Modalità intimista on.
Qualche giorno fa ho incontrato il capotreno e abbiamo chiacchierato. Credo che lui ed io abbiamo l'uno per l'altra vero affetto e amicizia e con caparbietà portiamo avanti a distanza un discorso, interrotto e continuo, intenso e banale, saltellante, illusorio, entusiasmante, irruento e tante altre cose insieme. A volte è facile e le parole scorrono veloci, a volte si inceppano e faticano. Ma noi continuiamo, caparbi e ostinati.
In qualche modo io e il capotreno ci assomigliamo. Nonostante la distanza degli anni, nonostante la diversità delle nostre vite, credo che entrambi nutriamo illusioni e convinzioni simili. E parlando con lui mi ha ricordato, mi sono ricordata quanto importanti per me siano le possibilità. Averle, avere tutte le possibilità e non fa nulla se poi non si avverano. Siamo disposti a rinunciare alle possibilità solo in cambio della certezza della felicità o di un suo passabile simulacro.
E ora, ora che sono in un periodo in cui penso spesso e tanto alle cose che mi sono successe e a quelle che voglio e a quelle che non posso avere, ora mi sono trovata di nuovo di fronte alla scelta fra le mille splendenti possibilità e una smorta certezza.
Mi guardo allo specchio dei miei stessi occhi e mi accorgo che giorno dopo giorno faccio tacere le mie emozioni, che non sono desiderabili nelle circostanze in cui mi trovo. Taccio e nascondo.
Ma io ricordo che un tempo accendevo la musica e ballavo da sola sul tappeto. Io ricordo che cantavo sotto la doccia. Io ricordo le mie emozioni. E le rivoglio, tutte.
Rivoglio la possibilità di accarezzare, rivoglio la possibilità di sorridere, rivoglio la possibilità. Al prezzo che non si avveri.
Ultimamente mi dicono tutti che sono più bella e più serena. Farò in modo che sia vero. E grazie al capotreno di avermi ricordato di me.
E ora possiamo smettere di fare della filosofia e passare all'azione.
Qualche giorno fa ho incontrato il capotreno e abbiamo chiacchierato. Credo che lui ed io abbiamo l'uno per l'altra vero affetto e amicizia e con caparbietà portiamo avanti a distanza un discorso, interrotto e continuo, intenso e banale, saltellante, illusorio, entusiasmante, irruento e tante altre cose insieme. A volte è facile e le parole scorrono veloci, a volte si inceppano e faticano. Ma noi continuiamo, caparbi e ostinati.
In qualche modo io e il capotreno ci assomigliamo. Nonostante la distanza degli anni, nonostante la diversità delle nostre vite, credo che entrambi nutriamo illusioni e convinzioni simili. E parlando con lui mi ha ricordato, mi sono ricordata quanto importanti per me siano le possibilità. Averle, avere tutte le possibilità e non fa nulla se poi non si avverano. Siamo disposti a rinunciare alle possibilità solo in cambio della certezza della felicità o di un suo passabile simulacro.
E ora, ora che sono in un periodo in cui penso spesso e tanto alle cose che mi sono successe e a quelle che voglio e a quelle che non posso avere, ora mi sono trovata di nuovo di fronte alla scelta fra le mille splendenti possibilità e una smorta certezza.
Mi guardo allo specchio dei miei stessi occhi e mi accorgo che giorno dopo giorno faccio tacere le mie emozioni, che non sono desiderabili nelle circostanze in cui mi trovo. Taccio e nascondo.
Ma io ricordo che un tempo accendevo la musica e ballavo da sola sul tappeto. Io ricordo che cantavo sotto la doccia. Io ricordo le mie emozioni. E le rivoglio, tutte.
Rivoglio la possibilità di accarezzare, rivoglio la possibilità di sorridere, rivoglio la possibilità. Al prezzo che non si avveri.
Ultimamente mi dicono tutti che sono più bella e più serena. Farò in modo che sia vero. E grazie al capotreno di avermi ricordato di me.
E ora possiamo smettere di fare della filosofia e passare all'azione.
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