Sono colto da Natale alla sprovvista. Come sempre. Sebbene sia già organizzato da tempo immemorabile, adesso che mi sto ri-affiatando con la Svizzera e mi sto godendo un po' di vita qui dopo i concerti estivi che mi hanno lasciato strascichi infiniti, partirò alla ricerca di Babbo Natale e delle sue renne...
Verso Natale ci andiamo tutti. E tutti, senza eccezioni, partiamo. Ora, per uno come me, Capotreno e emigrato, questa non dovrebbe essere una novità nè una sorpresa. Ma ogni anno che passa, mi rendo conto che in aeroporto ci sarò con un mondo di persone che hanno in testa il mio stesso target. Modalità diverse, certo. Situazioni altrettanto diverse, ma in fondo tutti accomunati dall'obiettivo capitone (o piatto tipico che sia) per la Vigilia con famiglia, il Natale con i soliti, il Santo Stefano con il mal di stomaco e il Capodanno con l'ansia...
Colto da dubbio sulla via di Damasco/Napoli, mi chiedo se avrebbe senso cercare di distinguersi dalla massa. La risposta è univocamente no. Natale è un rito e come tale può solo essere seguito. I ribelli, portandosi via dalla compagnia dell'Anello, non potrebbero avere sorte benigna. L'ostracismo sarebbe in fondo anche giusto... Perchè ribellarsi al Natale? Forse l'unica cosa insopportabile sono gli obblighi di società. Ma superati agevolmente con le scuse più fantasiose, sarà solo un periodo di riposo e di silenzio... Sempre che le note di Jingle Bells non rompano le palle...
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