È un post doloroso questo che scrivo. Lo è perché è una amara constatazione di una situazione di fatto, forse soggettivamente individuata, ma con tanti indizi da diventare una profonda convinzione.
Noi italiani siamo brutta gente. Non brava come spesso citata forse ironicamente. Per me siamo individualisti e egoisti, profondamente legati alla convenienza del singolo che sempre travalica l'interesse comune. Il vivere sociale in cui siamo rispettosi e generosi nei confronti delle esigenze di tutti, è assolutamente avulso dal nostro modo di agire. Dobbiamo vivere bene, goderci le cose, passare avanti o nasconderci dietro scudi umani di colleghi, politici forti che possano a loro volta trovare vantaggio dal proteggerci con minimo rischio personale. Ma tutto ciò funziona con un ben triste "se va bene a me è il meglio per tutti". Gretti e ignoranti dell'etimologia della parola società, sappiamo sempre individuare la cosa giusta in quello che ci conviene di più. Se poi questo mette nei guai gli altri, beh, danno collaterale di poco valore.
Ancor peggio è il nostro continuo vociare di sottofondo. Con l'incapacità assoluta di mettere mai la faccia in dichiarazioni chiare, ma affidandoci a quel meraviglioso vento del pettegolezzo che ci conduce ovunque con un maligno spiffero a pressione crescente che gonfia vele inattese... L'incapacità di discutere senza fumosi e nebbiosi accenni per evitare il deflagrare di scontri violenti, ma per loro stessa natura purificanti e clarificatori, mi disgusta.
Nel mio vivere all'estero, ho scoperto un diverso modo di affrontare gli altri. Non è perfetto, perché dolorosamente diretto, ma include un interesse per il bene comune e la capacità di assumersi le proprie responsabilità. In queste due cose trovo migliori di noi molti europei, non tutti ovviamente. Ho l'impressione forse sbagliata ma netta, che i tedeschi siano un corpo compatto e sappiano parlare chiaro. È così nell'ambiente in cui lavoro. Forse è un eccesso di generalizzazione, come quello sugli italiani e sul loro essere bravi o no, ma non riesco in questi giorni a non essere disgustato da individualismo e doppiezza come segni di inciviltà e squallore morale. È un orribile puzzle che parte dalla politica per raggiungere ogni piccola vena della nazione...
La bellezza dei nostri luoghi resta assoluta, ma il degrado che la.gente sa produrre può distruggere anche l'abbacinante bellezza dell'arte e della natura... E il naufragar è amaro in questo mare...
2 commenti:
La critica di sé stessi, come singoli o appartenenti ad una categoria, è sempre positiva quando non è autodistruttiva. E' certo che, come italiani, abbiamo tratti comuni, ma non generalizziamo così. Distinguiamo poi tra politici e comuni mortali che, molto spesso, hanno la capacità di mettere il bene comune davanti a sé stessi. Certo, hai ragione a sostenere che non siamo tedeschi, non ne abbiamo i modi diretti e puliti, ma non buttiamo il bambino con l'acqua sporca.
La mia è certamente una ingiusta e provocatoria generalizzazione. Ne ero consapevole scrivendo il post. Il punto pero' è che l'individualismo è un tratto molto marcato che sto osservando con delle esperienze di persone vicine, e forse mi viene da pensare che troppo poco si fa per inculcare uno spirito piu' collettivo e sociale anche nei giovani.
Essi poi vedono come esempio di persone "riuscite" la classe politica che dovrebbe invece trasmettere delle idee e dei modi un po' piu' alti.
Insomma, in tutta onestà e senza l'intenzione di magnificare i germanici che storicamente peccano probabilmente di spirito critico, credo che noi italiani possiamo e dobbiamo appropriarci di uno spirito comunitario e di una sensibilità sociale da cui invece sembra ogni giorno ci allontaniamo...
Resto confuso e addolorato dal vedere questa cosa diffusa molto piu' traversalmente che relegata a una sola classe. La tua esperienza è diversa in questo senso? Mi piacerebbe leggerla anche per cambiare un po' questa sensazione amara che ho...
Grazie per il commento comunque... :)
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