I detti popolari, proprio per la loro natura, hanno quel sapore di saggezza piuttosto inquietante. Si dice prendere il coraggio a due mani perché poi non sfugga. Mi viene da pensare però che anche il coraggio abbia 2 mani per reagire... E quando inizia a menare, potrebbe non essere saggio insistere...
La riflessione nasce dalle tante esperienze quotidiane: quante volte ci siamo fatti coraggio e siamo partiti a dire o fare cose che toccavano la nostra sfera della paura? Abbastanza io credo da sapere che non sempre é valsa la pena di farlo, e alcune di quelle sono rimaste memorabili batoste. Il temporeggiare del romano Cunctator é figlio di quella prudenza di chi aspetta e vede che succede per avere tutti gli elementi a disposizione.
Anche questa politica non sempre vale. I rimorsi ho sempre detto e pensato siano meglio dei rimpianti. Ma se guardo a quel misto di pratiche considerazioni ragionate e di inquietudine, che spesso mi pervade specialmente nelle relazioni umane, mi chiedo se si giunga sempre ad avere rimorsi o molto più spesso accettazione di se stessi e dei propri limiti...
E nel mezzo tra un giorno da leone del coraggio che si dimena come un capitone da cena della vigilia, i cento giorni da pecora che pure alla fine il cappotto di lana lo perde, restano i 50 giorni da orsacchiotto. Ci sarà pure un pò di letargo, ma la caccia al salmone e le leccate al miele alla Joghi non sono da buttar via...
La riflessione nasce dalle tante esperienze quotidiane: quante volte ci siamo fatti coraggio e siamo partiti a dire o fare cose che toccavano la nostra sfera della paura? Abbastanza io credo da sapere che non sempre é valsa la pena di farlo, e alcune di quelle sono rimaste memorabili batoste. Il temporeggiare del romano Cunctator é figlio di quella prudenza di chi aspetta e vede che succede per avere tutti gli elementi a disposizione.
Anche questa politica non sempre vale. I rimorsi ho sempre detto e pensato siano meglio dei rimpianti. Ma se guardo a quel misto di pratiche considerazioni ragionate e di inquietudine, che spesso mi pervade specialmente nelle relazioni umane, mi chiedo se si giunga sempre ad avere rimorsi o molto più spesso accettazione di se stessi e dei propri limiti...
E nel mezzo tra un giorno da leone del coraggio che si dimena come un capitone da cena della vigilia, i cento giorni da pecora che pure alla fine il cappotto di lana lo perde, restano i 50 giorni da orsacchiotto. Ci sarà pure un pò di letargo, ma la caccia al salmone e le leccate al miele alla Joghi non sono da buttar via...
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