Ho da poco finito di leggere "I promessi sposi". Un gran romanzo che mi ha entusiasmato. Ma ne parlerò un'altra volta... Sì perché il tema di questo post è la vita quotidiana, la politica e le elezioni italiane...
Mi è capitato di incontrare durante l'attesa di un aereo un signore anziano, ma perfettamente funzionante, che se ne andava in giro per lavoro. Veniva verso nord, in realtà lamentandosi ora dell'una, ora dell'altra cosa della sua vita. Rimpiangeva lui tanto, un pochino troppo... Insomma una figura tutto sommato comune. Avvolto poi da mille paure, se ne andava enumerando le occasioni perse perché sconcertato e intimorito di prendere quelle vie. È vero: uno se il coraggio non ce l'ha non se lo può dare. E secondo me sarebbe anche ingiusto chiedere salti nel fuoco a chi ama l'acqua tiepida: la vita è una e va vissuta come meglio ci aggrada...
Purtuttavia, uomo di una certa esperienza e cultura tecnica, mi ha spiazzato con il suo discorso sui mali dell'Italia e sulle sue conclusioni. Profondamente convinto che la penisola non sia stata mai una nazione, rimembrando i fasti del Granducato di Toscana, del Papato temporale e della Serenissima, proponeva di punto in bianco il suo voto per il "Signore" di oggi, per quel Berlusconi che secondo lui sarebbe stato "troppo ricco per rubare"... Immemore ovviamente del Don Rodrigo manzoniano, ricco e capriccioso, con il suo parentado e le sue potenti connessioni, non vedeva la possibilità che le voglie di un Cavaliere possano ben nuocere alla povera gente... È anche bastata la semplice argomentazione che se pure uno non ruba personalmente, ma guida una banda di ladri, un po' responsabile dei furti resta, a farlo capitolare davanti a una specie di Dottor Azzeccagarbugli...
Continuerà a votare per il potente, perché i suoi bravi i discorsi minacciosi li sanno fare... E come lui tanti Don Abbondio in cerca di un rifugio sicuro dove raccomodare una vita serena e senza altro pensiero che una minima sopravvivenza... Questo è lo sconfortante quadro di una nazione che va a votare una serie di personaggi tutt'affatto epici. Con un cardinal Federigo incarnato dal Maestro della Finanza Monti, ricco di virtù e santificato, ma probabilmente incapace di parlare a tutte le classi sociali e a tutti i livelli di reddito. Un dottore della Sanità nella peste come Bersani, inascoltato e politicamente sempre in bilico alla ricerca di alleati che prendano di petto la malattia riconoscendola... Un Grillo don Ferrante, pieno di idee sue proprie o shakerate nella sua testa in modo tutto personale... E trascurando gli altri personaggi di contorno, nient'altro che figure di secondo piano, rimaniamo alla ricerca di quel Fra Cristoforo che sappia alzare la voce e agire con determinazione per fare qualcosa per i poverelli di oggi...
In un paese dove sperare nella Provvidenza sembra non basti più...
Nessun commento:
Posta un commento