quella bambina è stata anche felice, ha avuto amiche, ha avuto sorrisi. E zie e zii che le hanno voluto e le vogliono bene. Che ci sono.
Ho sorriso e mi ha sorriso. L'ho presa per mano e non ho pianto. Solo ho avuto i brividi e li ho anche adesso. E tutta l'energia che ho disperso è tornata da me. Mi sento come una calamita. Tutto torna.
Adesso ho spazio per tutto e per tutti. Per volervi bene e per fare battute cattive. E mi sento giusta. E ho un sedere tosto.
Che dire, a volte essere soli ti dà la misura del mondo. E del sedere.
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