Come promesso a AlessandroT, ecco un post dedicato a un aspetto che forse ho trascurato di mettere in luce delle mie vacanze.
Ho mangiato con rabbia e piacere di gola. Brucerò all'inferno tra i peccatori senza possibilità di assoluzione, ma lo farò pensando di essere una sugosa salsiccia al vino arrostita alla brace. La rabbia era determinata dall'astinenza da ingredienti e preparazioni di qualità. Passato il confine alpino, ogni esperienza culinaria che sia un minimo raffinata e saporita, viene diluito in un mare inopinato di panna, spezie e salse improbabili, volte a coprire ogni sgradevole gusto originale di prodotti che hanno di per sè ben poco da dire.
Ho goduto con tutto me stesso il piacere di gusti non artefatti, di mani sapienti che sugli alimenti si posano con affetto, senza picchiare a sangue, ma accarezzando dolcemente... Vette altissime sono state raggiunte nel mio peregrinare. Da un couscous milanese agli spaghetti al gusto di mare, passando per dei cannoli freschi di giornata e delle arancine da alleluia, sono approdato a una sontuosa spigola alla brace e a una magnifica frittura di calamaretti, con infine a delle linguine al cartoccio completate da una delizia al limone non dimenticata...
Unendo i puntini della mia personalissima pista cifrata, non contando sui nomi di tutte le località nè dei ristoranti (anche perchè molto è stato mangiato tra mura domestiche), l'immagine che esce è quella indubitabile dello stivale, un dolcissimo stivale che nel cibo non lascia mai l'amaro in bocca!
Ho mangiato con rabbia e piacere di gola. Brucerò all'inferno tra i peccatori senza possibilità di assoluzione, ma lo farò pensando di essere una sugosa salsiccia al vino arrostita alla brace. La rabbia era determinata dall'astinenza da ingredienti e preparazioni di qualità. Passato il confine alpino, ogni esperienza culinaria che sia un minimo raffinata e saporita, viene diluito in un mare inopinato di panna, spezie e salse improbabili, volte a coprire ogni sgradevole gusto originale di prodotti che hanno di per sè ben poco da dire.
Ho goduto con tutto me stesso il piacere di gusti non artefatti, di mani sapienti che sugli alimenti si posano con affetto, senza picchiare a sangue, ma accarezzando dolcemente... Vette altissime sono state raggiunte nel mio peregrinare. Da un couscous milanese agli spaghetti al gusto di mare, passando per dei cannoli freschi di giornata e delle arancine da alleluia, sono approdato a una sontuosa spigola alla brace e a una magnifica frittura di calamaretti, con infine a delle linguine al cartoccio completate da una delizia al limone non dimenticata...
Unendo i puntini della mia personalissima pista cifrata, non contando sui nomi di tutte le località nè dei ristoranti (anche perchè molto è stato mangiato tra mura domestiche), l'immagine che esce è quella indubitabile dello stivale, un dolcissimo stivale che nel cibo non lascia mai l'amaro in bocca!
2 commenti:
sono le 9,30 e ho già fame...
Sono le 19.40: ho fame da ieri sera! :-)
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