mercoledì 28 settembre 2011

Le novità.

Oggi mi sveglio e non c'é là nebbia. Un po' ne ho negli occhi, ma è quella alcolica di ieri sera. Le cene con i colleghi sono sempre traditrici da questo punto di Vista. La nostalgia x quelli che se ne sono andati. L'anticipo di mancanza di quelli che se ne andranno tra poco. La stessa incertezza di come e dove andrò prossimamente, rendono i discorsi molto complicati. E quindi serve un po' di vino a metterci una pezza e a sciogliere la lingua. Esco da queste serate sempre confuso. Ma non infelice.
Ma questo post è dedicato alle novità. Non necessariamente le mie novità. Il mondo sta di nuovo cambiando faccia. Almeno quello che conosciamo noi. Me ne convinco vedendo come l'economia, che da quando sono nato domina il nostro destino, stia di nuovo modificando i suoi punti di riferimento.
Ma tutto questo è davvero necessario? Cioè, per vivere bene è necessario mantenere a livello globale dei livelli di sviluppo vertiginosi o ci sarebbero delle alternative? Me lo chiedo perché ciclicamente torniamo a essere cacciati nel tunnel della disperazione dalle tasse che piovono come mattoni di ghisa. E possiamo spiegarci come siamo arrivati a questo punto? Di fatto, nel litigio politico quotidiano, la comunicazione del perché siamo così rovinati, non viene mai provata da nessuno. Probabilmente, me ne scusino quelli che ne sanno, la maggior parte dei nostri leader non saprebbe che pesci prendere se gli parlassero di economia. Di certo nessuno sa motivare la popolazione allo sforzo comune. A parte i soliti ormai rituali discorsi sulla magistratura e sulle donne di buon o malaffare, il Presidentissimo dice sempre poco sulle cause, probabilmente anche perché ne ha la coscienza piena. E dall'altra parte la Opposizione da trincea sa solo sparare su chi mette la testa fuori. Non è mai un discorso che sia chiaro ai mortali. Mantenere il sacerdozio di casta è un obiettivo inconfessabile, eppure sempre valido.
E intanto ci dicono che l'Europa va a fondo, ma non sono mai in grado di dire perché senza lasciare adito a dubbi. E neanche propongono idee dietro cui allinearsi convinti.
Torno a invocare un movimento di opinione che coinvolga noi, quelli che dovrebbero essere diventati una classe dirigente nazionale. Ma colpevolmente devo ritirarmi in buon ordine nel maniero dove mi sono rifugiato da qualche anno...
È colpa anche mia. E questa non è una novità...

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