Racconti di viaggio lungo i percorsi della vita...
domenica 30 gennaio 2011
Scrivere per un'ora...
La chiave di volta
giovedì 27 gennaio 2011
Le attese fanno schifo
mercoledì 26 gennaio 2011
Non arrendersi mai
lunedì 17 gennaio 2011
Senza bussola
domenica 16 gennaio 2011
7 aerei in 7 giorni.
Viaggiare in generale é una cosa bella, ma non posso dire che sia sempre piacevole. In particolare, per la prima volta ho fatto esperienza di un volo low cost intercontinentale. Cercherò di evitarlo in futuro. Su un bus con le ali che ti porta in giro per un max di 2-3h, la riduzione della qualità dei servizi accessori é un disagio minimo. Ma per un volo di circa 9h in cui sei confinato in un'area inferiore ad un metro quadrato, non avere uno schermo per vedere un film o ascoltare della musica e perdere un pò di tempo é assolutamente sgradevole... Altro aspetto odioso dei voli lunghi é l'uso spregiudicato dell'aria condizionata. In particolare nel trasferimento tra Rio de Janeiro e Lisbona, mi sembrava di stare attraversando senza nemmeno il supporto di Armaduk il pak alla conquista del polo... Un freddo allucinante, forse motivato dall'idea di uccidere batteri e virus, ma con effetto collaterale un tremendo aggravamento del mio raffreddore. Coperto in testa con il pullover stile monaca e addosso dalla copertina in dotazione, ancora mi sentivo molestato e sferzato dal gelo opprimente... Poi la stanchezza di una settimana interessante, ma decisamente lunga. A lisbona, nell'attesa del volo di collegamento con Roma, casa base, mi sono un paio di volte addormentato in piedi. É un attimo tremendo, perché il cervello si spegne instantaneamente e le ginocchia cedono per un centesimo di secondo. Il sentirsi cadere suona la sveglia, ma é a livello di tremore di chi ha bisogno di altro che di un bus o aereo...
A conclusione di questo, ottima l'idea di passare la sera del sabato in riposo in un hotel vicino all'aeroporto di Roma. Infatti dopo cena, la febbre é schizzata su a palla e mi ha dato una notte disagevole, ma che mi ha lasciato libero dalle tossine del viaggio. Oggi mi sento molto meglio, e l'ultimo pezzo di strada lo faccio leggero, circondato perfino da un inatteso sole svizzero...
Considerando questo percorso ormai felicemente concluso, considero l'esperienza dei 7 voli in sette giorni molto provante. Non sono sicuro infatti che su una vacanza breve, si riesca mai a smaltire la stanchezza dovuta a tante ore di spostamento. Sono giunto alla conclusione che il meglio sia fermarsi lungo la strada e recuperare un pò prima di riprendere... Il viaggio, ho già avuto modo di dire citando forse gli 883, a volte é più importante della destinazione. E se é un brutto viaggio, tutto potrà assumere contorni meno scintillanti di quelli che una vacanza merita...
martedì 11 gennaio 2011
Brasiu
La prima cosa che mi sento di dire é che qui adesso fa caldo. Ma sinceramente non é proprio dire qualcosa di speciale se consideriamo che é estate piena. La cosa un pò più sorprendente e pare non usuale, é l'umidità. Solo a stare fermi, appena fuori dall'aeroplano, é sembrato di aver indossato un vestito di lana bagnato. Con la vita in Svizzera, si tratta di una sensazione anomala e un pò sgradevole... Ma vicino all'oceano, la brezza spazza tutto impetuosamente e tutto acquista una consistenza meno fisica.
Sono stato a Salvador de Bahia. É una città di 3 milioni di abitanti, ma in prima battuta non sembra. Certo, andando in centro, il caos riesce a dimostrare il suo volto. La prima impressione é stata di città arretrata. In crescita, per carità, ma città tipo anni 70. Caratteristico il contrasto che porta a attraversare una strada per passare da un quartiere ricco/benestante, a una famigerata Favela. Quest'ultima, costruita come le migliori costruzioni abusive di Napoli, in una serie di lunghe notti, mostra un volto butterato e insano. Il fatto che la povertà sia di casa non deve neanche essere spiegato. La densità abitativa sembra non lasciare spazio neanche ad un respiro. E le persone sembrano già rassegnate al loro percorso attraverso il purgatorio in attesa di quell'inferno paradisiaco che si esplicherà nel carnevale. Paese classista questo Brasile, dove le disparità tra ricchi e poveri si vedono tanto, troppo, perché la massa di chi sta peggio, pur in una crescita del numero di quelli che se la cavano piuttosto bene, é predominante.
