E' iniziata l'età delle brutte notizie. Forse non si può dire che sia iniziata oggi o ieri... Diciamo che le brutte notizie ci sono sempre state ma prima erano meno frequenti e anche filtrate dai genitori. L'età dell'incoscienza, se mai è esistita, essendo incosciente, non ha lasciato neanche un ricordo di sè e del suo silenzioso trascorrere...
Ovviamente non parlo di brutte notizie del tenore: "si è rotto un vaso". Bensì di quelle irreparabili o di quelle recuperabili, ma con speranza, devozione e sofferenza... Insomma le cose della vita e della morte.
Ora che scrivo, la constatazione delle cose viste e la loro somma è spiacevole e dolorosa. E' anche un punto di partenza però per affrontare ancora una volta la fine di un anno e l'inizio di uno nuovo. Io e i miei più o meno coetanei, siamo cresciuti ormai da un pò e dobbiamo necessariamente fronteggiare una serie di cose di cui abbiamo avuto finora, per la maggior parte dei casi per fortuna, poca conoscenza. Malattie e sofferenza, problemi personali, dolori dell'animo e del corpo. Sembrava tutto distante, ma poi in qualche misura tutti abbiamo iniziato a esserne toccati, e nessuna protezione è stata lì a difenderci.
Non credo che la sofferenza ci renda migliori. Credo che un pò ci cambi, ma non tutti in meglio. In ogni caso credo che ricevere (per non parlare di portare) brutte notizie sia un momento di profondo smarrimento delle nostre certezze. E' veramente frustrante sapere di non sapere come si reagirà. E' veramente triste, in molti casi ma fortunatamente non sempre, sapere di non poter essere d'aiuto e di non poter contribuire con rimedi.
Molti direbbero che è la vita che è così. Potrei essere d'accordo, ma potrei anche rifiutare l'idea che il flusso degli accadimenti debba essere costellato dai punti oscuri. In entrambi i casi, non sortirei nessun effetto benefico. Penso però che alle soglie del 2010, sia bene guardare avanti con fiducia e occhi aperti. Godendo della gioia e del benessere che si ha, perchè se brutte notizie arrivassero, si potesse poi ricominciare...
Ovviamente non parlo di brutte notizie del tenore: "si è rotto un vaso". Bensì di quelle irreparabili o di quelle recuperabili, ma con speranza, devozione e sofferenza... Insomma le cose della vita e della morte.
Ora che scrivo, la constatazione delle cose viste e la loro somma è spiacevole e dolorosa. E' anche un punto di partenza però per affrontare ancora una volta la fine di un anno e l'inizio di uno nuovo. Io e i miei più o meno coetanei, siamo cresciuti ormai da un pò e dobbiamo necessariamente fronteggiare una serie di cose di cui abbiamo avuto finora, per la maggior parte dei casi per fortuna, poca conoscenza. Malattie e sofferenza, problemi personali, dolori dell'animo e del corpo. Sembrava tutto distante, ma poi in qualche misura tutti abbiamo iniziato a esserne toccati, e nessuna protezione è stata lì a difenderci.
Non credo che la sofferenza ci renda migliori. Credo che un pò ci cambi, ma non tutti in meglio. In ogni caso credo che ricevere (per non parlare di portare) brutte notizie sia un momento di profondo smarrimento delle nostre certezze. E' veramente frustrante sapere di non sapere come si reagirà. E' veramente triste, in molti casi ma fortunatamente non sempre, sapere di non poter essere d'aiuto e di non poter contribuire con rimedi.
Molti direbbero che è la vita che è così. Potrei essere d'accordo, ma potrei anche rifiutare l'idea che il flusso degli accadimenti debba essere costellato dai punti oscuri. In entrambi i casi, non sortirei nessun effetto benefico. Penso però che alle soglie del 2010, sia bene guardare avanti con fiducia e occhi aperti. Godendo della gioia e del benessere che si ha, perchè se brutte notizie arrivassero, si potesse poi ricominciare...
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