Non so da dove mi sia sbucata in testa questa frase. Ma per una volta era quella giusta. La ho pronunciata ieri d'improvviso, quando sempre all'improvviso mi ha colpito allo stomaco il cazzotto del coraggio. Il coraggio è almeno doloroso quanto la paura, e decisamente meno sano...
Era il momento di perdersi. Proiettati in una luce abbagliante, i nostri contorni si stavano affievolendo. Ma era un'illusione ottica che accadesse a entrambi. Ero io a perdere me stesso, pur di essere in quella luce ancora. E i miei occhi che pure amano la sola luminosità, hanno per un attimo intravisto un futuro di scintillante fuoco. Affascinante, ma dolorosamente distruttivo...
Eppure ritrovarsi è la vera conclusione per me. Ritrovare me per avere la capacità di ritrovare non quella immagine ormai sfocata per la sovraesposizione, ma la vera te... Nel silenzio di un giorno cupo e di miserabile attesa, mi resta in mente lo sforzo disumano di un istante che non avrei voluto vivere mai. Ma adesso avvicino la speranza che serva a evitare il momento quello sì infinito, di un percorso senza ritorno...
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