Questo detto, invenzione di un amico, non ha senso ovviamente: un tarallo è (o dovrebbe essere) già "spertusato" (che per i non addentro viene da "pertugio", quindi buco, quindi bucare...).
Ma voglio raccontare una cosa che almeno ha attinenza con il "Dall e dall". Come sapete, dal mio primo mese in Svizzera, partecipo attivamente a un corso di tedesco. Con il tempo è diventata anche una cosa spassosa: fioccano le battute e l'apprendimento procede, pur con la fatica di una lingua che con l'italiano ha una somiglianza e una parentela lontana. Tutto sommato, cinicamente, mi domando perchè il latino sia morto e il tedesco invece no: della sua mancanza, non avrei avuto a soffrire. Della mancanza dei tedeschi forse sì, perchè tutto sommato apprezzo la maggior parte di quelli che conosco. In fondo la Germania è una nazione grande e molto diversa, e l'assimilazione delle persone a dei tratti comuni è molto difficile.
Qualche mese fa, orgogliosamente, superai l'esame di livello A2 (la schifezza della schifezza), con il miglior risultato. Fu una sorpresa per tutti, soprattutto per me. Ancora sospetto che ci sia stato un grave errore di correzione da parte della mia Lehrerin, ma la carta è rimasta a cantare! A distanza di tempo, mi rendo fortunatamente conto che capire la lingua nell'uso comune è diventato possibile. Parlare di facezie o di argomenti spiccioli non mi mette più in ansia. Interloquire su argomenti tecnici e massimi sistemi è ancora una impossibile barriera, ma con tutto il rispetto per colleghi e amici, entrambe le cose non sono proprio all'ordine del giorno.
Il mio cervello, goccia a goccia, si sta clamorosamente scavando. Se parlo con italiani o se devo imprecare seriamente, parto con la madrelingua. Se sono in ambiente internazionale. l'inglese mi calza come un guanto più grande solo di una mezza taglia. Per tutte le altre lingue parlate nel mondo, per inconscia associazione di idee, me ne esco in tedesco. Tra un "entschuldigung" e un "danke", passando per un "bitte", mi sembra logico che tutti debbano capirmi. Le sinapsi stanno però creando evidentemente delle tortuose strade in cui i corto circuiti non mancano se per me l'aeroporto di Zurigo è e resta in qualsiasi condizione "Zürich Flughafen"!
C'è ancora speranza per me: ho incontrato una ragazza proveniente dalla Sicilia ieri in treno che vive qui da 18 anni. Parla tedesco, ma mi ha detto che non lo ha in realtà mai imparato bene perchè non le piace. Neanche io lo adoro, ma i chiari cedimenti mi rendono un candidato alla poltrona di meticcio linguistico nel prossimo futuro...
E allora, dall' e dall' si spertusea pur o' tarallo...
Ma voglio raccontare una cosa che almeno ha attinenza con il "Dall e dall". Come sapete, dal mio primo mese in Svizzera, partecipo attivamente a un corso di tedesco. Con il tempo è diventata anche una cosa spassosa: fioccano le battute e l'apprendimento procede, pur con la fatica di una lingua che con l'italiano ha una somiglianza e una parentela lontana. Tutto sommato, cinicamente, mi domando perchè il latino sia morto e il tedesco invece no: della sua mancanza, non avrei avuto a soffrire. Della mancanza dei tedeschi forse sì, perchè tutto sommato apprezzo la maggior parte di quelli che conosco. In fondo la Germania è una nazione grande e molto diversa, e l'assimilazione delle persone a dei tratti comuni è molto difficile.
Qualche mese fa, orgogliosamente, superai l'esame di livello A2 (la schifezza della schifezza), con il miglior risultato. Fu una sorpresa per tutti, soprattutto per me. Ancora sospetto che ci sia stato un grave errore di correzione da parte della mia Lehrerin, ma la carta è rimasta a cantare! A distanza di tempo, mi rendo fortunatamente conto che capire la lingua nell'uso comune è diventato possibile. Parlare di facezie o di argomenti spiccioli non mi mette più in ansia. Interloquire su argomenti tecnici e massimi sistemi è ancora una impossibile barriera, ma con tutto il rispetto per colleghi e amici, entrambe le cose non sono proprio all'ordine del giorno.
Il mio cervello, goccia a goccia, si sta clamorosamente scavando. Se parlo con italiani o se devo imprecare seriamente, parto con la madrelingua. Se sono in ambiente internazionale. l'inglese mi calza come un guanto più grande solo di una mezza taglia. Per tutte le altre lingue parlate nel mondo, per inconscia associazione di idee, me ne esco in tedesco. Tra un "entschuldigung" e un "danke", passando per un "bitte", mi sembra logico che tutti debbano capirmi. Le sinapsi stanno però creando evidentemente delle tortuose strade in cui i corto circuiti non mancano se per me l'aeroporto di Zurigo è e resta in qualsiasi condizione "Zürich Flughafen"!
C'è ancora speranza per me: ho incontrato una ragazza proveniente dalla Sicilia ieri in treno che vive qui da 18 anni. Parla tedesco, ma mi ha detto che non lo ha in realtà mai imparato bene perchè non le piace. Neanche io lo adoro, ma i chiari cedimenti mi rendono un candidato alla poltrona di meticcio linguistico nel prossimo futuro...
E allora, dall' e dall' si spertusea pur o' tarallo...
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