Giovedì sera, molto grave, mi sono addormentato sulla mia poltrona nello studio/camera ospiti. Sì, male, è un brutto segno. Infatti non è che si possa dire che dipenda dalla primavera: è tutto l'anno che mi addormento alle 21.30 ovunque io sia posizionato e con dolore mi risvegli...
Ora questo potrebbe essere indicato come un segno di vecchiaia. In realtà è secondo me un ben più triste segno di mezza età. Infatti nella vecchiaia non si dovrebbe riuscire più a dormire, mentre il mio sintomo è un torpore clamoroso. Già, perchè non è che il cervello si spenga e basta, ma se fossi a quell'ora collocato nel letto, potrei girarmi sul fianco e fare mattina.
C'è questa parola anzianità che mi frulla un pò per il cervello. C'è perchè viene usata per una serie di cose e anche in questo mondo rivoluzionato, assume valore. Vale l'anzianità lavorativa, vale l'anzianità di adesione a un ordine (o almeno valeva), vale l'anzianità per la pensione... Va di pari passo con l'età, ma questo dimostra solamente che ci sono cose che non cambiano: ricordate la polemica sullo scarso rispetto delle nuove generazioni verso gli anziani? Beh, cosa dire oggi che gli anziani andiamo a diventare noi e che ci sentiamo di guardare dall'alto della nostra esperienza/anzianità quelli che iniziano ora? Quell'atteggiamento un pò paternalistico di chi prova a infondere negli altri un pò di quella consapevolezza raggiunta, conscio di essere in un osservatorio privilegiato perchè si è percorso qualche scalino in più dal punto di vista temporale! Senza accorgermene, lo faccio: trasmetto messaggi di competenza e di sicurezza particolarmente a quei colleghi più giovani la cui irruenza e energia è pari alla poca concentrazione. Non che io sia chissà che, eppure delle certezze, magari sbagliate, mi sono entrate dentro...
Se la contropartita della incipiente mezza età (che tutto sommato a 33 anni si spera non ancora raggiunta) è un pò di sonno e di abbandono in più, per vedere il bicchiere mezzo pieno, mi consolo con la noiosissima esperienza. Non a caso, fa rima con pazienza...
Ora questo potrebbe essere indicato come un segno di vecchiaia. In realtà è secondo me un ben più triste segno di mezza età. Infatti nella vecchiaia non si dovrebbe riuscire più a dormire, mentre il mio sintomo è un torpore clamoroso. Già, perchè non è che il cervello si spenga e basta, ma se fossi a quell'ora collocato nel letto, potrei girarmi sul fianco e fare mattina.
C'è questa parola anzianità che mi frulla un pò per il cervello. C'è perchè viene usata per una serie di cose e anche in questo mondo rivoluzionato, assume valore. Vale l'anzianità lavorativa, vale l'anzianità di adesione a un ordine (o almeno valeva), vale l'anzianità per la pensione... Va di pari passo con l'età, ma questo dimostra solamente che ci sono cose che non cambiano: ricordate la polemica sullo scarso rispetto delle nuove generazioni verso gli anziani? Beh, cosa dire oggi che gli anziani andiamo a diventare noi e che ci sentiamo di guardare dall'alto della nostra esperienza/anzianità quelli che iniziano ora? Quell'atteggiamento un pò paternalistico di chi prova a infondere negli altri un pò di quella consapevolezza raggiunta, conscio di essere in un osservatorio privilegiato perchè si è percorso qualche scalino in più dal punto di vista temporale! Senza accorgermene, lo faccio: trasmetto messaggi di competenza e di sicurezza particolarmente a quei colleghi più giovani la cui irruenza e energia è pari alla poca concentrazione. Non che io sia chissà che, eppure delle certezze, magari sbagliate, mi sono entrate dentro...
Se la contropartita della incipiente mezza età (che tutto sommato a 33 anni si spera non ancora raggiunta) è un pò di sonno e di abbandono in più, per vedere il bicchiere mezzo pieno, mi consolo con la noiosissima esperienza. Non a caso, fa rima con pazienza...
2 commenti:
non avrai mangiato qualcosa di pesantuccio? tipo due biuste con la kartoffelsalat? Il tutto annaffiato con del cappuccino d'annata?
Forse più l'effetto inatteso a tradimento della pizza da Test Run...
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