giovedì 11 marzo 2010

A quan't o' binn?! (A quanto lo vendi?!)

A Napoli si usa così. Per dire che sei uno che se la tira, un presuntuoso anche antipatico, si quantifica in moneta. A quan't o' binn? Beh, diciamo che la cosa é di base abbastanza volgare, ma la volgarità, a volte, nella sua schiettezza, é una soluzione al problema di inquadrare persone e situazioni...
Ad esempio, c'é un collega arrivato relativamente da poco, uscito dall'ambiente universitario. Pare che costi molto comprare la sua saggezza. É probabilmente molto bravo, ma questo non dà automaticamente il diritto di fare apprezzamentie considerazioni ardite sulle capacità altrui. Di più, guardare al salario altrui e considerare il proprio una ingiustizia, é profondamente arrischiato: normalmente dovrebbe signficare che gli altri si sono venduti meglio. Perché ancora una volta il punto é vendersi a un prezzo ragionevole e far incontrare domanda e offerta al prezzo giusto...
E questo poi vale anche nelle relazioni umane, nelle storie d'amore, nelle amicizie. Senza fare saldi, bisogna trovare un valore per se stessi che sia acquistabile dagli altri. E seppure cinicamente é ancora una volta il mercato e la filosofia americana, riteniamo davvero di essere così preziosi? Forse a volte é meglio essere una bella Alfa piuttosto che una impossibile Ferrari.
A quan't o' vulimm venn're!!?

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