Mentre gli ultimi post sono stati intimi e pieni di personali riflessioni (a volte viene così), sono abbastanza cosciente che qualcosa sta succedendo nel mondo di importante. E' sempre così oggi. L'informazione è così pervasiva e così intrecciata con la vita di tutti che sembra che fatti distanti migliaia e migliaia di chilometri possano toccarci direttamente. E in effetti, giunge il momento che ci toccano, nella tasca o nella disponibilità di prodotti di cui un tempo facevamo comodamente a meno e così via...
Tuttavia mi capita sempre più spesso di rimanere al di fuori del circolo delle notizie giornalistiche. Non leggo tanto i giornali, non vedo tanto i telegiornali (specialmente quelli italiani ormai del tutto squalificati), non mi impegno in ricerche su internet che richiederebbero un approccio un pò troppo attivo...
La domanda che mi pongo è però se sia in generale questo un male così grande. Il 70% delle informazioni che riceviamo influenzeranno la nostra vita senza che noi possiamo influenzare il loro corso. E' chiaro che conoscerle aiuta a prepararci a quello che succederà, ma il momento arriva in genere troppo presto e troppo attenuato per garantire una vera ed efficace reazione. Troppe volte poi non ci sono contromisure, e allora a cosa serve guardare al futuro che per sua natura è incerto e mutevole?
So di sbagliare un pò con questo mio approccio, ma decido spesso di concentrare le mie risorse più in uno stordito ignorare di drammi, soprusi e infelicità, piuttosto che di investire le mie energie in un inseguimento a quello che succede nel mondo. E' un approccio limitato. Ma spesso penso che se è vero che tanti limiti ce li danno gli altri, qualcuno lo possiamo attivare anche noi...
Tuttavia mi capita sempre più spesso di rimanere al di fuori del circolo delle notizie giornalistiche. Non leggo tanto i giornali, non vedo tanto i telegiornali (specialmente quelli italiani ormai del tutto squalificati), non mi impegno in ricerche su internet che richiederebbero un approccio un pò troppo attivo...
La domanda che mi pongo è però se sia in generale questo un male così grande. Il 70% delle informazioni che riceviamo influenzeranno la nostra vita senza che noi possiamo influenzare il loro corso. E' chiaro che conoscerle aiuta a prepararci a quello che succederà, ma il momento arriva in genere troppo presto e troppo attenuato per garantire una vera ed efficace reazione. Troppe volte poi non ci sono contromisure, e allora a cosa serve guardare al futuro che per sua natura è incerto e mutevole?
So di sbagliare un pò con questo mio approccio, ma decido spesso di concentrare le mie risorse più in uno stordito ignorare di drammi, soprusi e infelicità, piuttosto che di investire le mie energie in un inseguimento a quello che succede nel mondo. E' un approccio limitato. Ma spesso penso che se è vero che tanti limiti ce li danno gli altri, qualcuno lo possiamo attivare anche noi...
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