Nelle enormi distanze da percorrere, c'é il senso di una desolata, ma affascinante separazione. Neri, bianchi e mulatti convivono: non mi é facile capire quanto bene e quanto male...
Ma sulla strada c'é anche la bellezza di una natura che dice ancora la sua, pur subendo un'aggressione sempre più violenta di un uomo interessato a rendere la vita un minimo migliore nel breve termine. É come se la mentalità coloniale del far di tutto un bottino di conquista, sia sopravvissuta in un modo inatteso nella mentalità finanche di chi tutto questo lo ha subito, pur partecipandovi. Sono infatti quegli stessi mix etnici a appropriarsi del territorio per farne distruttive Favelas, e anche gli stessi a intaccare in ogni dove la natura lasciandola esausta e consumata nel suo tentativo di resistere.
Quelli che mi piacciono e dai quali vorrei imparare, sono i semplici. Sorridono i camerieri, quelliche ti offrono le catenine. E lo fanno con degli occhi dolci e al limite un pò ingenui. É doloroso vedere che su tutti si stende il velo pesante di quella globalizzazione di interessi dove bisogna lasciar cadere scrupoli, domande, allegre spensieratezze, alla conquista del benessere che non é sempre felicità... In questo, noi, io, come occidentali, continuiamo a ergerci come colonizzatori dei costumi e portatori di un verbo culturale decisamente opinabile e di sicuro irrispettoso. Se conoscere per paragonare va bene, mi chiedo quante volte siamo noi disposti a imparare o semplicemente accettare le differenze. Troppo attenti a noi e illusi di essere un faro, con la nostra luce a volte malata, irradiamo anche chi non lo ha chiesto...
Dal mio aereo verso Rio de Janeiro, guardo le lunghe distanze da percorrere. Certamente é una metafora di dove il Brasile sta andando, in una folle corsa verso quel mondiale del 2014 dove la gente si aspetta di mettere in vetrina un'immagine robusta e vincente. É uno di quei progetti dietro cui la nazione assume una consistenza unitaria. La scommessa rischia però di essere un piatto troppo grosso da poter essere perso. La crescita costante, produce benessere, ma cambia storia e valori. Cambia la vita in una parola. E seppure questo processo non può essere fermato, é anche irreversibile nella sua produzione di effetti generali pericolosamente irriconoscibili dopo un pò e potenzialmente sorgente di novità non sempre positive...
domenica 9 gennaio 2011
In viaggio per un giorno... 08/01/2011
Forse ci sarebbe un pò da ripensare su questa cosa. In fondo nel riconoscere francamente che le compagnie aeree sono quelle in grado di meglio mentire ai clienti, si potrebbe adottare un approccio più sereno. Ma entra in gioco quanto le ferie siano preziose non in termini solo monetari quanto anche del valore attribuito al nostro tempo...
E nel complesso, viaggiamo a lungo per minimizzare la perdita, ma con il dubbio concreto di poter viaggiare lo stesso tempo e godersela di più...
venerdì 7 gennaio 2011
Gli sputacchioni
Tra tutte, quella che più mi disturba, é l'abitudine di molti di non schermare la propria sputacchioneria. Questi personaggi, si ammalano a gola, bronchi, polmoni e tutte le vie respiratorie possibili, ma questo non sarebbe grave. In fondo non credo che se lo vadano a cercare. D'altro canto, non hanno appreso l'arte sopraffina di coprire la bocca al momento dello starnuto o del colpo di tosse. E a loro carico c'é anche l'aggravante che per una ragione o per l'altra si avvicinano oltre il limite della distanza di sicurezza aumentando esponenzilmente il rischio che nel momento della loro espulsione tu possa essere in una sgradita condizione di ricezione!
Inconsciamente faccio dei salti tremendi in questi casi. Il mio corpo, irrazionalmente si ribella e tenta di scacciare il rischio contaminazione. Da bmbino, quando mia madre mi diceva che per buona educazione bisognava coprire la bocca che tossiva, non capivo e anzi provavo il gusto della trasgressione... Oggi capisco che la buona educazione può produrre benefici sulla salute e sto rivalutando la cosa. Forse non é tanto sbagliato insegnare a fare le cose bene: il guadagno può non essere immediatamente evidente, ma con il tempo, emerge tra le sputacchiate...
domenica 2 gennaio 2011
Ogni Fine
Note per Viaggiatori Occasionali...
Capotreno e Viaggiatori