Sto scrivendo ultimamente senza cuore. Me ne accorgo perchè troppo spesso i post escono come strappati, incompleti. Non mi piace sia così, ma capitano alcuni momenti in cui l'ispirazione affonda le sue radici in una terra secca. Non sto vivendo un momento creativo, ma per me non è in fondo tanto grave. Chi legge il mio blog? In pochi e anche il suo ruolo di connessione con il mio passato italiano si è di molto allentato. Era naturale e non ci sono nè rimpianti nè acrimonia in un normale accadere della storia.
E' diverso però quando a scrivere senza cuore sono autori di best seller. Senza lanciare anatemi, constato che recentemente sto provando un po' di delusione per le storie di Camilleri del commissario Montalbano. Non è possibile dimenticare la qualità delle prime prove. Si sentiva il sapore delle cose che Montalbano vedeva e del suo modo di vivere. Le indagini non erano scontate. Non sembrava tutto un leggere e rileggere.
Adesso invece avverto molto spesso un rumore di falso nelle parole dell'autore. I personaggi appaiono consunti e il protagonista una parodia di se stesso. Certo, è l'immagine di un eroe decadente, ma di una decadenza troppo prona al successo e allo strizzare l'occhio al pubblico affezionato che, pur aspettandosi di piu', resta drogato e assuefatto all'affetto per compagni di avventure.
Sarà il successo, sarà una volontà precisa di Camilleri, sarà che non sempre si riesce bene, ma gli ultimi libri sono passati senza lasciare memoria. E' un po' triste per me giungere a paragonarli a opere dimenticabili come quelle di Clive Cussler e di Wilbur Smith. Ma le trame sempre un po' piu' labili, farcite di un po' di sesso e di storie inverosimili di donne meravigliose, ricordano le eroiche imprese impossibili degli autori di cui sopra.
Nella speranza che Camilleri e Montalbano ritrovino il loro cuore...
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