Le ultime vicende folkloristiche dell'Italia della canzone hanno in sé un paradosso di quelli che tanto ci piacciono. Si é infatti scatenata una campagna bellico-mediatica pro e contro il principino Savoia. Ora molti hanno forse dimenticato come sia nato televisivamente. Fu il tanto amato (dagli altri) e osannato a sinistra per la sua intelligenza Fabio Fazio a portarlo al sole della cronaca. Dopo una serie di dimenticabili uscite, in cui ancora si proponeva come figura elitaria, il reale, si é abbassato a condividere il mondo reality della tv per puro vanto. E via a imparare a ballare (ma un vero principe non avrebbe già imparato?!). E via con le ospitate. Niente da proporre, niente di utile da dire. Eppure lì a suscitare interesse pruriginoso e polemiche...
E qui proprio casca il cavallo bianco del nostro azzurro. Perché scateniamo polemiche intorno a un personaggio che con l'Italia non ha avuto mai niente a che vedere? Per quanto timidamente, noi 30-40enni, siamo o saremo la classe dirigente della nazione (vabbé prendetela come un'ipotesi), e siamo una generazione che i reali li ha letti solo sui libri di storia (se qualcuno ancora li legge). Finanche i nostri genitori, nella maggioranza, ricordano vagamente quel Vittorio Emanuele oscurato dalla bassa figura in camicia nera perché piccolo uomo senza polso. E al di là di tutto, cosa ce ne importa dell'ennesimo eroe creato dalla tv?
Ebbene é evidente che ce ne importa, e che non é improbabile una sua vacanza sull'isola dei famosi. Ancora un'altra consacrazione orchestrata e seguita in modo ossessivo. E se Filiberto non fosse altro che un simpatico fannullone inserito nel loop del telecomando, il successo di pubblico che lo spinge avanti sarebbe lo stesso: sarebbe meglio non si illudesse che la tv lo riporti sul trono. Come crea essa distrugge, e prima o poi uno scivolone ci sarà. Quando i maghi Costanzo/Fazio/Ventura decideranno di non averne più bisogno, il principe dovrà buttarsi in politica. E allora dovrà sperare solo che ci sia ancora Casini a raccoglierlo, perché il Cavaliere, alla sua tavola rotonda, foss'anche con Excalibur, non lo farà sedere...
E qui proprio casca il cavallo bianco del nostro azzurro. Perché scateniamo polemiche intorno a un personaggio che con l'Italia non ha avuto mai niente a che vedere? Per quanto timidamente, noi 30-40enni, siamo o saremo la classe dirigente della nazione (vabbé prendetela come un'ipotesi), e siamo una generazione che i reali li ha letti solo sui libri di storia (se qualcuno ancora li legge). Finanche i nostri genitori, nella maggioranza, ricordano vagamente quel Vittorio Emanuele oscurato dalla bassa figura in camicia nera perché piccolo uomo senza polso. E al di là di tutto, cosa ce ne importa dell'ennesimo eroe creato dalla tv?
Ebbene é evidente che ce ne importa, e che non é improbabile una sua vacanza sull'isola dei famosi. Ancora un'altra consacrazione orchestrata e seguita in modo ossessivo. E se Filiberto non fosse altro che un simpatico fannullone inserito nel loop del telecomando, il successo di pubblico che lo spinge avanti sarebbe lo stesso: sarebbe meglio non si illudesse che la tv lo riporti sul trono. Come crea essa distrugge, e prima o poi uno scivolone ci sarà. Quando i maghi Costanzo/Fazio/Ventura decideranno di non averne più bisogno, il principe dovrà buttarsi in politica. E allora dovrà sperare solo che ci sia ancora Casini a raccoglierlo, perché il Cavaliere, alla sua tavola rotonda, foss'anche con Excalibur, non lo farà sedere...
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